UN MIO AMPIO INTERVENTO ALLA COMMISSIONE CULTURA DEL PDS DI PRATO 20 OTTOBRE 1995 settima parte (per la sesta parte vedi 3 giugno)

UN MIO AMPIO INTERVENTO ALLA COMMISSIONE CULTURA DEL PDS DI PRATO 20 OTTOBRE 1995 settima parte (per la sesta parte vedi 3 giugno)

…..g) valorizzare al massimo (ed incentivare) tutte le potenzialità culturali di base espresse dalla gente di Prato: si pensi ai gruppi teatrali (in particolare il TPO, che ha gestito e curato con meriti particolari tutto il settore del Teatro Ragazzi, conseguendo risultati eccellenti in campo nazionale e non solo); si pensi alle corali, ai gruppi musicali, ai singoli musicisti così tanti e diffusi; agli innumerevoli artisti a volte organizzati in scuole o gruppi associativi, a volte individualmente presenti; si pensi ai film video makers, che a Prato sono tanti;
h) valorizzare il patrimonio artistico ed architettonico della città, sul solco di quanto già fatto dalla precedente Amministrazione, con un occhio più attento anche alla conservazione di qualche elemento di “archeologia industriale”.
Tutto questo noi lo scrivevamo già prima delle elezioni e riteniamo siano in gran parte ancora molto attuali ed attuabili. Noi pensiamo che nel corso di questi primi mesi del nuovo governo di questa città tutti, a partire soprattutto da noi, avremmo potuto fare qualcosa di più, avremmo dovuto soddisfare da tempo l’esigenza di farci ascoltare prima delle decisioni allo scopo, mi si creda, soprattutto di confrontarci e di evitare così spiacevoli equivoci e contrasti. Non è mai troppo tardi, certo! Io spero in ogni caso che stasera non si celebri un rito ma che ci sia un vero confronto, reciproca disponibilità all’ascolto e comprensione ma anche che si arrivi a fissare comuni obiettivi. Diciamo questo senza avere noi la presunzione di indicare quali strade debba obbligatoriamente compiere un Assessore o lo stesso Sindaco, ma allo stesso tempo non vogliamo esimerci da diritto dovere prima di tutto come cittadini di fornire qualche modesto semplice consiglio e dal diritto dovere di estrinsecare, più o meno pubblicamente, quello che sono le nostre principali preoccupazioni, a partire da un clima non sempre sereno in contrasto con quel Governo dolce, quel Governo amico che si vorrebbe fosse il nostro Governo. Ritornando su alcuni punti esposti in precedenza noi riteniamo che il concedere maggiore forza e dignità all’Assessorato alla Cultura sia da collegare oltre che ad un incentivo di bilancio soprattutto ad una progettualità che tenga conto delle priorità espresse. Nessuno di noi ritiene che ogni evento, ogni momento collegato allo spettacolo ed alla Cultura debba obbligatoriamente produrre e lasciare segni del suo passaggio ma non si può pensare ad una cultura di evasione di tipo effimero per la maggior parte: occorrerebbe che per una buona percentuale la fruizione sia pensata anche come occasione di stimolo e di crescita, creando essa stessa altre occasioni di produzione e di fruizione; un progetto complessivo deve assolutamente contenere quelle che sono le linee programmatiche, gli indirizzi entro cui si muove la politica culturale dell’Assessorato, non essere frutto di occasionalità nè dipendere troppo da influssi sporadici e disarticolati esterni nè dalle scelte unicamente personali di chi ha la resposnabilità di quel settore. C’è invece la sensazione che non si persegua una politica delle “progettazioni complesse”, che non sono tuttavia dei “patchwork” ai quali partecipino più soggetti ma occasioni per lasciare il segno, procurando piacere e “fabbricando” cultura, una cultura permanente, non gli eventi, l’evento fondamentalmente fine a se stesso.

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