IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 23 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI

PARTE 23

Prosegue (e si conclude) l’intervento del Professor Antonio Costa – Docente all’Università di Venezia in storia e critica del cinema

Quindi in questo documentario non c’è nessuna parola mia, ma tutto quello che sentirete, tutte le parole che sentirete sono parole di Pasolini e riguardano cosa? Riguardano questa passione figurativa che riguarda tutta l’opera di Pasolini, quella che Pasolini appunto chiama e lo dedica a Roberto Longhi che c’è all’inizio di “Mamma Roma”, Roberto Longhi al quale io devo la mia (parola non comprensibile) figurativa. Quindi, come dire, una passione per l’immagine è il tema che riguarda appunto questo documentario che parte da una recensione che Pasolini scrive nel 1973 all’edizione ne “I Meridiani” degli scritti di Roberto Longhi. In questa recensione ha questo volume, quindi un critico d’arte, un grande critico d’arte che entra nella collana dei classici, più classica che c’è nella nostra editoria, curata questa raccolta di scritti da Gianfranco Contini. E Pasolini, scrivendo questa recensione, rende omaggio a quelli che considera i suoi due maestri: Contini, che è stato uno dei primi critici che si è occupato delle sue poesie in friulano, e Longhi Perché in una auletta appartata di Via Zamboni, mostrando diapositive ovviamente rigorosamente in bianco e nero, della pittura di Masaccio e di Masolino, gli ha dato una prima idea, una prima come dire intuizione di cosa poteva essere il cinema, che cosa poteva essere il montaggio e dice: la mia passione figurativa, anche la mia passione cinematografica non deriva dal cinema, ma deriva da questa esperienza.

Quindi è una pagina che è anche autobiografica degli anni appunto della formazione, della formazione universitaria di Pasolini. E partendo da lì con delle citazioni poetiche o con brani per esempio da un romanzo come “Amato mio” nel quale c’è una delle più belle descrizioni, che la letteratura ci abbia mai dato, di una sala cinematografica. Una sala cinematografica ovviamente neorealista a Caorle dove Pier Paolo facendo queste gite da Casaccia a Caorle di domenica, si fermavano poi fino a sera tarda a vedere questi film all’aperto ed uno di questi film appunto è un film con Rita Heiworth dove lei canta Amato mio. Ecco quindi c’è la descrizione di questa visione cinematografica. Oltre a questo, ad esempio, c’è un passo poetico di un film che Pasolini ha fatto insieme a Guareschi e che poi ha studiato, un film che si chiama “La rabbia” in cui c’era una descrizione della storia d’Italia, della storia d’Italia del dopoguerra fatta da un intellettuale di Destra e da un intellettuale di Sinistra. Ad esempio da questo film abbiamo preso il passo che è letto da Giorgio Bassani dedicato a Marilyn Monroe.

Quindi abbiamo, come dire, un percorso che riguarda tutti gli aspetti della passione per l’immagine di Pasolini. Una passione di natura essenzialmente manieristica che nel momento in cui Pasolini, l’essenza forse del manierismo è proprio questa di accompagnare come dire la relazione con un determinato oggetto, una possibile configurazione storica, con il suo commento cioè fare assieme un’opera che è riflessione e nello stesso tempo (parola non comprensibile). Ecco questo, appunto, si è cercato di mostrare in questo documentario. Documentario che finisce un po’ bruscamente senza trattare un ultimo capitolo, che sarebbe stato importante, sarebbe stato quello “Salò Shaad” e quello dello sfregio all’opera poetica precedente. In omaggio al principio perfettamente enunciato da Fellini: “quand’è che un film finisce?” E il grande maestro disse: “un film finisce quando sono finiti i soldi.”

E anche noi avevamo finito i soldi e quindi manca l’ultimo capitolo, però non è male Perché così il documentario finisce con questa stupenda frase che pronuncia il pittore giottesco, interpretato da Pasolini stesso, nel finale di “Decameron” dove dice: “Perché realizzare l’opera quando è così bello sognarla suonando”.

Naturalmente poi sono a disposizione di critiche, lanci di pomodori ed eventuali domande. >>