6 marzo – LE STORIE DEL NOSTRO TEMPO parte 4 (per la parte 3 vedi 4 marzo)

4.

Esercitando la “memoria” mi vien da ricordare che, a inizio “pandemìa”, in uno dei Paesi europei l’opposizione tese la mano a coloro che governavano. Si tratta del Portogallo; in Italia sarebbe stato impossibile, visto il clima acido, livido, rancoroso che si è instaurato da qualche tempo in qua. Sempre rincorrendo la memoria, grazie anche al “gesto” inusuale per drammaticità di Zingaretti, mi viene da ricordare come fosse accolta da molti “difensori ad oltranza” dell’integrità del corpus PD, già canceroso, la mia proposta di “scioglimento e rifondazione” di quel Partito. Temo che costoro non siano in grado di ricordarselo, ricorrendo semmai alla “rimozione convenzionale”. Il tema è riferibile al punto 3 dove si accomuna la crisi del M5S a quella del PD. Il segretario di quest’ultimo ha profferito parole di fuoco, inaudite, che potrebbero aprire spazi di rinnovamento. “Potrebbero” ma ho molti dubbi in merito alla capacità del quadro dirigente, in modo particolare quelli locali, che hanno purtroppo consolidato i loro blocchi di potere, tradendo con la complicità di molte persone per bene  (tante delle quali ancora si dispongono supinamente a turarsi il naso ed inforcare occhiali scuri), i valori fondamentali di una forza politica nata con una spinta poderosa di “popolo”, ormai però espressi su carte  quasi del tutto illeggibili.   Anche in questo caso, la Storia dovrà essere scritta per bene solo dopo aver preso in considerazione tanti di quegli aspetti che sfuggono “oggi” ai più: si dovrebbero prendere in considerazione anche tutti i “travagli” propedeutici a questa “altisonante” denuncia del Segretario Zingaretti.

Il Partito Democratico ha mostrato sin dai suoi primi passi la sua profonda ambiguità: è accaduto più o meno quello che capita agli umani, quando si accoppiano e serbano ricordi segreti di amori irrisolti o di vizi particolari difficili da rivelare, pena lo scioglimento precoce, anche se poi…..

Sono rimasti in piedi solo i meri interessi dei gruppi dirigenti, delle caste, delle lobby di riferimento diretto ed indiretto che hanno fatto “cartello”. Su questo corpo debilitato si è insediato il virus renziano, che ha introdotto altre forme malefiche del tutto estranee alla Sinistra, con un progetto di smantellamento progressivo e spostamento dell’asse verso un Centro con inclinazioni conservatoristiche, che hanno svilito, mortificato, marginalizzato la partecipazione democratica espressa nei lavoro periferico dei Circoli. Con queste ultime “turbolenze” (oltre agli eventi “sanitari”) sarà difficile continuare a trattare di quell’incontro tra il senatore italiano in carica con il principe saudita; ma a  noi quell’ “amarcord” è utile per segnalare ancora una volta il carattere del nostro personaggio, che presume di essere alla pari di altre figure come Barack Obama, Bill Clinton, Michail Gorbaciov e via dicendo, dimenticando la differenza tra lui e loro, che solo dopo aver concluso in modo definitivo e con successo la loro esperienza (direi anche ”dopo essere entrati a pieno titolo nei libri di Storia”) girano il mondo a svolgere la loro funzione catalizzatrice di valori che giustamente possono rappresentare.

Matteo Renzi ha certamente molta responsabilità in merito a quanto sta accadendo: a lui, e forse a qualche altro, potrà apparire “positiva” la deriva degli eventi. Ma – qui mi ripeto per necessità – vedremo fra molto tempo (forse, direi meglio, altri “vedranno”) quel che davvero emergerà da questa bolla magmatica con cui ci troviamo in questi giorni a fare i conti.

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