1917 – 2017 Pillole di ANNIVERSARI 2017 Lenin vs Marx – oltre il bolscevismo della prima “onda”.

Nell’ambito del maxi-contenitore degli ANNIVERSARI 2017 nel prossimo autunno daremo grande spazio al centenario dal 1917, anno strapieno di avvenimenti significativi, tra i quali la Rivoluzione russa.
A novembre abbiamo già in programma tre date a Montemurlo presso la Biblioteca comunale: si tratta di una “collaborazione” e saremo più chiari e precisi tra qualche settimana.

1917 – 2017 Pillole di ANNIVERSARI 2017
Lenin vs Marx – oltre il bolscevismo della prima “onda”.

I bolscevichi non appoggiarono il governo provvisorio borghese che si formò in Russia subito dopo la rivoluzione del febbraio 1917. Ma allo stesso tempo non erano intenzionati a metterlo in discussione in quanto, rispettosi della linea marxista attendevano che i tempi fossero maturi dopo un’esperienza della rivoluzione borghese per poter poi approdare al socialismo. Ma non avevano ancora fatto i conti con Lenin, che di lì a poco avrebbe rappresentato un deciso superamento della prassi marxista, così come l’aveva costruita il grande filosofo tedesco nella seconda parte del secolo precedente.
Al suo rientro dall’esilio svizzero, aiutato dai tedeschi, il capo dei bolscevichi lanciò un nuovo programma d’azione. Il 7 aprile del calendario russo (il 20 del nostro) su la Pravda appaiono quelle che furono poi note come “Tesi d’Aprile”

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Nel nostro atteggiamento verso la guerra, la quale – sotto il nuovo governo di Lvov e consorti, e grazie al carattere capitalistico di questo governo – rimane incondizionatamente, da parte della Russia, una guerra imperialistica di brigantaggio, non è ammissibile nessuna benché minima concessione al “difensivismo” rivoluzionario. A una guerra rivoluzionaria che realmente giustifichi il “difensivismo”
rivoluzionario, il proletariato cosciente può dare il suo consenso soltanto alle seguenti condizioni: a) passaggio del potere nelle mani del potere del proletariato e degli strati più poveri della popolazione contadina che si mettono dalla sua parte;b) rinuncia effettiva, e non a parole a qualsiasi annessione; c) rottura completa, effettiva, con tutti gli interessi del capitale.Data l’innegabile buona fede di vasti strati delle masse, che sonoper il difensivismo rivoluzionario e accettano la guerra come una necessità e non per spirito di conquista, dato che essi sono ingannati dalla borghesia, bisogna ginnanzitutto mettere in luce i loro errori minutamente, ostinatamente, pazientemente, mostrando il legame indissolubile fra il capitale e la guerra imperialista, dimostrando che non è possibile metter fine alla guerra con una pace puramente democratica, e non imposta colla forza, senza abbattere il capitale. Organizzazione della più vasta propaganda di questi concetti nell’esercito combattente. Fraternizzazione.
2. La peculiarità dell’attuale momento in Russia consiste nel passaggio dalla prima tappa della rivoluzione – che, a causa dell’insufficiente coscienza ed organizzazione del proletariato, ha dato il potere alla borghesia – alla seconda tappa, che deve dare il potere al proletariato e agli strati poveri dei contadini. Da una parte, questo passaggio è caratterizzato dal massimo di legalità (fra tutti i paesi belligeranti, la Russia è, oggi, il paese più libero del mondo) e, dall’altra parte, dall’assenza di violenza contro le masse e, infine, dall’atteggiamento inconsapevolmente fiducioso delle masse verso il governo dei capitalisti, dei peggiori nemici della pace e del socialismo. Questa peculiarità ci im
pone di saperci adattare alle condizioni particolari del lavoro del partito fra le immense masse proletarie appena destate alla vita politica.
3. Non appoggiare in alcun modo il governo provvisorio; dimostrare la completa falsità di tutte le sue promesse, soprattutto di quelle concernenti la rinuncia alle annessioni.
smascherate questo governo invece di “esigere” (ciò che è inammissibile e semina illusioni) che esso, governo di capitalisti, cessi di essere imperialista.
4. Riconoscimento del fatto che il nostro partito è una minoranza e, finora, una piccola minoranza, nella maggior parte dei Soviet dei deputati operai, di fronte al blocco di tutti gli elementi opportunisti piccolo-borghesi, sottomessi all’influenza della borghesia e veicoli dell’influenza borghese sul proletariato: dai sindacati populisti e dai socialisti-rivoluzionari al Comitato d’organizzazione (Ckheidze, Tsereteli etc.) a Steklov ecc. Spiegare alle masse che i Soviet dei deputati operai sono la sola forma possibile di governo rivoluzionario e che per conseguenza il nostro compito, finché questo governo sarà sottomesso all’influenza della borghesia, può consistere soltanto nella spiegazione paziente sistematica, perseverante – particolarmente adatta ai bisogni delle masse – degli
errori della loro tattica. Finché saremo in minoranza, faremo un lavoro di critica e di spiegazione degli errori, sostenendo in pari tempo la necessità del passaggio di tutto il potere statale ai Soviet dei deputati operai, affinché le masse, sulla base dell’esperienza, possano liberarsi dei loro errori.
5. Niente repubblica parlamentare – ritornare ad essa dopo i Soviet dei deputati operai sarebbe fare un passo indietro – ma repubblica dei Soviet dei deputati operai, dei braccianti e dei contadini, in tutto il paese, dal basso in alto. Soppressione della polizia, dell’esercito e del corpo dei funzionari. Salario ai funzionari – tutti eleggibili e revocabili in qualsiasi momento – non superiore al salario medio di un buon operaio.
6. Nel programma agrario trasferire il centro di gravità nel Soviet dei deputati dei salariati agricoli. Confiscare tutte le terre dei grandi proprietari fondiari. Nazionalizzare tutte le terre del paese e metterle a disposizione dei Soviet locali dei deputati dei salariati agricoli e dei contadini poveri. Fare di ogni grande tenuta [da 100 a 300 desiatine] un’azienda modello coltivata per conto delle comunità e sottoposta al controllo dei Soviet dei deputati dei salariati agricoli.
7. Fusione immediata di tutte le banche del paese in una unica banca nazionale, posta sotto il controllo dei Soviet dei deputati operai.
8. Come nostro compito immediato, non l’“instaurazione” del socialismo, ma, per ora, soltanto il passaggio al controllo della produzione sociale e della ripartizione dei prodotti da parte dei Soviet dei deputati operai.
9. Compiti del partito: – Congresso immediato del partito; – modificare il programma del partito e principalmente: a) sull’imperialismo e sulla guerra imperialistica; b) sull’atteggiamento verso lo Stato e sulla nostra rivendicazione dello “Stato-Comune”; c) cambiare il nome del partito e adottare l’espressione “Partito Comunista” al posto della vecchia dicitura “Partito socialdemocratico russo, corrente bolscevica”.
10. Rinascita dell’Internazionale. Prendere l’iniziativa della creazione di un’Internazionale rivoluzionaria contro i socialsciovinisti e contro il “centro”.

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LE FERIE DEI POLITICI E L’ONESTA’ SMARRITA DEI 5 STELLE (giustamente decurtate da T.Montanari e declassate a 4)

LE FERIE DEI POLITICI E L’ONESTA’ SMARRITA DEI 5 STELLE (giustamente decurtate da T.Montanari e declassate a 4)

Bella questa discussione sulle “ferie” dei parlamentari. E’ pur vero che da un certo punto di vista, da uno solo però, esagerano! Ma è anche giusto dire che il vero problema semmai dovrebbe essere un altro, uno dei tanti altri punti di vista: pur essendo troppe le giornate di ferie ne fanno davvero un cattivo uso. Non si distraggono, rischiano di fare ancora più danni quando sono in ferie di quanti, assai, non ne facciano quando dovrebbero essere al lavoro. Come per ogni cosa, però, questo è un “punto di vista” un po’ cialtrone perché nel mucchio non tiene conto delle eccellenze che pur sono tante – e di valore. E poi occorre tener conto del fatto che a breve ci sono le elezioni regionali siciliane e c’è un gran daffare per tutti, in grado di rovinar loro le “ferie”.
E non dimentichiamo che ogni solleone porta sotto gli ombrelloni nugoli di politicanti di ogni tipo (da quelli nazionali a quelli locali) che hanno un gran daffare preferibilmente d’estate a combinare accordi a base di orzate e cocomeri in costume da bagno.
Ovviamente, è questo il segno di una pratica poco democratica che non tramonta mai, soprattutto perché viene svolta non alla luce del sole e davanti al popolo (coram populo) ma in ambienti esclusivi tipo Forte dei Marmi, Camaiore, Castiglioncello, Capalbio (ho elencato località della Toscana perché è l’ambiente che meglio conosco ma erano solo degli esempi.
E così come potete ben vedere questi poveri politici e parlamentari non possono essere invidiati più di tanto per la “lunghezza” delle loro ferie.

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E combinano disastri come alcuni “pentastellati” che dimentichi dei loro a gran voce dichiarati obiettivi (Legalità e Onestà) lasciano partire messaggi al mondo dell’abusivismo edilizio sostenendone le ragioni.
Chi governa deve sapere che possiede una funzione legislativa che consente di regolare qualsiasi necessità, ivi compresa quella di avere un tetto dignitoso dove vivere da solo o con i propri congiunti. L’abusivismo edilizio è un reato e non può essere tollerata la non applicazione delle regole che sovrintendono alla costruzione di manufatti che non abbiano ottenuto i necessari permessi per poter essere realizzati. Nella costruzione di abitazioni “abusive” si infrangono numerose regole della convivenza civile, soprattutto quelle ambientali ma anche quelle del Lavoro (per “necessità” si utilizza lavoro nero, a partire dai progettisti, laddove questi esistano, altrimenti è ancora più seria e grave la situazione che si viene a creare; per non parlare dei materiali utilizzati e dell’impatto sulle questioni igienico-sanitarie) e della Sicurezza (una costruzione che non abbia avuto controlli di staticità è pericolosa per tutti, non solo per chi abita o ci transita accanto).
Il riferimento a “chi governa” è suggerito dal fatto che potrebbe far partire una vera campagna di “Edilizia popolare” che possa soddisfare tutte le richieste e nello stesso tempo potrebbe impegnarsi a rilanciare il settore delle costruzioni, evitando di continuare a cementificare i territori ma indirizzando tutti gli sforzi verso la riqualificazione energetica e strutturale dei vecchi edifici., anche per poter al massimo evitare altre tragedie e disastri.

Joshua Madalon

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