RITORNIAMO A PARLAR DI POLITICA – 3

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RITORNIAMO A PARLAR DI POLITICA – 3

Indubbiamente il ragazzo ha carattere e affronta le questioni in modo diretto da vero “princeps” machiavelliano; di fronte alla bonomia emiliana di Pier Luigi apparve come una vera e propria manna dal cielo da contrapporre alla sicumera plutocratica di Silvio per poter tornare a vincere sul serio, dopo quel “siamo primi ma non abbiamo vinto”, la “non vittoria”, del 2013. E lo apparve soprattutto a coloro che erano rimasti fuori perché sconfitti in tantissime realtà e che, davanti all’occasione di un caterpillar senza anima, soprattutto se si pensa a quella di Sinistra, si impegnarono a convincere la dirigenza di allora ad aprire in modo ampio le porte della partecipazione alle Primarie. Ma questa, come ben si sa, è roba vecchia!
Delle vittorie e delle sconfitte pure abbiamo già parlato. Ma dopo quel che è accaduto ieri, dove un leader dimissionato per demerito ha rimesso nuovamente in discussione le sue stesse scelte chiamato in causa proprio dai vecchi perdenti, preoccupati di perdere il loro Potere derivato soprattutto dalla presenza del loro mèntore, viene da farsi alcune domande.
Chi glielo dice a quelle migliaia di elettrici ed elettori (reali e potenziali, ovverosia quelli che hanno votato e quelli che hanno pensato più volte di poterlo fare) di Sinistra che si sono spostati verso il M5S (sarà il 20, il 30 o solo il 10%) che si sono sbagliati? E che dunque con quella parte di elettorato non ci si vuole confrontare? E che dire di quelli che hanno votato Lega Nord? Non mi si venga a dire che non si sa che una parte dei voti potenziali del PD nella occasione del 4 marzo sono andati da quella parte? I temi della Sicurezza pensate davvero che debbano essere delinati solo in modo “buonista”? o non è vero che la “gente comune” non ne può più di regole infrante senza un vero e proprio controllo? E pensate che si possa accettare così “alla buona” che si venga aggrediti senza potersi difendere e si possa stare sereni, attendendo che la Giustizia applichi pene severe, ben sapendo che così non sarà?
L’intervento a gamba tesa (sì certamente da vero “bullo”) di ieri sera è andato a colpire la democrazia del Partito: un nuovo benservito (uno “stai sereno”!) è stato lanciato verso il “reggente” ed il gruppo che in ogni caso ha parlamentato con il M5S, lasciando intravedere pur timide e scarse possibilità di proseguire nel dialogo.
Un confronto tra “uomini veri”, quelli duri “che non devono chiedere….mai” (non parlo al maschile solamente, se pensate di criticare questo aspetto vi sbagliate: mi riferisco a chi “pensa” ed è capace di esprimere il proprio punto di vista senza proteggere il suo tornaconto), potrebbe portare ad un chiarimento definitivo. Se si va alla conta, che abbia un suo valore! Il PD è già a pezzi nei fatti: in Friuli ha perso in due mesi 53.000 voti (non vi lasciate ingannare dalla percentuale più o meno simile a quella delle Politiche, il 18 e rotti % ma fate caso invece ai dati dell’affluenza ). Bisogna ricostruirlo ma senza Renzi e la sua “corte”! e con un orientamento completamente diverso.
Ad ogni modo parlerò di Sinistra, oltre queste righe, come promesso, nelle prossime ore.

Joshua Madalon

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RITORNIAMO A PARLAR DI POLITICA – 2

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RITORNIAMO A PARLAR DI POLITICA – 2

Siamo, dunque, nuovamente ad occuparci di Politica, quella legata ai Governi ed alle Amministrazioni di questo Paese, non avendo mai del tutto abbandonato l’impegno civile soprattutto inteso a cogliere gli aspetti sociali ed antropologici, civili ed incivili, con cui entriamo in contatto quotidianamente. Ieri sera, domenica 29 aprile 2018, Matteo Renzi, l’ineffabile “rottamatore” del PD, ha proseguito nell’opera di smantellamento di quella formazione, intervenendo a “Che tempo che fa” intervistato “a comando” dal venditore di tappeti e pentole Fabio Fazio.

“Dimissionario” di mestiere ha inteso ribadire che in ogni modo è lui il punto di riferimento del Partito Democratico, anche se i suoi consensi sono calati ben oltre al 50% da quel 40,81% alle Europee del 25 maggio 2014, passando di sconfitta in sconfitta, rivelando che quel mirabolante successo era effimero e condizionato da tutta una serie di errori diffusi tra le altre forze politiche e da una bassissima partecipazione al voto (57,22%).

Fa sempre sorridere il riferimento a quel 40% che egli vuole accreditarsi rispetto alla sconfitta al Referendum del 4 dicembre 2016, soprattutto dopo che vorrebbe convincere la gente che non è stato lui ad essere sconfitto ma il nostro Paese, che avrebbe avuto, secondo la “sua” interpretazione tutto da guadagnare con quella Riforma. Proprio per questo scarica la responsabilità del disastro del “Rosatellum” sull’impossibilità di costruire regole omogenee per le due Camere, essendo esse rimaste in piedi così come erano. Il Parlamento che nella scorsa legislatura ha approntato e approvato il “Rosatellum” aveva la piena facoltà di costruire regole omogenee e meccanismi tali da consentire alle forze politiche di ottenere un risultato certo con una maggioranza qualificata a governare il Paese. non è stato fatto e la responsabilità non può essere del popolo sovrano ma è tutta ascritta a forze politiche impegnate a mantenere il proprio Potere.
La proposta referendaria bocciata aveva intenti eversivi dell’ordine democratico, sottintendendo tra le pieghe la possibilità di un Premierato forte, di un solo organismo espressione di scelte concentrate nelle mani di pochi. Quella proposta ha peraltro sacrificato scelte che potevano essere “positivamente” approvate se non fosse , per l’appunto, stata inficiata da una presunzione ed un’arroganza infinita che perdura oltretutto malgrado le sconfitte.

Il dimissionario di mestiere tuttavia chiarendo il suo ruolo primario nel PD ha esautorato “di fatto” tutti coloro che in questo periodo hanno impegnato il loro tempo per riportare quel Partito a riprendere il cammino: in primo luogo il “reggente” Martina, ma anche tutti coloro che in qualche modo come Emiliano e Franceschini hanno espresso un parere diverso in relazione al rapporto con il M5S.
In tutto questo viene da chiedermi dove sia la Sinistra e ne tratterò più tardi.

Joshua Madalon

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