Pubblico questo post appena chiuse le operazioni di voto.

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Ad urne chiuse e mentre le operazioni di voto sono ancora in corso provo a costruire delle previsioni, e sarò forse anche molto severo.

Facciamo il punto: ho votato intorno alle sette e mezza di ieri domenica 20 settembre. Ora dirò come ho votato per il Referendum; non dirò cosa ho votato per la Regione Toscana.

Per quest’ultimo tema scrivo che, nel caso in cui si dovesse andare al “ballottaggio” tra Centrosinistra (Giani) e Centrodestra (Ceccardi) sceglierò tra tre opzioni: 1) non andare al seggio (visto il periodo, forse “non andrò al mare”); 2) votare scheda bianca; 3) annullare con una chiara attestazione la scheda con “Questo o quella per me pari sono”.
Come ho da tempo anticipato confermo di aver votato SI per la riconferma della riduzione numerica dei parlamentari. Sono sempre più convinto che, solo se la legge costituzionale approvata dal Senato della Repubblica, in seconda votazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, nella seduta dell’11 luglio 2019, e dalla Camera dei deputati, in seconda votazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, nella seduta dell’8 ottobre 2019, verrà confermata potremo procedere per una Riforma complessiva pienamente rispondente ai valori fondamentali della nostra Carta costituzionale. Potremo intervenire per creare un humus virtuoso diffuso sui territori, allo scopo di allargare i processi partecipativi non in maniera “fittizia” come è adesso. Chi è contrario a questa riduzione non ha veramente a cuore i processi partecipativi. Chi vuole che vi sia una Democrazia rappresentativa più forte – come sostengono gli assertori del NO – dovrebbe comprendere che è insostenibile il mantenimento di un apparato unico centralizzato così come è oggi previsto e dovrebbe aver ben compreso che è solo come correttivo alla riduzione che si potrà più fortemente richiedere che siano riconosciuti istituzionalmente rappresentanti dei territori per la costruzione di una vera Politica partecipata. Chi ha sostenuto e sostiene che non sia di Sinistra colui che vota SI o mente sapendo di mentire oppure, obnubilato dagli deologismi, non si è nemmeno reso conto che – laddove prevalesse il NO – sarebbe opera di una massiccia adesione delle Destre, le peggiori fin qui provate nel periodo “democratico”. E non finisce qui! Poichè la proposta per il SI è partita dalle due principali forze politiche che formano l’attuale assetto governativo (M5S e PD) laddove il “popolo” rigettasse la proposta con la prevalenza del NO sarebbe logico aspettarsi le immediate dimissioni dell’attuale Governo con tutte le conseguenze del caso in un periodo così delicato per la storia del nostro Paese. Bella operazione avrebbero fatto coloro che si reputano esclusivi detentori del pensiero di SINISTRA.
Quanto al Partito Democratico la cui Direzione ha dato il via libera al SI con 188 favorevoli, 13 contrari, 8 astenuti ( 11 non hanno partecipato al voto ) a me è parso un gesto doveroso ma affine al vituperabile perenne inossidabile “teatrino” della Politica, che sarebbe da riformare ed è purtroppo irriformabile. Dico questo, perché il “via libera” non è servito a nulla, visto che in tantissimi membri dell’apparato partitico si sono straimpegnati per il “NO”, impegnandosi ventre a terra per il rigetto della proposta referendaria, trincerandosi dietro un “voto di coscienza” in dissenso. Passasse il NO (lo dico agli amici del PD zingarettiano) l’intera Direzione dovrebbe rassegnare le dimissioni.
Concludo questo post riservando un pensiero alla Sinistra, quella che ritiene di essere l’unica depositaria della Verità. Quella che dopo aver attaccato la candidatura del rappresentante del Centrosinistra si ritroverebbe a votare per lui in un possibile ballottaggio. Tale gesto è legato alla frequente resipiscenza della Sinistra che la porta a votare quello che si definisce “il meno peggio” (Giani). Se fossi in lui mi sarei già offeso; ma – lo si sa da tempo – i politici di professione (e non solo quelli) hanno il pelo sopra il cuore e se ne strafregano. Io, di Sinistra, che ho votato SI ho detto quel che farei nel ballottaggio. Trovo per ora superfluo dire di più.

Giuseppe Maddaluno

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