19 ottobre PERCHE’ HO VOTATO SI al referendum – parte 4 de “Una grande sfiducia verso la classe politica, verso le forze politiche ed i suoi rappresentanti” (per la parte 3 vedi 4 ottobre)

PERCHE’ HO VOTATO SI al referendum – parte 4 de “Una grande sfiducia verso la classe politica, verso le forze politiche ed i suoi rappresentanti” (per la parte 3 vedi…..)

Ora “siamo alle porte co’ sassi”. E c’è il rischio concreto che di questo bailamme se ne possa avvantaggiare la Destra, non quella democratica e liberale che comunque non è il mio punto di riferimento, ma quella autoritaria, illiberale, antidemocratica, xenofoba e razzista.
Una delle battaglie più importanti sarà quella delle 7 Regioni. Ma ci sarà anche il Referendum.
Non è la vittoria del “SI” a preoccuparmi, ma quella del “NO”. Ho accolto con sollievo la decisione “ufficiale” del PD, ma sono molto preoccupato dalla persistenza a favore del NO da parte della Sinistra verso cui guardo con maggiore attenzione negli utlimi tempi, anche se da sempre ho sognato – anche con il PD (si vedano le mie personali diatribe con quel Partito che ho fondato e che ho lasciato da alcuni anni).
Trovo che chi difende la scelta del NO esprima in sostanza una sfiducia nei confronti dell’attuale classe politica e governativa, ma non solo questa: c’è sfiducia negli organismi paralleli (magistratura, forze sindacali, imprenditoria, associazionismo democratico diffuso) che sono il vero “sale” della Democrazia.
In primo luogo votando NO si smentisce quanto già deciso poco meno di un anno fa; in secondo luogo si evidenziano in tal modo le incapacità degli attuali parlamentari a porre in atto le conseguenti disposizioni legislative per l’adeguamento e per il rafforzamento della presenza democratica diffusa sui territori e dai territori verso il centro vitale del Paese; inoltre chi propone di votare NO lo fa utilizzando argomentazioni apocalittiche, distopiche, disperate, pessimistiche oltre misura. Indubbiamente lo fanno in modo molto articolato, convincente, soprattutto verso la massa di persone che ha bisogno di “credere” in qualcosa di “cristallizzato” o da rendere tale, dopo l’usura del tempo.
Io voto SI proprio perchè ho fiducia nella capacità reattiva del Paese verso quei rischi eversivi che i sostenitori del NO paventano. Questi ultimi non mi convincono del tutto e trovo la loro straordinaria bravura dialettica molto più pericolosa di quanto non lo sia la semplice constatazione che tutto si evolve e si trasforma, a partire dai nostri corpi e dalle nostre menti. Stabili ed indelebili devono permanere i “valori” comuni da declinare sempre al meglio per il bene di tutti, a partire dagli “ultimi”. Io voto SI perchè riconosco il mutare delle stagioni.

Quelli che hanno sottoscritto la richiesta referendaria hanno avuto per questo compito il “Via Libera” ed il “rispetto” da parte dei leader dei loro Partiti. Con quella “scelta” gli “ipocriti farisei” hanno consentito di bloccare di fatto per un anno i processi legislativi riformatori necessari ad adeguare l’apparato legislativo generale dello Stato alla riduzione dei rappresentanti parlamentari. Anche contro di loro e per il bene comune e nel rispetto della volontà espressa nell’ultima votazione io voto SI. Come tanti altri membri di questa comunità dichiaro sin da ora la mia disponibilità a battermi affinchè la Democrazia sia maggiormente diffusa sui, e dai, territori attraverso un micro humus partecipativo in modo reale e concreto: diciamoci il vero, è questa la “rivoluzione” che gli apparati temono, non di certo la possibilità che vi sia la nascita di una forma repressiva reazionaria antidemocratica.

Joshua Madalon