NUOVE EMERGENZE per coprire le inadempienze e continuare a percorrere la strada dell’illegalità


NUOVE EMERGENZE per coprire le inadempienze e continuare a percorrere la strada dell’ illegalità

“Non avete sentito il terremoto?” su Whatsapp amici lontani dalla provincia di Belluno ci interpellavano conoscendo il nostro “privato” e riservato viaggio. Era intorno alla mezzanotte ed il trillo ci aveva colpito, suscitando in noi preoccupazioni genitoriali. “No, non abbiamo avvertito alcun movimento” fu la sintesi in risposta. Ma subito dopo sono corso nella sala ed ho acceso il televisore. “Ma come, è là vicino, a Ischia!” suggeriva Whatsapp da parte degli amici. “Ah, a Ischia! Già ma noi siamo ormai tornati a Prato!” ho scritto mentre cominciavo a seguire gli speciali di tutte le emittenti e leggevo le notizie nei sottopancia.

A Casamicciola, là dove altri eventi sismici avevano prodotto immani disastri e dove di recente vi era stato uno smottamento franoso che aveva distrutto una parte del territorio, c’era stata una scossa 3,6 della scala Richter e si annunciavano già due morti ed un numero imprecisato di feriti oltre ad alcune case crollate.

3,6? E che terremoto è stato? 3,6 e 10 chilometri di profondità. Raffrontato con quello di un anno fa ad Amatrice e Norcia, farebbe ridere; eppure ci sono crolli, morti e feriti e tanta tanta confusione. Dopo alcune ore il livello è salito a 4,0 e la profondità è stata ulteriormente ridotta a 5 chilometri: un sisma locale, molto locale, forse da collegare al tipo di terreno ma anche a ciò che vi è depositato sopra e forse sotto, poco sotto ma abbastanza sotto: e non mi riferisco al possibile magma vulcanico.

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Essendo le conseguenze catastrofiche dichiarate molto delimitate nello spazio non sarebbe fuori luogo un’analisi profonda del territorio geologico, anche per meglio comprendere se su quegli spazi si possa, al di là di quanto non consentito e che andrebbe rispettato, continuare ad edificare. Gli eventi di cui si è sopra accennato potrebbero essere collegati tra loro e se questo sospetto fosse confermato non sarebbe in assoluto il caso di continuare a dibattere su ciò che è o non è abusivismo, su quelle infrazioni che con molta leggerezza si vogliono coprire con il termine “necessità” e che il più delle volte nascondono azioni immobiliari lucrose.
La mia, lo so, è un’ipotesi molto avventata; ma ritornando al cuore del problema non posso non rilevare che – spero di non continuare a dirlo vanamente – è l’ora di farla finita con queste “manfrine” politiche, di questa Politica di basso profilo per la quale, all’indomani di un evento catastrofico, si annunciano rivoluzioni copernicane che durano “l’éspace d’un matin” o “un fiat” se vi fa piacere.
Occorrono regole molto precise e restrittive e non possono essere delegate ad amministratori locali che, avendo un rapporto molto diretto e normalmente “di comodo” con le loro comunità, hanno troppe volte abdicato ad applicare le leggi e le regole, chiudendo uno o più occhi. Occorrono interventi diretti da parte dello Stato con la possibile applicazione immediata e diretta di sanzioni amministrative e penali da parte degli organismi di controllo. Contemporaneamente, però, si deve procedere con una campagna estesa in tutto il territorio nazionale per un Piano di Edilizia Pubblica Residenziale diffuso, che consenta ai giovani single o coppie di poter accedere con forme vantaggiose al possesso di una propria abitazione ed allo stesso tempo varare un Piano di verifica del patrimonio edilizio abitativo e non per procedere al necessario adeguamento alle norme sismiche ed a quelle ambientali, fornendo opportune garanzie di recupero sostanzioso delle spese sostenute dai proprietari. Tutto questo potrebbe apparire un “costo” insostenibile ma se lo accostiamo ai presunti costi sostenuti dallo Stato per le continue “emergenze” se ne comprenderebbero con grande chiarezza i vantaggi.

Joshua Madalon

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