RITORNIAMO A PARLAR DI POLITICA

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RITORNIAMO A PARLAR DI POLITICA

Sessanta giorni a breve – il 4 maggio – e nessun Governo è stato varato dopo i risultati del confronto elettorale del 4 marzo.
Vale la pena spiegare ancora una volta agli “smemorati” italiani (il nostro Paese ha questo nefasto primato!) che all’origine dell’impasse c’è la Legge elettorale varata a fine anno 2017 chiamata “Rosatellum” dal nome del suo relatore, Ettore Rosato, capogruppo del PD alla Camera.
Una legge sconclusionata la cui responsabilità ricade su Partito Democratico, Forza Italia, Lega Nord, Alternativa Popolare di Alfano ed Ala di Denis Verdini.
Piuttosto che arrovellarsi su improbabili e spericolate proposte di alleanze, mi permetto di suggerire due possibilità. La prima: che si proceda ad un Governo provvisorio, capitanato da una figura “terza” di garanzia, con compiti limitati alle scadenze nazionali ed internazionali ed appronti una nuova Legge elettorale composto dai sostenitori del “Rosatellum”; la seconda: che si mantenga in piedi l’attuale Esecutivo con i compiti sopra descritti. Ma in ogni caso si vada al voto con una nuova Legge elettorale al più tardi entro il 2018.
Insomma, non si perda altro tempo in equilibrismi inaccettabili. Ad ogni modo è di un’evidenza sconcertante la incapacità a proporre una linea di Governo che tenga conto della sostanziale differenza tra la protesta oppositiva e le scelte amministrative da parte del M5S; dall’altra parte rimane in piedi la grande difficoltà del Centrodestra nella gestione delle contraddizioni presenti nella coalizione. Con un PD ridotto soprattutto per la scarsa duttilità mentale della sua attuale leadership ed una Sinistra incapace di costruire “unità” e costretta alla funzione di mera testimonianza non c’è altra soluzione. Si accettino le scelte dell’elettorato una volta che però emerga in sostanza una maggioranza netta dal confronto elettorale. Con il “Rosatellum” era abbastanza impossibile; lo avevamo detto ed è accaduto!

Joshua Madalon