LE STORIE 2008/2009 – 18 (per la parte 17 vedi 28 gennaio)

Proseguendo nella pubblicazione di alcuni documenti, quella che segue è la “Dichiarazione” (la scesa in campo) di disponibilità da parte di Massimo Carlesi a candidarsi a Sindaco di Prato per la legislatura 2009/2014

Le linee programmatiche sui temi della Scuola

1. SCUOLA

1.1. LEGGE GELMINI

Anche se la Legge Gelmini non va a modificare l’assetto delle competenze e responsabilità degli Enti Locali nei confronti della scuola, essa si è inserita pesantemente all’interno dei suoi fragili equilibri, con il rischio non solo di non risolvere ma addirittura di peggiorare quelle criticità che da tempo richiedono una “vera riforma” che riconnetta il sistema scuola con il sistema paese. Come periodicamente evidenziato dalle valutazioni internazionali, la qualità media dell’istruzione italiana si dimostra sempre più insoddisfacente e inadeguata alle  esigenze della società, in particolare quelle del mondo della produzione e del lavoro, soprattutto a causa dello scarso rilievo dato alla ricerca.

Non vengono individuate soluzioni anche alle crescenti difficoltà che si rilevano nelle relazioni educative: nei  rapporti fra docenti e studenti, fra gli studenti stessi e fra la scuola e le famiglie. Anzi, alla crisi di credibilità e autorevolezza, si risponde con il ricorso alla severità e alla rigidità, ridando importanza al voto in condotta sul risultato finale, senza accorgersi che l’autorità applicata senza criteri educativi, rischia di introdurre meccanismi selettivi di notevole rigidità, che possono aggravare, anziché risolvere i problemi del disagio scolastico, riportandolo i valori delle percentuali di insuccesso, di abbandono, di evasione a quelli dell’Italia di mezzo secolo fa. Tali misure non considerano né influiscono minimamente sul contesto sociale in cui vivono gli alunni, che assegna scarso valore al merito, all’impegno e alla responsabilità individuale, all’osservanza delle regole comuni, al rigoroso svolgimento del  lavoro  e  delle professioni. 

La Legge Gelmini colpisce in modo particolare la scuola primaria, proprio l’unica che è classificata ai livelli qualitativi più alti del mondo  secondo  le  statistiche  OCSE  e  in cui – insieme  alla  scuola  dell’infanzia – si è consolidata la migliore tradizione educativa, il miglior sistema di relazione scuola-famiglia. La Legge ne destruttura l’organizzazione, i tempi di funzionamento, i contenuti e gli stili educativi, con il conseguente rischio di impoverire ancor di più l’offerta formativa del complessivo sistema scolastico nazionale.  Il ritorno al “maestro unico” sancisce la conclusione e l’annullamento di validissima esperienza educativa, consolidata negli anni (trent’anni il “tempo pieno” e vent’anni i “moduli”) e riconosciuta a livello internazionale, scaturita da una riforma che all’epoca era realmente basata su reali prospettive culturali e sociali che miravano all’arricchimento della didattica, alla miglioramento della relazione educativa, alla responsabilizzazione e partecipazione delle famiglie nell’azione educativa.

Anche se la campagna delle primarie e in seguito (speriamo!) quella per le elezioni amministrative non può considerare proprio come tema la Legge Gelmini, sicuramente dovrà considerare la questione dell’impatto della nuova normativa sul sistema scuola. Il Comune di Prato dovrà perciò inserirsi sempre più attivamente nel serrato confronto tra il Governo e gli Enti Locali sulle questioni sollevate dalla Legge Gelmini, contribuendo anche alla stesura di proposte alternative o migliorative. Ciò anche per evitare che un atteggiamento rinunciatario sul piano politico releghi le Amministrazioni Comunali al semplice ruolo di “tappabuchi”, costretti a concentrare le proprie energie economiche, organizzative, creative, umane nell’affannosa ricerca di rimedi per rispondere ai bisogni educativi ed organizzativi non più soddisfatti dalla scuola pubblica, non solo a causa di problemi di bilancio finanziario ma soprattutto per scelte di natura ideologia che tendono a ridurre le competenza dello Stato sociale, le sue garanzie e protezioni soprattutto per i più deboli e svantaggiati.

Si suggerisce l’attivazione di un tavolo interistituzionale (Comune, Provincia, Istituzioni Scolastiche), preferibilmente allargato a rappresentanti dei genitori (delegati) che:

  • compia uno stretto monitoraggio dei passaggi istituzionali della riforma, in modo da- poter prevedere, in tempo reale, il suo impatto e le modifiche del quadro attuale;
  • individui le migliori modalità per informare chiaramente i cittadini sulle trasformazioni operate dalla riforma e sul loro impatto nella vita dei bambini e delle famiglie;
  • individui le modalità chiare dell’eventuale contribuzione delle famiglie al costo dei servizi, in caso vengano confermati i tagli ai trasferimenti statali.

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