…con i miei auguri di Buon Natale….

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…con i miei auguri di Buon Natale….

Quando eravamo piccini, a Natale scrivevamo la letterina che nascondevamo sotto il piatto, o sotto la tovaglia in corrispondenza di quello, di nostro padre ed era di solito un elenco di “confessioni” e di “promesse” solitamente banali e quasi sempre “ripetibili” ad ogni festività successiva. Già nell’approssimarsi dell’adolescenza quella pratica veniva abbandonata. Altre promesse e confessioni, dichiarazioni d’amore spesso lasciate al vento dei primi palpiti ci coinvolgevano.
E poi l’arrivo della giovinezza e l’impegno sociale, civile, politico che ci spingeva sulle piazze e nelle sezioni fumose per diversi motivi ad arrovellare i nostri cervelli correndo dietro alle utopie ed ai progetti di qualche furbastro che giocava con le nostre passioni. E noi continuavamo a scrivere e ad urlare, ad urlare ed a scrivere, i nostri desideri, sempre correndo dietro alle ragioni che ci spingevano verso il cambiamento generazionale di metodi e di pratiche, contestando con veemenza il passatismo di coloro che erano lì, e prima di noi avevano prodotto mutazioni nelle quali non riconoscevamo più gli elementi fondativi del nostro contratto iniziale.

Quegli anni sono passati e nel nostro bagaglio di esperienze abbiamo accumulato momenti di gioia e di sconforto, di soddisfazioni e delusioni, di “sogni e di chimere” accompagnati allo stesso tempo da crudo realismo e consapevolezza dei limiti e delle forze, e l’esperienza ci affina a riconoscere le falsità e le ipocrisie così come siamo in grado di accogliere le amicizie che durano e scansare quelle che ti rincorrono per soddisfare semplicemente i loro interessi.

E’ così: siamo ad un nuovo Natale e quasi certamente bisognerà scrivere ancora una volta, all’età dei settanta, una lettera. La rivolgeremo agli amici veri sapendo di non essere delusi ed a quelli falsi, il cui valore intrinseco è proprio in quella loro incapacità di convincerti, che è per noi una vera e propria fortuna. Siamo in una fase cruciale della nostra vita civile e politica: abbiamo bisogno di tirare le somme.
Sì, in definitiva, sarebbe bene farlo tutti almeno una volta all’anno nell’approssimarsi del 31 dicembre. Un consuntivo, come le “confessioni” dell’infanzia espresse nella letterina, ed un “preventivo” come le “promesse”. E’ una fase, questa, nella quale non possiamo esimerci di cercare anche qualche errore nei meccanismi che abbiamo creduto di conoscere sempre bene e che a volte ci hanno tradito. Forse saperlo fare, ed il volerlo, ci consente di recuperare quell’umanità di cui anche il mondo politico ha urgente bisogno.

Non siamo perfetti, ma non lo sono nemmeno coloro che non ci piacciono e pretendono di condizionarci sopravvalutando se stessi. D’ora in avanti, con dignità e senso di responsabilità non ci piegheremo alle condizioni ed alle pretese di chi vuole strumentalizzare il nostro operato ed utilizzare a proprio vantaggio la nostra intelligenza.

Joshua Madalon

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