FESTIVAL DELLA LETTERATURA NEI CAMPI FLEGREI – annuncio di una prossima recensione

Festival Pozzuoli
Per confermare il mio modo di avvicinarmi alla lettura critica dei testi intendo far sapere che, dopo aver letto “Gli incendi del tempo” di E.B. Cirillo, ho avviato la lettura di “Posidonia” ,scritto da Elisabetta Montaldo che tratta della bellissima storia d’amore fra la sua nonna materna, grande attrice italiana, ed il capitano procidano Leonardo Pescarolo. Le atmosfere sono magiche e rimandano alle mie reminiscenze personali. Ne parlerò dopo la lettura e dopo aver avviato altre letture. Andiamo avanti.

LA POETICA DELLE INTERCAPEDINI – “E’ DI VETRO QUEST’ARIA” di Monica Pareschi

 

 

 

Pareschi
e' DI VETRO QUEST'ARIA
CAMPI FLEGREI

 

FESTIVAL DELLA LETTERATURA NEI CAMPI FLEGREI
“E’ di vetro quest’aria” di Monica Pareschi – LA POETICA DELLE “INTERCAPEDINI”
Dopo aver letto un libro, per poterlo comprendere,entro i miei limiti, a pieno, ho la necessità di fermarmi e di riflettere. A volte come in questo periodo nel quale leggo tantissimo, dopo aver finito una lettura ne avvio subito un’altra. A qualcuno questo metodo non piace perché, dice, gli crea confusione. Io sono fatto così: voglio apprezzare la diversità fra uno stile e l’altro, fra un autore e l’altro, fra una storia e le altre, ed è così che mi aiuto in quest’impresa.
“E’ di vetro quest’aria” di Monica Pareschi – edizioni Italic Pequod 2014 appartiene a quei libri (agili nella forma tascabile e non corposi nella stesura di poco più di un centinaio di pagine suddivise in sette racconti brevi – solo uno dei quali – “Il Progetto” – è più esteso) che già prima di finirli vorresti riprendere a leggere.
Lo stile non è di quelli semplici e piani, il livello è colto ed alto e la “rilettura” ti aiuta ad entrare meglio in sintonia con l’autrice. La prosa si avvale di un’esperienza letteraria internazionale, acquisita nel tempo attraverso la traduzione di grandi classici contemporanei (Doris Lessing, Bernard Malamud, James Ballard); la narrazione si caratterizza forse anche per questi riferimenti autoriali per essere calata in luoghi “estranei” alla nostra Cultura, mai banali, mai volgari, di certo elitari e raffinati; le ambientazioni sono gelide, nordiche, anonime, spesso “scialbe ed incolori” come le albe del protagonista de “Il progetto”. La forza della prosa di questo libro risiede nell’incisività, nell’asciuttezza, nel realismo, in una certa magistrale crudezza, una forma di cinismo e di estraneità che spesso porta ad uno sguardo freddo ed esterno rispetto alle vicende narrate. Lo scorrere della vita si realizza nei diversi racconti ed in diversi modi attraverso momenti unici difficilmente comprensibili nell’immediato (ecco perché necessitano di una rilettura). I racconti appaiono come tessere spaiate di diversi puzzle che non riescono ( e se lo faranno, dureranno fatica) a comporsi; sono infatti “tranches de vie”, attimi e sequenze, osservate e seguite con la freddezza di chi si lascia coinvolgere con parsimonia; c’è una quotidianità portata all’eccesso ed esaltata con bravura a livelli letterari sublimi (solo per riferire degli esempi si legga la parte finale di “Corpo a corpo” pag. 34; oppure quella, anche questa conclusiva del già citato “Il progetto” e l’intero coinvolgente racconto “Come in autunno sul boulevard” con le sue atmosfere che non possono essere nascoste ad un cinefilo.
Non esistono, come i più attenderebbero, dei percorsi che si concludono. Gli eventi importanti sono “prima” forse “dopo”. E’ come se si privililegiassero gli “spazi vuoti”, cio che esiste “tra” non ciò che accade “in”. E’ la poetica delle ”intercapedini”.
Leggetelo e rileggetelo, vi farà bene!

GLI INCENDI DEL TEMPO di EMILIA BERSABEA CIRILLO anticipazione

 

Gli incendi del tempo

 

Al Festival della Letteratura nei Campi Flegrei incontreremo Emilia Bersabea Cirillo, di professione architetto ma squisita autrice di racconti. Sto per terminare la lettura del libro che presenterà fra Pozzuoli Bacoli e Monte di Procida (per l’appunto, i Campi Flegrei) tra il 26 ed il 27 settembre p.v.. Si tratta di “Gli incendi del tempo” e per ora mi affido ad una parte del commento sulla quarta di copertina ossia l’ultima pagina: “Sette racconti che parlano d’amore, dove l’esilio e la memoria, la musica e il sogno, la politica e la nostalgia si rincorrono senza tregua…” Mi manca di leggere gli ultimi due racconti e stasera di certo mi fermerò a riflettere. L’imbarazzo che ho è elemento positivo per l’autrice: ho difficoltà a trovare punti deboli nella narrazione che risulta scorrevole, rapida, fatta spesso di dialoghi che riescono a prendere il lettore coinvolgendolo emotivamente, un lettore come me che ritrova in quelle pagine sentimenti comuni per i comuni percorsi che abbiamo attraversato. Una delle risposte a questo imbarazzo è un elogio positivo per l’organizzatrice principale del Festival cui va il mio (ed il nostro) ringraziamento: Angela Schiavone, che ha saputo scegliere i partecipanti a questi incontri di fine settembre. A breve, dunque, stilerò un commento più ampio su questo libro.

Il video allegato in alto è una Sintesi di alcuni momenti della seconda Edizione del Premio Sovente collegato a Libri di mare libri di terra nell’ambito del Festival della Letteratura nei Campi Flegrei che si è svolto lo scorso anno.