Una grande sfiducia verso la classe politica, verso le forze politiche ed i suoi rappresentanti: introduzione

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Una grande sfiducia verso la classe politica, verso le forze politiche ed i suoi rappresentanti: introduzione

Tra poco più di due settimane andremo al voto; in sette regioni italiane si vota per rinnovare i consigli regionali ed eleggere i presidenti delle regioni (Campania, Toscana, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta, Marche e Puglia) ed in 1178 comuni si rinnoveranno le Amministrazioni. Inoltre si voterà in tutto il territorio italiano per il referendum costituzionale che chiede il taglio del numero dei parlamentari.
Intorno a questo appuntamento, che per l’appunto coinvolgerà l’intero elettorato, si concentra la massima attenzione, in modo naturalmente collegata allo scontro tra chi ha proposto tale riduzione e di chi viceversa le ha in qualche modo accolte subendole ed ora vorrebbe ovviare votando un “NO”.
La vicenda ha dei toni paradossali davvero tipici di un teatrino dell’assurdo. A me viene in mente quel “mantra” berlusconiano del “teatrino della Politica” che si voleva superare, sostituendo al “chiacchiericcio” il “fare”. Tuttavia dalla discesa in campo con la vittoria del Centrodestra berlusconiano del 1994 ad oggi, pur resistendo l’ex Cavaliere circa un ventennio, nulla è cambiato quanto alle modalità rituali della Politica, fatte soprattutto di lunghi e defatiganti confronti. Ma questa è una “notazione a margine”: dopo tutto il confronto e dunque le discussioni rimangono per me sempre il sale della Politica e della Democrazia. A meno che dietro tutte queste diatribe non vi sia l’incoerenza. Il paradosso di questi giorni è collegato al fatto che la stragrande maggioranza alla Camera (presenti 569, votanti 567, favorevoli 553, contrari 14, astenuti 2) delle forze politiche meno di un anno fa, l’8 ottobre del 2019, ha approvato in via definitiva la proposta di legge costituzionale A.C. 1585-B.

Riporto dal sito ufficiale del Governo, Dipartimento per le Riforme Istituzionali

http://www.riformeistituzionali.gov.it/it/la-riduzione-del-numero-dei-parlamentari/:
La proposta di legge costituzionale prevede una drastica riduzione del numero dei parlamentari modificando gli articoli 56 e 57 della Costituzione passando dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a 200 senatori.
L’obiettivo è duplice: da un lato favorire un miglioramento del processo decisionale delle Camere per renderle più capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini e dall’altro ridurre il costo della politica (con un risparmio stimato di circa 500 milioni di euro in una Legislatura).
La riforma consentirà all’Italia di allinearsi al resto d’Europa: l’Italia, infatti, è il paese con il numero più alto di parlamentari direttamente eletti dal popolo (945); seguono la Germania (circa 700), la Gran Bretagna (650) e la Francia (poco meno di 600).
La riduzione del numero dei parlamentari entrerà in vigore dall’inizio della prossima Legislatura e richiederà un modestissimo adeguamento della legislazione elettorale senza alcuna alterazione del sistema elettorale vigente.

Qui di seguito dal sito ufficiale della Camera dei Deputati:
https://www.camera.it/leg18/1132?shadow_primapagina=9600

La Camera ha approvato, in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei componenti, la proposta di legge costituzionale: Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato, approvata, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, dal Senato) (C. 1585-B).

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