27 ottobre – “DENTRO” UN NUOVO LOCKDOWN (per niente “gentile”) parte 9 della serie “Verso un nuovo lockdown”

DENTRO UN NUOVO LOCKDOWN  (per niente “gentile”)parte 9 della serie “Verso un nuovo lockdown”

Ho seguito l’intervento della Ministra Azzolina a “Che tempo che fa” ieri sera (oggi è il 26 ottobre, primo giorno del nuovo lockdown). (vedi sotto)

Avevo previsto l’altro giorno di parlare di “altro” e non intendo venir meno, facendo “tesoro” delle dotte argomentazioni della Ministra che non recede dalle sue “fisime” che non tengono conto della cruda realtà. Avevo previsto infatti un altro titolo, “VERSO UN NUOVO LOCKDOWN parte 9 – I banchi e la realtà”. E’ cambiata la prima parte del titolo visto che siamo “DENTRO UN NUOVO LOCKDOWN” ed anche la seconda parte che fa riferimento a quella caratteristica che alcuni osservatori volevano prevedere di un “distanziamento gentile”, pensando ad una riduzione dei limiti. Invece….

Non rinuncio però a parlare dei “banchi”!

Questi sono i “nuovi”!!! Nella foto in evidenza vedete i vecchi e fate la dovuta differenza!

Basterebbe confrontare i vecchi con i nuovi banchi senza la “furia” iconoclasta con la quale questo tema è stato affrontato nei periodi più crudi della pandemìa per comprendere la grande fandonia che è stata montata a vantaggio di “ignoti”. Per un ottimale distanziamento bastavano i vecchi banchi che avevano una loro ampiezza che garantiva pienamente quel che era considerato necessario dagli esperti.

Come potete ben vedere dalla foto i vecchi banchi erano assolutamente sicuri, avevano spazio “naturale” per consentire il distanziamento previsto.  I nuovi banchi in realtà sono peggiori dei “vecchi” sia per l’assenza di una base disponibile (i vecchi ne hanno una “duplice” ben più solida e….ampia!) sia per la loro ampiezza che consente un più rapido e rischioso avvicinamento. I banchi nuovi inoltre rasentano la ridicolaggine. E, poi, sono a chiedere anche io, come tanti, come saranno smaltiti? La Ministra tra l’altro (al minuto 14 e 40”) con un sorrisino beffardo li tratta così come i “vecchi scarponi”: mi verrebbe da dire che allo stesso modo sarebbe in grado di trattare una parte della società in chiave eugenetica. Ma questo, lo avverto, sarebbe troppo, addirittura solo pensarlo. “L’Italia aveva bisogno di rinnovare gli arredi scolastici” e parla di un “mondo” che non esisteva da tempo, forse riferito – speriamo sia così – ad una sua esperienza. La nostra esperienza, qui, in Toscana ed a Prato, per quanto io ne sappia (ma anche a Empoli ed a Feltre), ci parla di qualcosa di estremamente lontano dal libro “Cuore”.

Ritorneremo di certo a parlarne, perché si potrebbe trattare di vero “dolo”.

La scuola, poi, in generale, non è un ambiente sicuro se si ritiene che debba garantire la “socialità”.

Nè la Ministra nè tantomeno alcuni “esperti” sanno a tutta evidenza come si svolge l’attività scolastica in ambienti strettissimi (non solo le aule – definite a volte anche “pollaio” – ma oltre tutto corridoi e altri spazi, come le “mense”, le “palestre”, gli spazi esterni per la “socialità” sono estremamente pericolosi).

Inoltre vi è di certo la presenza di “asintomatici” che possono provocare danni ingenti, per tamponare i quali non riescono ad essere valide le procedure di prevenzione, nemmeno i “tamponi” rapidi, che tra l’altro, oltre che essere non del tutto attendibili, sono stati eliminati dalle ipotesi di protocollo.

Parleremo anche di altri aspetti che ci appassionano come quelli del mondo della Cultura.

Chi difende la trasmissione della Cultura e della Conoscenza non può voler essere d’accordo con la chiusura “tout court” di Teatri e Cinema, soprattutto laddove i criteri di “sicurezza” sono oggettivamente rispettati.