OPPOSIZIONE vs OPPOSIZIONE

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OPPOSIZIONE vs OPPOSIZIONE

Proseguendo riflessioni politiche utili non solo a comprendere i percorsi potenziali politici nazionali ma anche quelli locali, poniamo l’accento sul termine “Opposizione”.
“Opposizione” dicasi con modalità semplificata “posizione opposta”. E’ l’atteggiamento meditato o pregiudiziale di una persona o di un gruppo nei confronti di altra(e) persona(e) o altro(i) gruppo(i). Consiste in una proposta complessiva o specifica su uno o più temi, espressa in modo più o meno alternativo ad altra(e) proposta(e). Di norma è “pregiudiziale” se basata meramente su forme ideologiche precostituite benchè contrapposte. Nihil obstat che vi possano essere interpretazioni molto diverse e lontane tra loro all’interno di contesti solo apparentemente omologhi dal punto di vista ideologico.
La parola “Opposizione” è stata pronunciata in modo netto e ben definito da Matteo Renzi il 6 marzo all’atto del riconoscimento ufficiale del disastro elettorale del quale, insieme ai suoi fedeli sostenitori, si è reso protagonista.
In riferimento a posizioni apparentemente omologhe dal punto di vista ideologico sono qui a rilevare che ben diversa “dovrebbe” essere l’Opposizione da parte di quella lista chiamata “Liberi e Uguali” il cui futuro destino è appeso ad un filo sottilissimo ma che nella campagna elettorale ha espresso posizioni molto critiche sull’operato dei governi Renzi-Gentiloni a guida PD.
Si tratterebbe dunque dell’esplicazione del titolo “OPPOSIZIONE vs OPPOSIZIONE”. Gli interventi sul mondo del Lavoro sviluppati più a sostegno degli interessi dell’imprenditoria, che hanno generato maggiore insicurezza, quelli sulla Scuola che l’hanno ancor più burocratizzata, un’accondiscendenza complessiva favorevole al mondo finanziario sulle questioni relative alla crisi delle banche, alcuni interventi sui temi dell’Immigrazione non sono piaciuti e non possono essere approvati. Ovviamente il Partito Democratico non è in grado di sviluppare un’autocritica su questi interventi ed è per questo motivo sostanzialmente che non sarà possibile alcun rapporto di condivisione tra coloro che si ritrovano all’opposizione nel Governo del Paese e nelle prosssime contese elettorali locali.
Peraltro il “segno” distintivo del “renzismo” ha connotato molte delle linee programmatiche e delle azioni amministrative, ancor più nelle ultime settimane, laddove segnatamente si sta dando dimostrazione di voler “occhieggiare” le Destre, forse nel disperato tentativo locale di agganciare quella parte di elettorato. Mi riferisco al Regolamento per i contributi per l’affitto a famiglie bisognose che fondamentalmente “discrimina” gli stranieri, imponendo loro di presentare una “certificazione che attesti che tutti i componenti del nucleo familiare possiedono o meno alloggi nel loro Paese d’origine”. Questo riferimento alla “certificazione” e non all’autocertificazione genera “discriminazione” evidente laddove il Paese d’origine non fosse in grado di provvedere in merito. Ed è evidente che non si tratta di essere considerati “razzisti” se si dice che vi sono moltissimi Paesi da cui provengono i nostri amici stranieri che non sono organizzati in merito a dati catastali (che dire? Non lo siamo neanche del tutto noi, che ci consideriamo Paese industrializzato!). Ci riferiamo poi anche al “Daspo urbano”, inserito nel Regolamento di Polizia Urbana, approvato pochi giorni fa dal Comune di Prato, che equipara a delinquenti e spacciatori gli homeless e i disturbatori generici della quiete pubblica. D’altronde per tutti ma soprattutto per chi è davvero pericoloso non si prefigurerebbe alcun intervento al di là dell’allontanamento. “Signor delinquente, signor spacciatore, si faccia, per cortesia, più in là!”.

Joshua Madalon

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