4 febbraio IL TEMPO DELLA RESPONSABILITA’ un preambolo e parte 2

IL TEMPO DELLA RESPONSABILITA’ un preambolo e parte 2

Mentre scrivevo, quasi in diretta, si avvertivano i segnali della “crisi politica” che sta portando a soluzioni non del tutto inattese: ovvero “annunciate”.

Quel difetto “originale” (dovrei dire “quei difetti” ma mi sono limitato a tracciarne due, che hanno caratterizzato le “diatribe” degli utlimi giorni) del maggior gruppo politico rappresentato in questo Parlamento sta creando una serie di difficoltà che rendono ancor più tragica la nostra attuale situazione. A conti fatti è il meccanismo di accettazione e reclutamento del personale politico (anche se non è accettata questa accezione da parte del Movimento di cui si parla) ad essere il vero e proprio “problema” da cui trae origine lo spappolamento lento e progressivo di quel gruppo. Molto affascinante da un punto di vista ideale (la possibilità di poter accedere rapidamente a ruoli di primo piano nel “mondo” politico) porta ad un difficile “controllo” (non rigido ma rigoroso, nel rispetto delle regole democratiche) da parte degli organismi dirigenti prescelti in assemblee riservate. Quel difetto iniziale conduce ad una rappresentanza dispersiva nella quale si combinano interessi spesso molto diversi e contrapposti tra loro. Come scrivevo nel primo blocco, il desiderio (il “progetto”)  primitivo era quello di riuscire ad avere una maggioranza che non avrebbe dovuto compromettersi in accordi di vario tipo per poter governare. Non è andato a buon fine. A questo punto, prima lo capiranno, i maggiori dirigenti di quel Movimento, e meglio sarà per tutto il Paese. Ovviamente, dovranno procedere ad una necessaria “revisione” dei fondamentali e scegliere prima di tutto da che parte stare: dire che “si sta dalla parte dei cittadini” non è solo demagogico e populista; è – come dicevamo noi giovani – “qualunquismo d’accatto”.

E’ forse una pia illusione, la mia (e ancora una volta mi ripeto).

Ovviamente, non ci siamo nemmeno fatto mancare altre “follie”. Faccio fatica a riparlare di quel soggetto politico (grandi paroloni di sostegno intorno a lui si continuano a spendere, insieme ad improperi e addebiti negativi) verso il quale ho da sempre assunto un atteggiamento di motivato disprezzo. E negli ultimi mesi ha messo in mostra il peggio di sè, alienandosi molti consensi, alcuni definitivamente perduti altri hanno espresso un dissenso “paterno o fraterno” ipocritamente affermato nell’attesa di capire quale peso potrà avere nell’immediato prossimo futuro.

Ed è proprio in questo momento nel quale “tutti” avrebbero dovuto mettere da parte i loro distinguo che è emerso il peggio del peggio.

Leggo “post” di preoccupazione da parte della Sinistra, quella che crede di essere la sola ed unica depositaria di quella “parte” di verità, che ha di norma  praticato l’arte dello sfasciamento, nei confronti del possibile Governo Draghi. Non ho ancora letto tuttavia proprio da parte di questi ultimi l’assegnazione delle responsabilità, come se da una parte si volesse soprassedere alle irresponsabili azioni di Renzi e il suo gruppetto di sostenitori e dall’altra preferire una contesa elettorale, per la quale si sarebbe destinati ad ulteriori ridimensionamenti: una specie di “cupio dissolvi” del Terzo Millennio.

Ragionare sì, si deve; ma non con i paraocchi.

E comunque, anche se mi rendo conto che entrerò in una forte contraddizione (mi riferisco alla mia richiesta di “moderazione” riflessiva in questa fase di crisi), sono ad auspicare che – nella prossima contesa elettorale – IV, tenendo fede ai suoi comportamenti, sostenga il Centrodestra. Tale è per me la condizione “sine qua non” per poter sostenere un raggruppamento “politico” di Sinistra, in cui non ci sia spazio per quella sigla.

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