LEO -parte terza ed ultima con brevissimo commento

LEO parte terza ed ultima

“Ho pensato a te anima mia. Come sei fatta? Perché sei così? Esperienze diverse ci hanno fatto quasi uguali, io ti amo come forse anche tu, ma non abbiamo più la forza ed ognuno adesso sta con un’altra persona, come se niente fosse mai avvenuto. Amiamo corrisposti di un amore burocrate, fatto di baci dati alla mattina, di baci dati alla sera, di lunghi silenzi tormentosi, di incomprensioni, disperazioni e pianti nascosti senza lacrime e ci fa piacere il rivederci nelle serate mondane che il nostro circolo organizza ma sono sempre più retoriche, più fredde le nostre parole e i nostri sguardi tendenti a divenire furtivi.”
“Ho pensato a te anima mia. Sei ancora la mia anima e mi rassomigli, forse sorella. Perché non ci vediamo stasera? Ma è inutile adesso proporti appuntamenti che ugualmente non risolverebbero. Restiamo così nel nostro microcosmo, contenti di guardarci da lontano, di sentire qualche tenue tuffo al cuore, finché la vita ce lo consentirà. Ma forse è meglio scomparire e dirti addio per sempre, anima mia!”
Ieri mi sono sorpreso nel sentirmi chiamare. Sono venuto in questa località di villeggiatura per riposarmi e non avrei mai pensato di ritrovare Leo.
Leo non vi sta in villeggiatura, vi abita. E’ diventato anche un personaggio in vista nell’amministrazione locale e, lui dice, mi ha trovato per niente cambiato. Anche lui, tranne che per la calvizie quasi totale, non è diverso da allora. Mi ha raccontato tutto di sé: è rimasto nel luogo che aveva scelto per il suo lavoro anche per dimenticare il rifiuto netto che aveva ricevuto al tempo del nostro incontro. Si meravigliò che non fossi con lei “Lei ti amava” mi disse “proprio per questo avevo lasciato”. A quel tempo invece a me era parso che lei amasse Leo. Eravamo stati giocati dal suo strano comportamento. Invitai Leo a pranzo a casa mia. Si schermì, rifiutando, e poi, dopo avermi abbracciato e salutato con grande affetto e calore, si allontanò lentamente, senza voltarsi. (fine)

PICT0118

 

Il racconto, da me ritrovato in un vecchio quaderno fra la polvere dei miei scatoloni, è degli anni Sessanta. L’affermazione “Ogni riferimento ad eventi, cose e persone è puramente casuale” corrisponde alla assoluta verità. Leo è una persona vera ma non ha mai avuto nella mia vita il ruolo che gli ho dato. Li chiamerei “Esercizi” senza aggiungerci altro.

Pubblicherò domani il racconto nella sua interezza     (j.m.)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *