GRAZIE!

 

 

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GRAZIE!

Vuoi vedere che dobbiamo anche ringraziarlo, quell’ineffabile marmocchio infantile che è ormai entrato nella Storia del XXI secolo, come il “rottamatore” di quello che fu (ormai è del tutto assodato) uno dei tentativi più ardui di “riformismo democratico” succeduti al “compromesso storico” ed alla caduta del Muro di Berlino con i suoi annessi e connessi?

Quelli come noi che, forse un tantino ingenuamente, sostenemmo lo sforzo per la costruzione del Partito Democratico verso la fine del primo decennio di questo secolo, avevamo rincorso le riflessioni alte sui vari temi, dal rapporto tra cattolici e laici a quello della “cittadinanza” e dei diritti, da quelle sulla ricerca di “identità” con particolare attenzione ai territori a quelle sulla giustizia, da quelle sulla libertà a quelle sulla pace contrapposta alla guerra, dai temi connessi al mondo del lavoro a quelli sull’innovazione, e via dicendo (Donne, Giovani, Cultura, Ambiente, Equità e oltre).

Già allora la più grande difficoltà era collegata alla pratica della “democrazia”: non era rispettato nè tantomeno tollerato il dissenso, ancor più quello ragionato. La nascita di un Comitato del tutto esterno alle pratiche politiche fu avversato ed i suoi promotori furono emarginati. Eppure appariva prioritario per tanti di noi il puntare al rinnovamento dei metodi e delle pratiche centralistiche che avevano caratterizzato le forze politiche promotrici del “nuovo” Partito.

Che il percorso del”nuovo” non dovesse essere diverso da quelli precedenti lo si comprese allorquando nel 2008-2009 si procedette dall’interno del Partito in modo infido a costruire un falso sondaggio sulla figura del Sindaco Romagnoli per screditarlo e preparare il terreno per una candidatura gradita all’establishment. Già allora tuttavia si era andata costituendo un’opposizione “popolare” verso il sistema; di ciò non tennero conto i dirigenti che forzarono, a norma di Regolamento, la sottoscrizione da parte di un numero spropositato di membri dell’Assemblea provinciale a sostegno del candidato gradito dal Potere. Era un gioco facile, almeno così sembrava: dalle stanze della Segreteria chiamavano le compagne ed i compagni e facevano sottoscrivere loro, singolarmente, il sostegno alla candidatura. Ovviamente molte/i non sapevano che stavano cooperando ad una vera e propria ingiustizia.

Nacque però un movimento intorno ad una figura diversa da quella proposta dalla Segreteria che, sempre nel rispetto del Regolamento, si impegnò a raccogliere, oltre ai residui dei membri dell’Assemblea, numerosissime adesioni di semplici iscritte ed iscritti. E le Primarie che ne scaturirono diedero ragione a questa ultima scelta.

Ho riportato in modo molto stringato (molti conoscono poi il seguito)  i contorni di quella vicenda per evidenziare come quella classe dirigente, giubilata dalla base, fondamentalmente sconfitta nel suo ambiguo progetto, abbia poi ripreso vigore con l’avvento della “meteora” renziana.

Lo “sconquassatore”, il “barbaro” egocentrico ed arrogante apparve a molti come una giusta alternativa al berlusconismo (“in fondo, con quel carattere così volitivo e simile a quello del fu-Cavaliere, avrebbe potuto contrapporglisi”, pensarono). Ma molti altri come noi compresero che quel Progetto, a cui avevamo lavorato per rafforzare i valori della Sinistra in un soggetto che pur si intendeva collegare alle forze democratiche e progressiste del Centro, era ormai destinato al fallimento.

E che il PD, permanendo al suo interno il gruppo dirigente che ha sostenuto, per convinzione o convenienza poco importa, Matteo Renzi, sia destinato a sparire, lo avrebbero dovuto capire da tempo coloro i quali gli si sono opposti (pochi, in verità; e pochissimi in modo serio). Grande pena verso coloro che hanno utilizzato il “carrettino” per soddisfare le loro ambizioni. Ma è davvero curioso che da parte di chi gli si è opposto e che ha scelto di non abbandonare non vi sia stato ancora un moto d’orgoglio: occupate il Nazareno, per piacere e defenestrate i renziani!

Non appartiene alla democrazia quella forma di arroganza che ha espresso nell’Assemblea; è pura violenza! Vi rendete conto che costui è stato, oltre che il Segretario di un Partito storico, il Presidente del Consiglio del nostro Paese?

Ecco perché, dopo averlo ascoltato ieri, quasi quasi lo ringrazio per aver suffragato ampiamente le ragioni di una scelta.

 

Joshua Madalon

 

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