parte 2 – POESIA SOSTANTIVO FEMMINILE – 2022 – un recupero dei testi di presentazione, introduzioni e Saluti (la prima parte dell’Introduzione del 2012)

“Poesia Sostantivo Femminile” è stata organizzata dal prof. Giuseppe Maddaluno insieme alla Circoscrizione Est  dal 2001 fino all’anno 2009.

Dal 2010 è organizzata dall’Associazione Dicearchia 2008 sempre con l’appoggio di una parte della Circoscrizione Est, i gruppi PD, IdV e SeL che credono nel valore di questa iniziativa.

Le autrici e gli autori hanno inviato sotto la loro diretta responsabilità le poesie L’organizzazione declina qualsiasi responsabilità relativa alla proprietà culturale dei materiali inviati, la maggior parte dei quali attraverso mail afferenti alle autrici ed agli autori.  L’impaginazione è stata curata direttamente da Maddaluno e supervisionata tecnicamente da Giacomo Doni della Tipografia Si Stampa

Presentazione del libretto

“POESIA SOSTANTIVO FEMMINILE”

dodicesima edizione (2012)

Con la dodicesima edizione di “Poesia Sostantivo Femminile”, ancora una volta, è gradito desiderio soffermarsi a parlare di donne, nel predisporre un libretto di poesie a loro dedicato in occasione della festa dell’8 marzo.

Si coglie l’opportunità per accendere i riflettori su quella che è sempre stata ed è tutt’oggi la condizione umana più discriminata del nostro pianeta.

Tenuto conto, infatti, della situazione femminile nella storia umana, si può arrivare facilmente alle conclusioni che la donna è sempre stata costretta a ricoprire un ruolo subalterno, comunque secondario se non addirittura marginale e, salvo poche eccezioni, con quasi nessuna possibilità di partecipare alla gestione della “cosa pubblica”.

Ancora oggi, malgrado le lotte e la maggiore disponibilità e sensibilità, siamo ben lontani dal raggiungere la piena parità fra i due generi umani.

Il nostro paese non fa eccezione. Con la crisi che ci attanaglia e con la prospettiva incerta del futuro, le donne diventano l’elemento debole che deve sopportano il carico più pesante della situazione.

Per le assunzioni si pretende la sottoscrizione di licenziamenti in bianco tanto che la maternità, invece di essere quell’evento bellissimo e desiderato quale dovrebbe essere, si configura come lo spauracchio per la perdita del proprio posto di lavoro.

Le donne sono quelle più licenziate, quelle più penalizzate negli stipendi, le più discriminate nella carriera perché se ne ostacola l’accesso ai ruoli dirigenziali.

La politica fa la sua parte, espellendole dalla scena pubblica più dei “maschietti”, o attribuendo loro cariche di minor rilievo.

In famiglia le condizioni non migliorano: in Italia il 70% del lavoro domestico grava sulle spalle delle donne; le cure parentali e quelle rivolte ai familiari anziani o infermi sono per lo più un carico femminile.

All’interno delle mura domestiche la violenza è maggiore che fuori: il 70 % dei “femminicidi” avviene in famiglia.

In Italia ogni tre giorni una donna muore per mano di un uomo. E sono spesso gli stessi partner o ex partner, quelli che le dovrebbero amare o aver amato, a compiere i gesti più cruenti in nome di una perverso idea di possesso: “E’ mia e deve tornare da me”. Sono uomini che non accettano la libera scelta della donna che vorrebbero sempre a loro assoggettata.

Spesso le violenze non vengono neppure denunciate: anche oggi accade che, in alcune situazioni, le violenze domestiche non vengano percepite come reato, specialmente in presenza di contesti “patriarcali” esistenti ancora nel nostro paese.

Si commettono anche infanticidi, come da cronache recenti, pur di “punire” la donna, in un delirio infinito che non tende ad attenuarsi in questi anni.

Vi sono, inoltre, le violenze meno apparenti, ma più subdole, che condizionano pesantemente la vita delle donne all’interno del contesto familiare: le violenze psicologiche e quelle di natura economica, facili da reiterare con soggetti più deboli per condizione sociale, culturale, lavorativa ed anche per motivi di salute……continua

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