PARLAVAMO DI PROPOSTE – ADSP – CIRCOLO DELLE IDEE PROPOSTE E PROTESTE – PROTESTE E PROPOSTE Forse più proposte che proteste – ma i “SORDI” (pardòn “IPOACUSICI”!) hanno bisogno di URLA

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PARLAVAMO DI PROPOSTE
ADSP – CIRCOLO DELLE IDEE PROPOSTE E PROTESTE – PROTESTE E PROPOSTE Forse più proposte che proteste – ma i “SORDI” (pardòn “IPOACUSICI”!) hanno bisogno di URLA

Ieri parlavamo di PROPOSTE in merito alla chiusura del Centro per l’Anagrafe di via Lorenzo da Prato a San Paolo perché – per chi opera sui territori (e noi siamo a San Paolo) – si tratta proprio di un progressivo e profondo depauperamento delle “periferie” soprattutto se si tiene conto dello “stato delle cose” negli ultimi anni (ma sono parecchi!) e di come a chiacchiere si dica di voler valorizzare (il “rammendo” ha dal punto di vista semantico un suo senso, ma finisce lì – nel semantico!) le periferie e poi ci si muova al massimo solo per soddisfare il proprio “ego” (mi riferisco ad interventi collegati ad iniziative molto autoreferenziali e di dubbia utilità per il benessere delle masse). Inoltre ci si muove anche sventolando la bandiera della razionalizzazione per portare via i servizi ai cittadini accentrandoli (qualcuno mi dirà che si tratta in pratica di una forma di decentramento ma nei fatti i servizi di Anagrafe si allontanano e quelli sanitari vanno in fumo nelle grinfie potenti dei “privati”) o, se vi piace di più la parola (ma l’effetto è lo stesso), dislocandoli.
Quali siano le PROPOSTE lo avevamo già detto e scritto qualche mese fa: 1) mantenere i servizi migliorandoli ulteriormente con l’ausilio di una “campagna di informazione e di alfabetizzazione informatica ad uso degli anziani e delle famiglie con difficoltà economiche”;
2) trasferire in ambienti idonei ma contigui il Distretto Sanitario: capannoni vuoti sfitti disponibili e riadattabili ve ne sono a iosa (la crisi ha fatto chiudere molte attività ed ha impoverito il territorio e, di conseguenza, non è difficile reperire uno “spazio” da utilizzare ad hoc in zona San Paolo. Su questo ci sono “promesse”, che – conoscendo i nostri “polli” difficilmente saranno mantenute;
3) avevamo anche proposto che fosse mantenuta in piedi una struttura “volontaria” di Assemblea circoscrizionale con incarichi di tipo politico-amministrativo “senza alcun tipo di compenso” a cittadine e cittadini elettei a tale scopo (è evidente che per essere elettei occorra proporsi e quindi occorra anche accettare la completa volontarietà dell’impegno).
In sintesi, ecco le nostre proposte avanzate già lo scorso anno!

Un’anticipazione: il 17 e 18 aprile a Prato MELANIA PETRIELLO presenterà il suo “AL MIO PAESE. SETTE VIZI UNA SOLA ITALIA” eDimedia Edizioni – eccone l’introduzione

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Dall’introduzione di Melania Petriello

In un pomeriggio di ordinaria (auto)sopportazione, ho aperto il cassetto dei sogni possibili: l’ideificio che avete in mano è la prima cosa balzata fuori.
Al mio Paese è il viaggio dell’occhio che guarda per raccontare, utilizzando il filtro della lingua, della catarsi, della identificazione.
Della dissomiglianza. Della coralità.
È uno sforzo. Un rigurgito. Il ticchettio delle lettere sulla tastiera. L’abat-jour che fa compagnia perché scaccia lo spettro del buio.
Il paradigma della frattura tra ricerca e giornalismo, che attiene alla necessità storica di ricontestualizzare la memoria. E che abbiamo il dovere di raccontare, per vincere la resistenza della demagogia e della disaffezione.
La cultura è la sola risposta. Magari altra. Magari molteplice. Magari capovolta.
Abbiamo preso in prestito personaggi e illusioni, spazi e tempi delle convivenze nazionali per ricomporre pennellate dal cromatismo nuovo, inforcando la lente d’ingrandimento, che pesca dall’abisso la metafora dei vizi capitali.
Sette espedienti, radicati nell’animo, per mettere a nudo il Paese nostro.
Sempre in bilico tra cronaca e narrazione tout court. Io sono l’Italia. I nove, eccellenti giornalisti che hanno impreziosito queste pagine, sono le tante Italie che in essa si celano.
(…)
La sfida etica, oltre che estetica, del foglio bianco che partorisce storie, si vince ad occhi chiusi. E con il cuore aperto. Ho lasciato il cuore lì, sospeso tra i segni, perché intercettasse suggestioni, per riplasmarle.
La destinazione di questo libro è stata il suo viaggio, brulicante di bellezza.
Felicità è strappare un’idea al tempo, sapendo che nella corsa hai qualcuno accanto che sorride di complicità.
A me, hanno sorriso i migliori.
Buona lettura.

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