13 marzo – una “storia” apparentemente lontana – I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 21 ( per la parte 20 vedi 25 febbraio)

21. Una delle cose che mi viene da dire è che l’eccezionale disponibilità a ristrutturare (a proposito i costi ed i tempi sono alti gli uni, lunghi gli altri e condizionerebbero troppo a lungo l’attività didattica) l’edificio del “Gramsci” per ospitare il “Dagomari” è un grande onore che non è stato riservato al “Dagomari” allorquando si prospettava la possibile ospitalità del “Gramsci”: è molto strano tutto questo, davvero. Come l’arrampicarsi sugli specchi relativamente ai capannoni della FIL: prima c’era l’amianto; poi, quando si è fatto notare che gli stessi identici capannoni erano utilizzati da alcune classi del “Datini” l’amianto è sparito come per incanto e sembra che debba essere smantellati da un momento all’altro. Quei capannoni avrebbero avuto la colpa di poter ospitare laboratori, uffici e qualche magazzino per consentire al “Gramsci” di essere collocato insieme al “Dagomari”. Ma i progetti erano altri, e dunque non si poteva proprio fare. Eppure, anche lì con qualche magico ritocco se si voleva si poteva.

 Si dice poi che il “Dagomari” è in una struttura troppo grande per lui.

Qui si scontrano due diverse “scuole di  pensiero”:  la prima di tipo ottocentesco e per questo da ritenere un po’, come dire, un po’ vetusta sarebbe quella che parla di “scolari” tutti bellini seduti nei loro banchini, ad ascoltare il Verbo dei dotti docenti senza alcun bisogno di Aule, Laboratori, Mense, Palestre, Biblioteche, ecc…ecc…ecc… 

La seconda è quella ultramoderna, che invece prevede meno Aule Normali e più Aule Speciali: ma, si sa, quella non riguarda alcuni, solo quegli altri.

C’è una CULTURA con le maiuscole ed una cultura con le minuscole: al “Dagomari” dovrebbe toccare quest’ultima.

Se qualcuno può pensare che chi lavora al “Dagomari” ed i fruitori di quel servizio si fermino davanti a decisioni che evidenziano un tale segno di ingiustizia, ha fatto davvero molto male i propri conti.

Dunque, si potrebbe dire che in viale Borgovalsugana 63 debba venire il “Copernico”. Si dice che, nell’arco di tre quattro anni dovrebbe riequilibrarsi ai livelli massimi (intorno a 900 allievi). Qualcuno mi deve spiegare allora che senso ha questa scelta, se fra tre quattro anni avremo il problema del “Dagomari” in chiara difficoltà, il problema del “Gramsci-Keynes” che più che una scuola apparirà un mostro di 1350 ragazzi, il problema del “Copernico” che ballerà dove prima ballava il “Dagomari”, con la differenza che ho prima sottolineato.

Non aspetto risposte, aspetto scelte concrete. Nessuno sfuggirà alle sue responsabilità, ma occorre anche che non vi sia solo il coraggio dell’incoscienza: si stanno commettendo errori madornali, forse per far piacere a qualcuno forse no solo per le difficoltà connesse al reperimento di strutture; ma allora fermiamoci. Quello che si va facendo, ve lo dico in maniera convinta, è un gravissimo errore e qualcuno lo pagherà. E’ già un errore quello che sta succedendo ora. Mi ritroverò con la solidarietà dell’opposizione e l’ottusaggine della maggioranza che vuole difendere l’establishment. Non l’ho certo voluto io: avete fatto di tutto perché questo avvenisse, ed eccoci qua. 

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