NON E’ TEMPO DI NOSTALGIA – JOSEPH FARRELL INTERVISTA FRANCA RAME

 

Farrell e Rame

 

 

Joseph Farrell è uno studioso scozzese (là dove il prossimo 18 settembre si terrà una consultazione referendaria storica) Professo Emeritus di Italianistica, dal 2005 per meriti attinenti all’Italia è Cavaliere della Repubblica. Ha una passione particolare per la Storia della cultura siciliana e per il Teatro italiano, ragion per cui si è avvicinato a due protagonisti importanti del nostro Teatro, Dario Fo e Franca Rame, riconoscendo in loro uno dei pochi esempi moderni ma anche archetipici della costruzione e della pratica teatrale. La storia di Franca Rame (Dario Fo in questo volumetto è visto essenzialmente come il compagno che Franca ha voluto fosse al suo fianco) mantiene le sue forti radici nella Commedia dell’Arte. Franca già dai primi giorni di vita viene portata sul palcoscenico e quindi annusa gli odori e condivide le difficoltà di una vita necessariamente raminga per i paese della Bassa Val Padana. Burattinai e marionettisti, di fronte al mutamento della società coll’avvento della televisione, riconvertono le loro attività in un Teatro improvvisato che si basa sulle vicende reali dei luoghi e dei personaggi, che in questi luoghi agiscono, paese dopo paese con una tecnica, quella dell’ascolto, che era praticata dai teatranti del Seicento. La giovanissima Franca Rame acquisisce questa capacità sul campo, sulle tavole e nei luoghi pubblici frequentati dalle persone vere. Il libro, nel quale Joseph Farrell riporta un’intervista (l’ultima o forse una delle ultime) a Franca Rame, parte per l’appunto dall’esperienza che parte dal basso di un TeatroVita (sociale, civile, politica in senso altolato) che ha caratterizzato la forma mentis della grande attriceautrice scomparsa. Si tratta di “Non è tempo di nostalgia” edito nel 2013 da DELLAPORTA editori. Nella Storia di Franca si inserisce poi con modalità che lei stessa descrive rocambolesche la Vita ed il Genio di Dario Fo. Joseph Farrell ha scritto anche “Dario e Franca. La biografia della coppia Fo – Rame attraverso la storia italiana”. Il titolo è ovvio ma significativo, in quanto seguendo le vicende di questa coppia di artisti si viene a conoscenza di parte notevole della nostra Storia (dal Fascismo all’Antifascismo, dalla Liberazione agli anni del dopoguerra contrassegnati dalla supremazia della Democrazia Cristiana e caratterizzati da un perbenismo diffuso e da una censura pressante, dagli anni di piombo al sequestro Moro, dal femminismo al post-femminismo, dagli anni del Centrosinistra craxiano a quelli del berlusconismo inframmezzati da Mani pulite fino ai giorni nostri). Un libro di Storia, dunque, del Teatro ma anche della Società; della Società ma inevitabilmente del Teatro italiano. E’ piacevole leggere Farrell ed è un piacere ascoltare Franca Rame. Il libro, dopo una breve introduzione di Farrell, si suddivide in 6 parti (1. Figlia d’arte; 2. A nous deux, maintenant!” La prima compagnia Fo-Rame; 3. I giullari del proletariato; 4. Il monumento Dario Fo; 5. Scrittura a quattro mani; 6. Religione di una non credente).

Vorrei chiudere con la parte conclusiva dell’ Introduzione di Farrell che rende onore a Franca Rame per la sua sensibilità civile: “Franca Rame si impegnata, fuori dal teatro, con esseri umani a disagio in questo mondo – i detenuti e le loro famiglie, i disabili, i giovani con problemi di droga. Spesso ha sostenuto che fare l’attrice in fondo non le piace e che se fosse nata in una famiglia di idraulici, sarebbe diventata idraulica. Può darsi, ma quel che è più significativo è il fatto che grazie al lavoro fatto, è riuscita anche a portare avanti le altre cose in cui crede. E questo non è poco. Invece di cercare di moltiplicare varie Franca Rame forse possibili, è meglio celebrare quella che c’è, con le convinzioni e le esperienze esposte da Franca in questa intervista.” BUONA LETTURA

Franca Rame e Farrell

Incontreremo Joseph Farrell il 26 settembre al FESTIVAL DELLA LETTERATURA NEI CAMPI FLEGREIFestival Pozzuoli

 

DEMOCRAZIA E COERENZA vanno a braccetto (per qualcuno sì e per altri no)

Nella nostra società tanti sono in profonda sofferenza, in particolare le giovani generazioni che non trovano, avendone conquistato i diritti con il loro impegno nello studio, la giusta collocazione nel mondo del lavoro e sono costretti anche a rinunciare a costruire un futuro creando i presupposti per un disastro “sociale” di immani ed inedite proporzioni; non vedono affermati vecchi e nuovi diritti e sono condizionati da un mercato del lavoro selvaggio. Ed anche la Politica nel suo complesso non riesce a star dietro alla domanda di “giustizia” che si leva. Questa realtà la osserviamo e cerchiamo di analizzarla con pazienza ma i tempi sono frenetici e non ci consentono grandi pause di riflessione. A tutto questo si può rispondere con nervosismi ed isterie; c’è chi risponde con un “NO” fermo nei confronti di chi si è arrogato poco democraticamente alcune scelte ammantandole, indorandole, imbiancandole di una “patina” di Democrazia e c’è chi, per conve-coerenza, nella speranza di tempi migliori ha voluto impegnarsi nella campagna politica. I fatti sono chiari e non si accettano lezioni “postume” di Democrazia da parte di coloro che hanno scelto di subire le umiliazioni piegando il capo ed andando avanti perché a qualcuno questo faceva comodo ed a qualcun altro avrebbe potuto fare “poi” comodo. Se poi si vogliono esaminare i fatti concreti, è stata attuata una “dissociazione” davvero originale nel corso di questi mesi e si continua su questa strada, dal momento in cui si scopre la pratica della Democrazia come prassi necessaria si difende un Partito verso il quale si è lanciato strali e semmai si continua a tenere i piedi in diverse staffe nel rispetto del trasformismo ad uso personale non di certo emule di Leopoldo Fregoli o Arturo Brachetti. Non si accettano, anche se è un controsenso-paradosso (ed il rispetto delle idee deve essere mantenuto altissimo), lezioni di Democrazia se questa poi non viene rispettata e praticata.