PASSEGGIATE FLEGREE 2018 – parte 1

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PASSEGGIATE FLEGREE – 1

I ragazzi sostavano in apparente ricerca di una riservatezza proprio in quell’angolo remoto della spiaggia là dove avevo sospinto i nostri ospiti per poter ammirare quell’altarino laico formato da improbabili ed originali ex voto dei pescatori e dei loro congiunti attaccato alla parete del costone est della spiaggia di Miseno. Il rapido sguardo da lontano mi aveva rivelato che la bellezza di quel luogo era sfiorita forse a causa delle mareggiate e del clima freddo e ventoso dell’inverno che lungamente aveva sferzato quelle terre quei mari e quelle spiagge.
Ero stato aggressivo ma cortese, chiedendo loro di spostarsi per consentirmi di documentare quel luogo. Avevo avuto il dubbio, il sospetto che fossero dei giovani sulla via della tossicodipendenza quando avevo intravisto come celate delle cartine e del tabacco. Mi ero scusato con ipocrisia “Disturbo il vostro “spinello”?”. I giovani sorrisero in modo tranquillo ed educato “No, è solo una normale sigaretta! Due tiri e via!”. Si spostarono di quel tanto perché io procedessi. Intanto si avvicinarono i miei ospiti che in un primo momento si erano assentati impegnati a riprendere il rosso tramonto dietro il promontorio di Monte Grillo.
Due tre battute di cortesia ma poi quella apparente signorilità inattesa in giovani poco più che ventenni spinse ad un’espressione di curiosità. “Sono diplomato all’Istituto Nautico…Macchinista….sì penso di imbarcarmi… la figura di macchinista non è più la stessa: oggi non ha più un rapporto diretto con grassi e rumori. Il mare mi è sempre piaciuto!” e l’altro sempre rispondendo a quelle curiosità “Ho frequentato il Liceo Scientifico…a Torregaveta…mi sono iscritto a Filosofia” due giovani davvero maturi, non lo avrei potuto pensare solo a vederli. Ed è sorprendente che in quella chiusura di serata io li abbia incontrati. Ed è sorprendente che io mi sia dovuto sorprendere di questo incontro, che apre sprazzi di luce sulla realtà giovanile che tante volte ci delude e forse, mi viene da pensare, questo accade perché non ci soffermiamo a dialogare sufficientemente per loro. E’ una “speranza” la mia. E lo è ancora di più nei confronti di una realtà meridionale fin troppo a ragione o a torto dileggiata, umiliata, forse sottovalutata.
Le giornate di vacanza mi avevano sospinto ad andare alla ricerca di luoghi da scoprire o da rivedere con gli occhi degli anni maturi e così si era capitati, insieme a mia moglie Marietta, su per il costone di Miseno che affaccia verso Miliscola prospiciente a Cala Moresca, uno degli alberghi e ristoranti più famosi della zona per la qualità dei servizi. Avevo potuto già apprezzare in un’unica occasione precedente la straordinaria veduta panoramica unica da Procida-Ischia, Monte di Procida, Miliscola, il Mare Morto, Bacoli, Baia con il suo castello, i Campi Flegrei con lo skyline dei suoi vulcani, Pozzuoli, Bagnoli, Nisida, Posillipo ed il resto di Napoli, l’area vesuviana con tutto il resto, la costiera sorrentina ed il mare, tanto mare indorato da un sole che in quel periodo illuminava e riscaldava il mondo. La baia di Miseno circoscritta dal promontorio Punta Pennata divenuto poi un’isola a causa di una tempesta ( e che tempesta! Fu quella del novembre 1966 mentre Firenze ed altri territori finivano inondati dalle acque ) si adagiava sul lato destro della vista con un pieno di imbarcazioni di media misura che sostavano riposando in attesa della stagione tardo primaverile ed estiva.

Passeggiate flegree 2018 – parte 1…continua

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