“PER FAVORE NON DITE NIENTE” di Marco Ciriello – LIBRI DI MARE LIBRI DI TERRA 2628 SETTEMBRE

...non dite niente

 

“The rest is silence” sono le ultime battute di Amleto nel dramma di Shakespeare. In effetti, c’è molto poco da dire quando hai a che fare con un evento, inatteso, prematuro, irreparabile come la morte di una persona cara. E’ quello che accade a Marco, un allenatore di calcio che è stato anche un giocatore di medio livello. La malattia della moglie, Carla, e la fase successiva che porterà quest’ultima alla morte ne condiziona l’attività fino a decidere di rinunciare ad importanti incarichi.
“Di solito ripeto sempre la stessa cosa quando mi chiedono di Carla, quando qualcuno vuole consolarmi o spiegarmi come va la vita: “Per favore, non dite niente”.
La “storia” narrata in prima persona si snoda attraverso brevi riflessioni, che a tratti assumono le caratteristiche di “aforismi” universali utili ad accettare che il destino ci porti a considerare in maniera naturale, al di là della drammaticità e del dolore personale indiscutibili, la perdita di una persona cara.
“Sono felice di non essere mai stato un fanatico della competizione. Ho sempre fatto coincidere la sagoma del mio corpo con quella dei miei pochi pensieri. Così faccio con i ricordi: ne scrivo, provo a registrarli, come se ci fosse una meccanica in tutto questo e io ne conoscessi la misura, i pregi, i difetti.” Ciriello fa parlare il suo protagonista nel momento in cui ha elaborato sufficientemente il lutto come “un futuro che ha inglobato l’assenza”. In altro passo, Marco, riflettendo “Ci sono differenze profonde tra le persone, nel rapporto con il dolore e persino con la realtà…c’è un momento che non so chiamare altro che assoluto nel quale le differenze si annullano…Così scopriamo la più terribile delle condizioni: l’irreversibilità.”
Le fasi della vicenda, nella quale si innestano le storie parallele dei due figli, Paolo e Sara, la cui esistenza alla fine dei conti non viene granchè sconvolta da questo dramma – anzi hanno una reazione di rifiuto quasi ad allontanare da loro l’idea possibile della “morte” e sembrano autoescludersi in modo addirittura polemico, sono scandite da capitoli i cui titoli ripropongono temi e lessici tipicamente connessi al gioco del calcio. Ad intervallare i capitoli si trovano due intermezzi, il primo (“Mi credevo riservata ad altro”) riservato ad una riflessione di Carla sulla sua malattia; il secondo (“Sedersi in panchina”) riservato a Marco, che riflette sul significato del ruolo dell’allenatore.
Il libro di Marco Ciriello, edito da Chiarelettere, “Per favore non dite niente” è dunque un apologo sull’accettazione dell’inevitabilità della morte vista nelle diverse fasi, dell’attesa ancora edulcorata dalla speranza, del fatto, dell’incredulità e non accettazione (“Non so se è previsto che io riscopra la gioia, che torni a una normalità e a un’appartenenza. Oggi non è ancora possibile”), della consapevolezza. “E il dolore, il dolore, non serve proprio a niente. Se penso a quante volte ho letto della sua utilità…”. Si legge ovviamente pensando alla vicenda che ha coinvolto Cesare Prandelli, e che forse – ma non si sa – ha ispirato questo libro. Ciriello interpreta, assumendone efficacemente il ruolo, i sentimenti ed i pensieri dell’ex allenatore della Roma, della Fiorentina e della nostra Nazionale. “Oggi porto nelle mani tutto il mio sentimento per te, indicibile anche se non scrivo, racchiuso nel ricordo dei gesti che ho compiuto amandoti”: “Per favore non dite niente” è la richiesta di un “uomo” alla ricerca di se stesso e del senso della vita (e della morte) affinché venga rispettato il “silenzio”.
“Nei giorni di riposo, se Paolo e Sara non mi raggiungono, prendo l’auto e vado sull’oceano. Mi ritrovo a camminare, solo, su spiagge scure e immense, e mi pare di toccare la certezza che non c’è nulla da nessuna parte.”

Mi ritorna in mente la “sofferenza” di Francesco Petrarca nel sonetto “Solo et pensoso” abbinata alla consolazione che egli provava, imitato da Leopardi, nel “naufragar dolce nel mare magnum della vita”.

Il libro piacerà a tutti coloro che amano una vera storia d’amore, libera da tutti gli stereotipi usuali. Un buon compagno delle nostre sere lontano dal baccano televisivo.