UN DOCUMENTO DEL 6 DICEMBRE 2002 – come eravamo – prima parte

Tessere Cultura 6 dicembre 2002 – come eravamo –
prima parte

In quel periodo curavo un lavoro di équipe all’interno del territorio pratese – Questo documento è pubblicato in un libro che raccoglie tutti gli interventi, gli Atti di quel Convegno. E’ soprattutto un testo molto importante per comprendere le “difficoltà del Decentramento” che poi è stato smantellato (in un intervento successivo al mio il prof. Giampiero Nigro mi onora di una menzione (“Ho sentito dire da Maddaluno cose molto intelligenti, ma ho letto nelle sue riflessioni un problema di rapporti istituzionali più che di politiche culturali.”). Il prof. Nigro aveva ben compreso quali fossero gli elementi della contesa; ed infatti con il 2014 il Decentramento a Prato ha smesso di esistere con grande sospiro di sollievo da parte dell’Amministrazione.

Data la lunghezza ve lo propongo in tre parti:

Sono il Presidente della Commissione Cultura della Circoscrizione Est e coordino i Presidenti delle Commissioni Cultura di tutte le altre Circoscrizioni; queste due cose sono due purissimi “accidenti” solo contingenti, cioè di passaggio. Non così è il mio ruolo di insegnante.
Quando, insieme ai miei studenti, rifletto sulla contemporaneità, di tanto in tanto parlo loro del ruolo della letteratura “profetica” e rammento, ad esempio, “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury. La nostra società contemporanea non è di certo ancora quella di quel libro né quella del tanto altrettanto profetico “1984” di George Orwell.
Ma il ruolo della letteratura “profetica” è quello di indicare la “non strada” da percorrere, è quella di dare luce agli obbrobri possibili futuri, dove sarebbe l’incultura o la “NON CULTURA” a farla da padrone.
Molti sono stati i segnali già pervenuti. Si guardi, per esempio, all’abbassamento qualitativo dello spettacolo televisivo, non solo quello della tv pubblica di cui tanto si chiacchiera negli ultimi tempi, ma quello complessivo della tv. Prima gli spettatori sono stati assuefatti un poco alla volta con spettacoli dignitosi ma poi questi ultimi sono diventati progressivamente sempre più imbecilli e gli spettatori “assuefatti” sono stati man mano incapsulati, un po’ come quell’altro capolavoro della cinematografia simbolico-fantascientifica, “La cosa dall’altro mondo”. Ora, questo che stiamo vivendo appare sempre più un momento di presa di coscienza, in cui per fortuna tanti spettatori sono sempre meno attratti dal consueto mezzo televisivo.
E’ inutile dire che, appartenendo alla generazione della radio e della prima fase televisiva sono stato un tantino più protetto,, lo sono ancora di più perché con quello che ho da fare ho davvero poco tempo per stare davanti alla tv.
E questo è dunque anche il momento di riappropriarsi dei vecchi mezzi di comunicazione, più riservati, meno invasivi: la radio, il giornale, il libro, gli spettacoli dal vivo, le conferenze, la formazione diretta. E così si allontana il pericolo di un “Fahrenheit 451”. E allora?

…fine prima parte…continua…

Joshua Madalon

MCM20027
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