IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 25 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI

Il prossimo 5 marzo sarà il centenario dalla nascita del grande intellettuale italiano. Qui continua la trascrizione “difficoltosa” (lo sbobinamento non è mai stato verificato) del Convegno del 2006 Questa è la PARTE 25

PARTE 25

Ma nello stesso tempo però c’era anche qualche cosa che coinvolgeva molto fortemente. Con il tempo e soprattutto quando è uscito “Petrolio, che io considero un romanzo molto importante, anche se come sapete è nient’altro che un progetto di romanzo, beh lì allora lo spostamento di me come lettore, come fruitore è stato piuttosto dall’altro lato della contraddizione, cioè dal lato della accettazione. Ora con il tempo io credo che bisogna tenere presente ambedue questi poli accettazione e rifiuto. Questo significa non consegnare Pasolini ad una classicità alquanto, come dire, sciocca, alquanto conciliatoria in senso troppo placido, proprio mantenendo questa dimensione che è di distacco e di avvicinamento.

Noi non possiamo accettare alcune delle tesi di Pasolini e lo dico francamente. Non sono accettabili Perché non è immaginabile la difesa ad esempio della famiglia tradizionale, della maternità di tipo tradizionale nei confronti della questione dell’aborto. Voi sapete che aveva preso una posizione così chiaramente contro l’aborto che è qualcosa di non accettabile. Era sicuramente anche una provocazione che lui faceva, però questo non vuol dire che una tesi come quella si accettabile. L’idea di una omosessualità che è tutta all’interno di una dimensione maschile, diciamo un recupero ma attraverso alcune mediazioni della dimensione di una omosessualità greca in cui c’è un rapporto come dire da discepolo, da docente a discepolo nei confronti dell’amasio o appunto del giovane. Una diciamo lettura dell’omosessualità estremamente riduttiva e poi a lui veniva anche diciamo da una tradizione letteraria. Anche qui c’è una tradizione letteraria pensiamo a Jeed che ha una posizione sull’omosessualità molto simile. Beh, anche questo non è accettabile, soprattutto oggi noi vediamo che è una visione estremamente estetizzante della omosessualità, tra l’altro anche con una dimensione sadomasochistica esplicita. Quindi ci sono delle cose che non sono accettabili e che ci devono mettere in una situazione di rifiuto.

Al tempo stesso però poi, proprio elementi di questo tipo, condotti così o ricondotti con forza all’interno di un’opera aperta nel senso in cui Tricomi ha parlato di opera aperta, cioè non nel senso della neo avanguardia, ma nel senso di una letteratura che cerca una sua strada quale che sia la verità. Beh, allora questo diventa un elemento di contraddizione che può essere produttivo di qualche cosa proprio Perché ci mette in uno stato di contraddizione. Quindi, ad esempio, le tesi sul consumismo che vengono ormai citate in maniera diciamo quasi quotidiana come qualche cosa che Pasolini aveva già visto e che ci ha come dire consegnato con una profezia che si è realizzata, anche lì una tesi

come quella estremamente interessante nel momento in cui veniva svolta, veniva tirata fuori, cioè negli anni settanta in Italia soprattutto, anche quella va presa con un atteggiamento che è io direi di un sì e anche di un mah Perché non si è verificata nel mondo una omologazione generale delle culture, quelle culture che Pasolini andava riscoprendo e che cercava come qualche cosa che ancora manifestavano una resistenza alla omologazione delle culture, ma che in breve sarebbero sparite proprio quelle culture, quelle culture del terzo mondo ecc, hanno manifestato poi come abbiamo visto un qualcosa di più di una capacità di resistenza. Si sono reinventati una tradizione al punto che oggi noi non possiamo parlare di una omologazione delle culture sul pianeta, un discorso diverso andrebbe fatto per l’Italia, però anche lì ci sarebbe da diversificare l’analisi che faceva.