12 febbraio DA GIOVANE: LA SENSIBILITÀ AMBIENTALISTA, STORICA E CULTURALE – decima parte – 3 (Trenta più cinquanta fa “Nouvelle Vague”) – per la parte 2 vedi 22 gennaio

DA GIOVANE: LA SENSIBILITÀ AMBIENTALISTA, STORICA E CULTURALE – decima parte – 3 (Trenta più cinquanta fa “Nouvelle Vague”)

Una richiesta particolare, una semplice e pura consulenza a noi rivolta dal prof. Valerio Chiarini del Liceo Classico “Virgilio” di Empoli per un ciclo a stretto giro di scuola sul cinema francese degli Anni Trenta e degli Anni Cinquanta: un foglietto scritto su ambedue le facciate con i registi e le opere che interessava loro visionare; questo il vero e proprio “inizio” della nostra avventura empolese di questo anno scolastico. Subito dopo, reperiti i film nelle Cineteche ed all’Ambasciata di Francia, si è pensato di dare un respiro pubblico a questa iniziativa, chiedendo al Comune di Empoli e ad altre Associazioni e Scuole, nonché al C.R.T.C. (Coordinamento Regionale Toscano della attività Cinematografiche) ed al CEDRIC (Centro di Ricerca Cinematografica), di intervenire e partecipare all’organizzazione. Superate quelle difficoltà tipiche della pubblica burocrazia, che non guarda se una proposta realizzativa sia più o meno seria, se ha referenti diversi e naturalmente accreditati (come Scuole, Ambasciate, Cineteche), se ha innanzitutto un serio e coerente bilancio preventivo, si è potuto costruire il programma quasi nella sua stesura definitiva.

Uno degli obiettivi più importanti che il Comitato organizzatore ha imposto a se stesso ed ai suoi partner è stato quello di impegnarsi a costruire e stimolare, con questa occasione, un interesse nelle giovani generazioni e tra i docenti delle scuole medie superiori nei confronti dell’arte cinematografica innestando su conoscenze tecniche e teoriche quelle umane, sociali e storiche di un periodo tutto sommato felice e ricco di speranze, purtroppo molto presto deluse. Proprio per rivolgerci a questi interlocutori, si è pensato di proporre le proiezioni e gli incontri in orario pomeridiano e, per facilitare la loro frequenza le giornate sono state scaglionate nel rispetto di un discorso didattico che li impegnasse (in particolare gli allievi) in pomeriggi diversi, escludendo il fine settimana poco adatto ad un pubblico naturalmente “pendolare”.

Quando poi ci si è confrontati su come impostare il programma è apparso a tutti noi doveroso dare almeno uno sguardo alla fine degli Anni Venti, un periodo che sotto il piano organizzativo (in riferimento alle richieste) non ci interessava, ma che poteva fornirci più di una risposta sulla provenienza tecnica e culturale di maestri del Cinema quali Luis Buñuel, Jean Vigo, René Clair, Jean Renoir e Marcel Carné.

Tutti, come appassionati spettatori, come critici o come diretti operatori provenivano da esperienze che affondavano fermamente le radici negli Anni Venti, gli anni della sperimentazione dell’Avanguardia, una palestra fortemente formativa della tecnica cinematografica che vede impegnati artisti come Fernand Legér e Man Ray, teorici della nuova arte come Germaine Dulac e Luis Buñuel, poeti come Jean Cocteau e Jacques Prévert. Alcuni di essi si appassionarono ad un’arte un po’ più tecnica, “astratta”, geometrica, fondata su giochi del ritmo e della luce, sperimentando una realtà nuova, fino ad allora inesistente, ma che veniva creata proprio in quell’istante e diveniva di poi eterna e vera.

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