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UN VORTICE PERICOLOSO

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UN VORTICE PERICOLOSO

Anche se è vero che la Storia può insegnare a produrre comportamenti virtuosi, attraverso la sua conoscenza approfondita, è altrettanto certo che, proprio attraverso gli studi scientifici e seri è del tutto improbabile che le vicende si ripetano in modo pedissequo. Dunque, accanto alla Cultura, nel senso più ampio del termine, bisogna agire,  nei diversi contesti all’interno dei quali ciascuno di noi opera,  con la consapevolezza degli effetti che le nostre azioni, o inazioni, comportano.

Molto raramente troviamo qualcuno dei protagonisti piccoli medi o grandi della Società e della Politica del nostro Paese che esprima una qualsiasi forma di autocritica, che riconosca di avere agito prefiggendosi obiettivi personali di ambizioni, suoi specifici interessi, ammantandoli con falsi ideali riconducibili alle forze politiche e sociali di appartenenza. E’ soprattutto la ricerca dell’ottenimento di fette di Potere nella società il cancro mortale che sta rovinando le nostre vite. In questa direzione non c’è più molta possibilità di riprendere una strada che possa dare risposte concrete alle innumerevoli e diversificate richieste di attenzione che provengono da parti spesso contrapposte, alcune delle quali non sono più in grado di apparire credibili. Nessuno è – sempre più – immune dall’accusa di non essere “onesto” (utilizzo il termine di riferimento urlato dal Movimento 5 Stelle che lo ha utilizzato nelle piazze), ed  è molto difficile riconoscerlo, anche perché ciascuno porterebbe a suo discarico il diverso livello di “onestà”.

Questi percorsi diversificati e trasversali di trasgressività  giustificata finiscono per condizionare qualsiasi intervento legislativo. E’ d’altronde molto evidente che ad ogni azione regolativa che lo Stato nelle sue diverse forme di rappresentanza ha inteso proporre non è stato  mai corrisposto un rispetto  sia da parte di chi avrebbe dovuto applicare quelle “regole” sia da parte di chi le avrebbe dovute  rispettare.  A volte accade anche che dal punto di vista educativo gli adulti non siano il buon esempio per i più giovani; negli ultimi tempi troppe volte abbiamo assistito ad una forma di aggressività nei confronti di pubblici funzionari (insegnanti, impiegati, operatori), rei di appartenere a categorie che mediaticamente sono apparse sempre più indebolite da casi di comportamenti singoli sanzionati penalmente.                                                                             Si è creato un clima di tensione palpabile che potrebbe condurre ad una fase difficile di “non ritorno”!

Nell’ultimo anno in particolare questo si è espresso a ridosso delle contese politiche, nel corso delle quali alcuni partiti e movimenti, nell’intendimento “democratico” di ottenere consensi, hanno tuttavia cavalcato forme demagogiche e populistiche come il “sovranismo” (riferito al “popolo sovrano”, espresso in quel “Prima gli italiani” della Lega), agitando le piazze contro i Partiti di Governo degli ultimi anni, colpevoli a loro dire della situazione precaria attuale della nostra società.  La vittoria di queste forze nella contesa del 4 marzo ha  creato un vortice pericoloso di tensione  da governare, perché ora la gente, sia quelli che hanno mostrato favore per quelle forze politiche sia in gran parte coloro che hanno votato “altro” o si sono astenuti, attende risposte alle promesse.  Basta essere in un mercato, in un ufficio pubblico, in treno o in una piazza ed ascoltare per rendersene conto.

Certamente lo avrebbero potuto fare prima anche quelle forze che il 4 marzo sono uscite sconfitte; dire che alcune/i di noi lo avevano detto serve a poco, oggi. Ed indubbiamente siamo tutti responsabili di quanto accade ed anche di quello che potrebbe accadere. Lo si sappia.

Ne riparleremo, se ce ne sarà il tempo.

 

Joshua Madalon

 

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PASSEGGIATE FLEGREE 2018 e dintorni – parte 9

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PASSEGGIATE FLEGREE 2018 e dintorni – parte 9

 

Di fronte la collina di Capodimonte sotto la quale si sviluppa il vallone della Sanità lasciava intravedere il verde della campagna e la struttura tufacea, un panorama collinare con alberi da frutta rari ma ricchi e abbondanti. Case povere, piccoli orti,  strade ridotte a poco più di una mulattiera che si inerpicavano. In noi ricordavano i luoghi delle “pagliarelle” caserecce dove bere un buon bicchiere di vino fresco ed intrecciare storie d’amore godendosi il panorama classico partenopeo.

 

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Eravamo ormai davanti alla Chiesa Maria Santissima del Carmine, costruita tra il 1878 ed il 1884 proprio come luogo di culto attiguo al Cimitero delle Fontanelle. Non contiene opere importanti ma è stata abbellita nel 2016 quando all’esterno sulla facciata della canonica e del campanile è stato realizzato un variopinto e suggestivo murale ad opera degli artisti Mono Gonzalez, Tono Cruz e Sebastian Gonzalez.

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Due passi e sulla sinistra si aprì davanti a noi un ampio varco in fondo al quale si vedeva un immenso spazio alto, buio  e profondo e masse di gente che uscivano e che, come noi, entravano. Entrando ci si rendeva conto di essere in un’enorme cava di tufo utilizzata fino a metà del 1600, quando, a causa di una pestilenza cominciarono ad esservi depositati i corpi dei defunti. Con l’andare del tempo, poi, oltre a vittime di altre epidemie, trovarono ricovero le ossa dei morti degli ipogei bonificati dopo l’arrivo dei napoleonici. Era impressionante  la sistemazione precisa delle diverse parti dello scheletro, qui i crani, qui le tibie, qui altre ossa ben ordinate. Nel corso dei secoli c’è stato un culto molto intenso verso questi resti da parte di alcune donne cui veniva riconosciuto una funzione importante da essere considerate “maste” cioè “capo”. Sono state loro a mettere quell’ordine e quella cura per quelle povere anime chiamate amorevolmente “pezzentelle”, poverine per l’appunto.

 

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A me vennero in mente le celebri inquadrature del film di Rosselini, “Viaggio in Italia” del 1954 con Ingrid Bergman che dopo aver visitato altri luoghi a me molto cari, come l’antro della Sibilla a Cuma e il vulcano Solfatara, entrando proprio dal’ingresso della Chiesa Naria Santissima del Carmine, si trova all’interno del Cimitero delle Fontanelle.

La guida ci descrisse ogni spazio con grande precisione, aggiungendo ad ognuno di essi degli aneddoti, delle curiosità.

Prima di lasciarci volle però farci un dono recitando con grande maestria la famosa poesia di Totò, “’A livella”. Applausi finali e saluti.

Ciascuno ritornò per proprio conto lentamente godendosi la tranquillità della strada. Approfittai anche a ritorno dei bagni del “Munacone” e poi utilizzammo l’ascensore per risalire su via Santa Teresa degli Scalzi. Avevamo un appuntamentoin una pizzeria senza glutine in via Bellini, a due passi dall’Accademia di Belle Arti, dalla Galleria Principe Umberto, da Piazza Dante.

Se avrete modo di essere a Napoli non mancate di farvi accompagnare in questi luoghi. Ce ne sono molti, ma il grande ipogeo delle Fontanelle è ben superiore a qualsiasi altro. E tutto il resto che vi ho descritto sommariamente e che noi stessi ci ripromettiamo di approfondire in una delle nostre prossime puntate in quella città che, non lo dimenticate, è la mia città natale.

L’Associazione culturale cui ci eravamo rivolti è Insolitaguida e la trovate su Internet. Ci sono anche altri itinerari curiosi ed interessanti dal punto di vista culturale, sociale, storico ed antropologico che potrebbero essere di vostro gradimento.

Il culto dei morti è ovviamente un aspetto archetipico che coinvolge tutte le civiltà; a Napoli come per tante altre caratteristiche c’è uno sviluppo abnorme paradossale di queste attività volontaristiche. Ne sono prova anche alcuni riferimenti culturali artistici poetici e teatrali di cui tratterò in un prossimo post.

 

Joshua Madalon

PASSEGGIATE FLEGREE 2018 e dintorni – parte 8

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PASSEGGIATE FLEGREE 2018 e dintorni – parte 8

 

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Dall’interno attiguo alla sagrestia c’è la possibilità di visitare le Catacombe di San Gaudioso ma il tempo che era stato previsto per noi non ci consentiva di fermarci. Ad ogni modo ci ripromettemmo di farlo quanto prima.

Pur tuttavia una breve sosta nello spazio ellittico del chiostro la facemmo anche per ascoltare la nostra guida, che accennò ad alcune iniziative culturali di arte contemporanea  che si erano svolte in quegli spazi. Mi lesse nel pensiero e nel bisogno quando consigliò a tutti noi di approfittare della disponibilità di bagni comodi prima di proseguire il nostro cammino.

Avevamo intravisto un viavai di giovani, stranieri. Uscendo poi di nuovo sulla Piazza da un portone secondario del complesso ci accorgemmo che si trattava di un “Bed and breakfast” intestato al “patròn”, il cosidetto “Munacone”, san Vincenzo Ferrer, la cui statua è considerata miracolosa da quando nel 1836 nel primo martedì del mese di luglio, il 5 per l’esattezza, l’epidemia di colera che aveva colpito la città di Napoli fu fermata grazie all’intercessione del Santo portato in processione.

Per proseguire verso il Cimitero delle Fontanelle, luogo finale previsto nel programma, si passa sotto il cavalcavia di Santa Teresa degli Scalzi, strada che sale verso Capodimonte e scende verso il Museo, come genericamente si suole chiamare il Museo Archeologico. Per chi voglia proseguire più rapidamente verso quei due luoghi c’è un comodissimo e gratuito ascensore.

Andando avanti la strada saliva lievemente, impercettibilmente e si passò accanto alle mura della struttura che ospita il Centro d’accoglienza “La Tenda”, un luogo che dal 2005 si è aperto ai bisogni degli “ultimi”, di quelli senza fissa dimora e per fornire servizi educativi e sociali alle famiglie ed attivare percorsi di aggregazione riservati ai minorenni. Il Quartiere ha una sua connotazione “negativa” mediatica che è mitigata dalla presenza di questi “angeli”. In verità, di tanto in tanto, girando lo sguardo noti la presenza inquietante di pattuglie militari in assetto antisommossa e ti chiedi a cosa possano servire. C’è qualche tabernacolo dedicato a “caduti” in una guerra insensata per l’occupazione degli spazi ed il conseguimento di un potere “effimero” e malato. Più avanti poi vedi ragazzine ultra-minorenni che, senza casco, ma dotate di cuffia bluetooth, sfrecciano su motori che senza dubbio consideri potenti tra la folla e con grande sicurezza procedono zigzagando tra i passanti.

Il paesaggio man mano divenne più antropologicamente popolare. Le abitazioni vetuste lasciavano intravedere l’impianto tufaceo corroso ma ancora decisamente possente. Qua e là, potevi notare dagli ingressi spalancati di alcune officine e rimesse la profondità verso cui i vani si estendevano, rendendo evidente che si trattava di luoghi ri(s)cavati dal lavoro degli uomini che ne avevano progressivamente estratto veri e propri manufatti per la costruzione di abitazioni solide e naturalmente ben coinbentate. Sulla destra muovendosi verso le Fontanelle un ingresso indicava la presenza di corsi d’acqua sotterranei.

Eravamo ormai convinti di essere fuori dalla città; l’aria che si respirava era davvero salubre. Eppure il caos del traffico non era molto lontano. Al di sopra delle case sulla nostra sinistra proseguiva il suo percorso lineare via Santa Teresa degli Scalzi ed il rione di Materdei.

….fine parte 8…..

 

Joshua Madalon

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FRA PR1

BREVIA con foto

 

BREVIA con foto

Segno dei tempi? C’è qualche articolo del Codice penale che tratti gli “orrori ortografici pubblici”? Anche a questo penserà  il “nobile” primo Ministro? Riuscirà nell’impresa di correggere gli strafalcioni dei suoi Ministri (in primo luogo quelli a lui più vicini!)?

Ai posteri….ma fate presto!

 

J.M.

 

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PICCOLE (ma signifIcative) INEFFICIENZE

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PICCOLE (ma signifIcative) INEFFICIENZE prima parte

72 anni – quasi – ancora abbastanza energico pur se appesantito da una pinguedine accumulata negli anni e non disponibile alle diete, autovalutato poco al disotto della sufficienza “digitale”, decido di recarmi all’Ospedale di Prato, quello nuovo, che non dista molto da casa, cum pedibus.

Non devo provvedere a problemi fisici incombenti; ieri mattina ero passato al Dispensario pubblico in via Vincenzo da Filicaia per ritirare i buoni per la Celiachia per mia figlia Lavinia. E’ appena iniziato il mese di giugno e in vicinanza del periodo estivo mi sono avvantaggiato: avevo saputo da uno dei fornitori dei materiali senza glutine, accreditato  dall’AIC, che la previsione di fornire una tessera elettronica da utilizzare al posto dei buoni cartacei ancora una volta era  stata procrastinata “a data da stabilire”.

Arrivato all’Ufficio non  sono sceso neanche dall’auto perché essendo ancora in possesso di una buona vista pur con ausilio meccanico tradizionale ho letto dal cartello che “L’ufficio è stato dislocato presso l’Ospedale Santo Stefano”, quello nuovo.

Dal sito che consulto direttamente dal mio cellulare ho letto che l’ufficio è aperto dalle ore 11 alle 12.

Sono le 10.30 e mi avvio.

Il sole è già caldo ed il percorso a piedi, pur non distante il luogo da raggiungere, appare già più faticoso del normale. Tra l’altro scelgo di tenere il passo svelto, come a sfuggire il disagio.

Arrivo alla reception per avere indicazioni. Mi indicano il desk della distribuzione medicinali poco più in là sulla destra. C’è una gran fila. Prima di staccare il tagliando decido di informarmi meglio sulla distribuzione dei buoni per la celiachia: “Non è qui” mi dicono “deve andare nell’altra ala, quella del Pronto Soccorso. Segua quella signora! Me lo ha appena chiesto!”.  Ringrazio e rincorro la signora, che gentilmente si offre di accompagnarmi in macchina. Le chiedo se ho capito bene l’indicazione dell’incaricata al desk e declino l’invito, puntando su due aspetti: la  costante presunzione sulle mie forze e la consapevolezza che farò prima di lei, che deve fare la fila per pagare il ticket per uscire dal parcheggio, anche se – immagino e spero per lei – potrebbe essere ancora nella fascia gratuita per il tempo intercorso tra l’arrivo e l’uscita. Puntando su tutto questo, corrispondo alla gentilezza: “Se arrivo prima, come credo, le prenderò il numero”. Come un ragazzino procedo a passo svelto verso il Pronto Soccorso. Ci arrivo trafelato e mi dicono che “Non è qui. E’ nell’altra palazzina”. Brontolo e protesto. Ma decido anche di andare rapidamente, avendolo promesso alla signora.

Raggiungo l’edificio indicato e seguo con puntigliosa attenzione le indicazioni sui vari ingressi. “Distribuzione medicinali” sarà questo, dico tra me e me. C’è una lunga fila e prima di chiedere, anche se sono certo di avere raggiunta finalmente la meta,  piombo direttamente al distributore dei numerini e ne stacco due, uno per la signora, che non è ancora arrivata,  e l’altro per me.  Avendo però  connaturata una certa forma di ansia, chiedo agli astanti, visto che non ci sono addetti all’informazione riconoscibili, di potermi affacciare per avere conferma. Nel mentre sopraggiunge la “signora” gentile alla quale porgo il numerino, come gesto di cortesia; insieme a lei entra anche un’altra donna con il càmice bianco. Chiedo a lei lumi in merito ai motivi della mia presenza. “Non è qui. E’ nell’altra ala, quella principale”……

…fine prima parte…..

Joshua Madalon

 

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ATTENTI A QUEI DUE…e non solo!

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ATTENTI A QUEI DUE…e non solo!

Qual è il messaggio subliminale che viene inviato con la proposta da parte del nuovo Governo  di garantire una tassazione molto vantaggiosa per le classi abbienti,  e meno per le classi popolari?

Parlo di “subliminale” perché è ovvio che le classi popolari in maggioranza a reddito basso lo potranno comprendere soltanto dopo che gli effetti di tali scelte si saranno verificati. “Subliminale” significa che solo attraverso una capacità autonoma connettiva l’annuncio di quelle scelte può essere compreso.

In pratica se quella scelta per ora solo annunciata, ma tuttavia contenuta nei programmi della coalizione della Destra e travasata come “mero annuncio” in quel “contratto” siglato da M5S e Lega, fosse attivata noi ci troveremmo di fronte ad uno dei “paradossi”, delle “contraddizioni” di un Governo che utilizza la parola “popolo” fuori contesto ma con una frequenza esagerata. Quel Governo che si riconosce con chiarezza nel “populismo” (il primo Ministro lo ha esplicitato già più volte, aggiungendo la sua vocazione ad essere “avvocato del popolo”) starebbe fin da ora a preparare una delle più grosse fregature proprio per il “popolo”, creando un conflitto di classe macroscopico. Tuttavia lo ripeto: il popolo se ne accorgerà tardi, dopo che ubriacato dalle proposte di giustizia e onestà (che sono sacrosante, perdinci!) si vedrà offrir un piatto di lenticchie, costituito da qualche deduzione, in cambio di una tassazione che andrà a colpire molto leggermente il mondo delle professioni e dei plutocrati.

Le argomentazioni di Salvini appaiono un proseguimento delle politiche pietistiche e pauperistiche dei Governi  precedenti di diverso segno politico: “i ricchi paghino meno tasse” ha detto il Vice Primo Ministro “perché poi possano spendere ed investire di più”.

Era la stessa idea del Job’s Act e dei suoi atti successivi, con i vantaggi fiscali collegati ai nuovi posti di lavoro a tempo determinato. Sappiamo come  abbiamo giudicato quella scelta, noi di Sinistra, e sappiamo come è andata! Peraltro dal nuovo Governo arrivano proposte di proseguimento della linea portata avanti dal Centrosinistra. Come scrivevo ieri, qualcuno si spinge a sogghignare (lo fa con amarezza, ma lo fa!), rilevando che le politiche precedenti prima disistimate trovano oggi dei sostenitori. Ma è solo un punto di vista, che non condivido! Dall’alto della mia ”debolezza culturale” faccio notare che a tutta evidenza erano quelle “politiche” ad essere molto affini a quelle espresse dai nuovi arrivati. Personalmente ritengo che il Job’s Act sia stato un regalo alle classi più ricche in cambio di scarsissimi vantaggi per i lavoratori, mentre ritengo che ciascuno debba pagare in proporzione progressiva a ciò che guadagna.

Tra l’altro alcuni Ministri hanno ventilato l’ipotesi di non intervenire sulle clausole di salvaguardia sottoscritte dall’Italia con Bruxelles, la qual cosa farebbe lievitare l’aliquota intermedia dell’IVA nel 2019 dal 10 al 12%, e al 13% nel 2020 mentre quella ordinaria passerebbe nel prossimo anno dal 22 al 24,2% e nel 2020 al 24,9% con un notevole aggravio proprio per le tasche dei contribuenti più poveri.

Si può stare zitti e far fare quel che si vuole? Non ci penso proprio!

 

Joshua Madalon

 

 

 

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…erano state/i avvisate/i!

 

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…erano state/i avvisate/i!

In viaggio verso Napoli. Continuo a leggere i dibattiti virtuali e sono sempre più perplesso: mi tocca da una parte difendere il PD, dal quale ho divorziato da un po’ di tempo; dall’altra mi tocca segnalare ad alcuni supporters del PD che stanno prendendo lucciole per lanterne; e dall’altra ancora osservare che anche le critiche, le autocritiche, quando sono ormai sempre più tardive, puzzano di stantio e di strumentale.

Lo avevo già scritto in altre riflessioni qualche mese fa: “Se siete genuinamente critici e non ce la fate più a sopportare la convivenza, fate presto; se lo farete più in là, quando la frittata è fatta, non sarete più credibili!” e così, più il tempo scorre e meno è possibile la ricerca di una via d’uscita che non sia riconosciuta come una forma di ipocrisia strumentale.

Eppure ora assistiamo a critiche spietate da parte di alcuni dirigenti anche nazionali su quel che non si è stati in grado di capire, senza mai aggiungere che fino a ieri si è sostenuta con maggioranze “bulgare”  il Giglio magico renziano, con il rischio, come dicevo prima, di non essere apprezzati. E’ normale ma erano state/i avvisate/i.

Ho accennato ad una mia difesa del  PD, della quale sin da subito ero però pentito.  Un amministratore del M5S è partito lancia in resta per sottolineare come “paradossale” la proposta avanzata da Martina (segretario reggente del PD) a nome del suo Partito di proporre una campagna per il “salario minimo garantito”, accusandolo di voler finalmente fare qualcosa di Sinistra, sottintendendo che ciò accade grazie alle battaglie di Sinistra del M5S.  “Mi è toccato” preparare un copia/incolla della parte del Programma politico elettorale del PD in cui si parla di quel tema, denunciando la “strumentalità” dell’addebito.

 

Allo stesso tempo, però, ho dovuto polemizzare con chi, dal PD, ironizzando sul fatto che alcuni neo Ministri (maggioranza grigio-verde di Destra) abbiano riconosciuto il “buon lavoro” svolto da quelli che li avevano  preceduti, rilevando dunque come le critiche rivolte negli ultimi anni ai Governi a guida PD fossero state ingenerose. Ho voluto far notare la incapacità “culturale” di questi Dirigenti del PD a cogliere la sottile amara crudele ironia sottesa al senso che non riuscivano a comprendere (“Bravi! Noi siamo di Destra e forse riusciremo a costruire un progetto politico orientato maggiormente all’equità ed alla giustizia sociale molto diverso dal vostro ma saremo in grado, diversamente da voi, di dare risposte concrete ai bisogni della gente”).      Forse l’incomprensione aveva un’ origine psicanalitica nell’ostinarsi a non voler riconoscere i propri errori.         In verità nel confrontarmi su Facebook ho trovato un profondo nervosismo da parte di questi Dirigenti e di alcuni altri loro sostenitori acefali  probabilmente di fronte alla prospettiva a breve di perdere spazio e potere nelle prossime contese elettorali del 2019.

Ad ogni modo anche loro erano state/i avvisate/i!

Joshua Madalon

 

 

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DIVERGENZE PARALLELE – BENTORNATI NELLA PRIMA REPUBBLICA (con un innesto di “populismo”)

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Il titolo non è un errore – ma sta a contrassegnare molti degli aspetti che hanno caratterizzato la nascita di questo Governo e che permarranno a suggello di questo “tempo”!

 

DIVERGENZE PARALLELE – BENTORNATI NELLA PRIMA REPUBBLICA (con un innesto di “populismo”)

Populismo è l’enunciare con enfasi il proprio Programma: spiegare come metterlo in pratica per filo e per segno e realizzarlo vuol significare “fare Politica”, cioè fare per davvero gli interessi della gente, non del popolo. I due termini sono infatti non contigui: il secondo ha connotati passivi, il primo, attivi!

Annunciare ancora una volta di voler essere l’avvocato di tutti è una formula ambigua! Al netto della piena considerazione dell’ “ipotesi di innocenza” un Capo del Governo non può ergersi idealmente a difesa di chi ha trasgredito la Legge nel non compimento del proprio dovere, assentandosi dal lavoro, corrompendo o facendosi corrompere.

E’ necessario attaccare la filiera della corruzione che si sviluppa partendo dal clientelismo e genera abnormi ingiustizie o, se si vuole, una forma di giustizia “sui generis” che costruisce il Potere attraverso le clientele e se ne avvantaggia utilizzandolo a favore di questo o di quello.

Non si può chiedere di soprassedere temporaneamente (“dateci del tempo per poter governare: siete dei rosiconi!”) dalle valutazioni sul cammino già avviato della nuova maggioranza di Governo. Bisogna essere vigili per sottolinearne le ambiguità, le contraddizioni, le posizioni demagogicamente riferite al “popolo” ma assai lontane dagli interessi dello stesso.

 

Joshua Madalon

 

 

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L’IRRESPONSABILITA’ AL POTERE

 

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L’IRRESPONSABILITA’ AL POTERE

 

Forse, ripeto “forse” virgolettandolo, dalla fine di giugno potremo festeggiare un periodo di Liberazione. Non si tratta di rievocare momenti epici delle nostre “storie”, ma di portare a conclusione un periodo troppo prolungato di campagna elettorale nel nostro Paese. Dopo il 4 marzo abbiamo avuto una serie di appuntamenti elettorali qua e là nel Paese che si concluderanno tra il 10 ed il 24 giugno con le elzioni amministrative – ed eventuali ballottaggi – in 762 comuni tra i quali quelli di Ancona, Siracusa, Catania, Messina, Vicenza e Brescia.

Analizzando quel che è accaduto in questi tre mesi, al di là di ogni possibile previsione, emerge la profonda irresponsabilità dei nuovi protagonisti che, non diversamente da quelli che li hanno preceduti, hanno fatto precedere agli interessi del Paese quelli personali. Non è giustificazione alcuna esporre la inesperienza dei nuovi politici, la qual cosa risulta elemento ancor più discutibile. Un inesperto, al di là dell’entusiasmo personale, mette a repentaglio l’ordine ed accosta la gestione della cosa pubblica ad una forma di anarchia, ponendosi inevitabilmente nelle mani di funzionari “esperti”  la cui fedeltà al nuovo progetto non è immediatamente riconoscibile (il nuovo Ministro del Lavoro etc etc etc ha peraltro annunciato in apertura di uno dei comizi elettorali che procederà a valorizzare alcuni dirigenti e spostarne altri: su quale base ciò si verificherà?).

E’ un fatto concreto che per tre mesi si è voluto giocare una “partita” che aveva come obiettivo l’ottenimento del miglior risultato possibile nelle diverse contese elettorali. Un Governo poteva benissimo essere composto entro poco più di un mese, ma si è strumentalmente tirata la corda per giungere a giugno. Lo si è fatto sulla testa degli elettori, che in gran parte sono inconsapevoli in attesa che si affrontino “anche e soprattutto” i loro problemi.

Si è giocata una partita vergognosa; dopo aver stretto un accordo con lo stesso “diavolo odiato” dall’incoerente M5S a poco meno di un mese dal voto si è detto che “un accordo di Governo con la Destra sì ma non con Berlusconi” dimenticando che a quell’indagato afferiva la Presidente del Senato, eletta con i voti del M5S. Alla faccia della coerenza!

Si è continuato a giocare la “partita” truccata con il PD, ben sapendo che non avrebbe potuto produrre alcun effetto positivo.

Poi siamo arrivati alle “comiche” più o meno “finali” con la stesura di un “contratto” nel quale apparivano elementi pericolosi per la tenuta finanziaria del Paese e contraddizioni immense tra le promesse da inserire e da difendere. Movimento 5 Stelle e Lega hanno stravolto il percorso istituzionale indicato dalla Costituzione e dalla prassi, nominando un loro “amministratore di fiducia”, un non-eletto che contraddiceva una delle fondamentali affermazioni politiche dei pentastellati: “mai più un Presidente del Consiglio non eletto”, riferita a Monti e Renzi. Il braccio di ferro che si  è poi prodotto intorno alla figura del professor Paolo Savona ha dato il via ad una sconcertante richiesta di “impeachment” da parte del leader del M5S, alla quale ha risposto con risoluta pacatezza il Capo dello Stato, annunciando che di fronte alla rinuncia dei proponenti avrebbe assunto “un’iniziativa”!

Personalmente credo che il progetto di Mattarella fosse quello di mettere alle strette i due Partiti che, irresponsabilmente, stavano meditando di poter lucrare sulle macerie e riportarli alla realtà.  L’elemento che ha fatto scattare  il cambio di strategia da parte di Di Maio e Salvini è stato dunque l’aver ventilato l’ipotesi che, dopo lo scioglimento delle Camere, si andasse a votare a fine luglio, in una situazione resa ancor più precaria dall’attacco della finanza internazionale ed il discredito generale e dovendo altresì fronteggiare gli attacchi realistici delle opposizioni sulla incapacità di assumersi delle responsabilità concrete che dessero risposta ai bisogni.

Joshua Madalon

 

 

 

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Populismo e coerenza al tempo del “Contratto di Governo” tra M5S e Lega

 

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Populismo e coerenza al tempo del “Contratto di Governo” tra M5S e Lega

Populismo e coerenza sono due aspetti che non possono coesistere. Basterebbe fare due passi indietro nel tempo per comprenderlo.

“Non c’è differenza nella testa dei populisti pentastellati tra un contratto di Governo stretto con il PD (anche se in un momento di resisipiscenza si è aggiunto “senza Renzi!”) e un altro con la Destra “senza Berlusconi””.

La proposta al PD era forse generata da una “insufficienza” in Matematica: era abbastanza risicata “con”, si immagini “senza” Renzi. Il che in sintesi significava poco più di un “monocolore” di minoranza!

Altro elemento di incoerenza dei populisti pentastellati è da assegnare alla pretesa di voler “forse” (?!) fare un accordo con il PD dopo che all’annuncio  dei risultati elettorali avevano stretto accordi concreti con tutta la coalizione di Destra, portando a casa la Presidenza della Camera e consentendo a Forza Italia (il Partito dell’odiato Berlusconi, altra espressione dell’incoerenza del M5S) la Presidenza – molto rilevante – del Senato, seconda carica della Repubblica italiana.      Accadeva il 24 marzo 2018.

Altro elemento di incoerenza profonda è stata la scelta del Presidente del Consiglio. “Mai più un Presidente del Consiglio non eletto dal popolo!” era uno dei mantra ripetuto a iosa dal M5S. Sappiamo com’è andata.

Il rilevare questi elementi di incoerenza collegati alle forme di populismo sbandierato in modo “donchisciottesco, masaniellano” ha l’intendimento di lanciare un allarme a tutti noi, compreso coloro che hanno inteso sostenere quel Movimento, pensando di poter ottenere la pensione un po’ prima di quanto prevede l’attuale legislazione Fornero, di poter garantire un posto di lavoro semmai anche dignitoso (mica tanto, poi!) per i propri figli e nipoti o per se stessi, di poter ricevere un reddito garantito nei periodi di non lavoro, di non essere defraudato dalle banche.  E poi però c’è anche da garantire la sicurezza, occorre fare una seria lotta alla corruzione (non c’è bisogno che ce lo dica Juncker) ed all’evasione fiscale. Ovviamente se si abbassano le aliquote con la proposta della flat tax entreranno meno soldi nelle casse dello Stato, mentre avremo più pensionati con le modifiche alla Fornero e maggiori uscite per coprire i costi  delle pensioni e del reddito di cittadinanza. L’evasione continuerà, ancor più se avremo l’IVA con l’aumento dal 10% all’11,5% e dal 22% al 24,2% e non solo.

Sappiatelo: l’evasione – soprattutto in Italia – è una malattia! Anche molto grave! E non sarà debellata con l’abbassamento delle aliquote ad un’unica fascia tra il 15% proposta dalla Lega ed il 20% proposta da Forza Italia. Ci sarà soltanto un effetto: avremo ricchi sempre più ricchi e la classe media che si impoverirà a dismisura. I poveri ovviamente accresceranno le charity, i sottoponti, le baraccopoli, le mense sociali e saranno oggetto di attenzione del Ministero degli Interni.

E a quel punto,  miei cari sostenitori del Movimento 5 Stelle,  anche per voi non basterà un “Vaffa!

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Joshua Madalon

 

 

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