11 luglio ALLA RICERCA DELL’UTOPIA (affinchè sia sempre meno “utopia” e “più” realtà)!

103067812_2315323048771263_8338932505341414019_n

11 luglio ALLA RICERCA DELL’UTOPIA (affinchè sia sempre meno “utopia” e “più” realtà)!

Avevo scritto un paio di post, sollecitando una pausa di riflessione, non competitiva elettoralmente, anche per avviare quelle trasformazioni necessarie a rendere il nostro Paese e la sua società “migliori” dopo la dura lezione della pandemìa. Stiamo invece attraversando un periodo molto pericoloso non solo per le sorti della nostra economia ma anche per quelle legate al nostro sistema democratico.
Non aver trovato riscontro da parte di nessuno, devo supporre che:
1) sono nel giusto coloro che ritengono utile e necessaria la competizione pur in presenza di un quadro economico gravemente malato ed istituzionale già frammentato;
2) la società è preoccupata a tal punto da non essere per niente capace di reagire o aderire ad una proposta, che fatico a considerare solo mia;
3) in quest’ultimo caso, dovrei essere, soprattutto io, fortemente preoccupato per la mia integrità mentale.
Ecco, ancor più per questi motivi ed in presenza di una ostinata follia, perché…..
Non mi stanco ancora, anche se le forze vengono progressivamente a mancare, di raccontare quelle che sono le mie preoccupazioni. Esse si svolgono in modo critico all’interno di un pensiero sempre più delineato ed in contrasto con quanti si sono mostrati disponibili
1) in gran parte ad aggiustare a propria convenienza le sacre e giuste parole di giustizia sociale e libertà, di spinta sostanziosa all’uguaglianza pur nella diversità dei ruoli e delle competenze;
2) in altra, anche questa, gran parte a fingere dentro di sè di credere che dietro quei progetti poco più che individuali ci possa essere qualcosa di onesto; e
3) in definitiva (si sono mostrati disponibili ed in qualche modo anche convinti) a scaricare la responsabilità del disastro sociale prossimo venturo su quanti si ostinano, come e più intensamente di me, a non riconoscere tali ubbìe, che davvero rappresentano la progressiva decomposizione della “democrazia”.
Non mi stanco ancora, e lo ripeto, di sollecitare una ricerca di “unità” che non può essere tuttavia quella imposta in modo acritico anche da chi sostiene di essere poco più che unico e solo rappresentante delle pur sacrosante istanze di una Sinistra che ancor più oggi si va riproponendo in modo autoreferenziale ed ipocrita verso coloro che – come me – sollecitano un dialogo anche in extremis. Non si può “mai” dire che “non c’è il tempo”; che “non è l’ora”; che (forse) “se ne riparlerà”; e che “adesso” bisogna fermare la deriva. Ecco, mi chiedo, qual è la “deriva”? non è forse totale e plurivalente?
La mia intende essere una forma di autocritica funzionale e tale rimane. Ce l’ho in primo luogo con me stesso, incapace di svolgere un ruolo ed una funzione in un momento così delicato; ce l’ho in secondo luogo con tutti quelli che sempre più individualmente, o poco più che tali, continuano a non costruire ponti ed aperture, ma ne minano le fondamenta.
Se volete, chiamatelo pure “rancore”; io preferisco chiamarlo “infinito disgusto e disprezzo”, una vera e propria “nausea”.
E’ del tutto evidente che si tratti di un mio “punto di vista”!

FOTO SEGNALETICA 6

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *