UN DOCUMENTO per la storia del Partito Democratico a Prato 12 dicembre 2006 – parte 5

UN DOCUMENTO per la storia del Partito Democratico a Prato 12 dicembre 2006 – parte 5

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Intendiamo però stringere un patto fra gentiluomini con le forze del Centrosinistra interessate a questo progetto per costruire insieme le regole, per condividere tutti insieme i valori, per riavviare una discussione che ha avuto finora, come abbiamo detto, fasi alterne e non è mai completamente “decollata”. Confermiamo dunque di non voler avere nessun tipo di monopolio ma di voler essere uno dei punti di riferimento sul territorio.

A Montecatini il Coordinatore Nazionale della rete dei CpU, Massimo Cellai, ha ripreso due passi della lettera con la quale Romano Prodi ha invitato i massimi rappresentanti delle Associazioni ad Orvieto:
“Il Partito democratico non potrà nascer che dall’incontro tra la responsabilità dei gruppi dirigenti (che sarà anche verifica degli stessi) e la voglia di partecipazione di quello che per semplicità, chiamo il popolo delle Primarie. Dobbiamo immaginare un percorso in cui le scelte e le decisioni dei partiti (nei loro organi decisionali) si incontrino e convergano con una platea di soggetti più ampia e meno, o diversamente, strutturata”. “Sono persuaso che occorra innescare – e re innescare – un processo che investa sul desiderio di discussione e sulla voglia di partecipazione della nostra gente, un processo che, per ampiezza e profondità, si ispiri alla grande esperienza delle Primarie”.

E da qui possiamo andare a sottolineare l’importanza che per noi riveste il metodo delle “Primarie” per la selezione della classe politica, dirigente ed amministrativa.

Vorremmo sottolineare e chiarire infine alcuni aspetti, si spera in maniera definitiva.

La presenza nel Comitato di iscritti alle forze politiche ha pesato nei rapporti fra chi è iscritto ed una parte del suo Partito di riferimento; noi due Coordinatori che scriviamo questo documento pensiamo al nostro Partito, i Democratici di Sinistra. Questo è purtroppo un segno antico di una malattia profonda che caratterizza in modo particolare alcuni quadri intermedi delle nostre maggiori forze politiche. Anche se negli ultimi giorni si avverte, come si diceva all’inizio, una maggiore attenzione nei nostri confronti, siamo stati visti come dei “frondisti” semmai alla ricerca di un”posticino al sole”. Questo modo di interpretare la passione politica fa trasparire una incapacità a cogliere la reale portata storica “ideale” di questo Comitato: si interpreta il pensiero degli altri solo con la misura del proprio pensiero, e cioè si presuppone che chi si muove lo faccia esclusivamente per poterne trarre vantaggi semmai a scapito di altri che avrebbero acquisito “meriti particolari” difficili tuttavia da rappresentare concretamente. Per fortuna sia a livello nazionale sia a livello locale i leaders delle forze politiche da DS e Margherita ai Repubblicani Europei, allo SDI ed all’ IdV intervengono sempre più spesso affrontando la questione del PD allo stesso identico modo con il quale lo facciamo noi.

Certamente la costruzione del Partito Democratico dovrà rappresentare già in partenza un atto di profonda consapevolezza e coraggio che, dopo un dibattito adeguato, destrutturi le strutture e le ricostruisca poi con regole nuove condivise ma capaci di creare quel rinnovamento della politica italiana necessario alla realizzazione piena dell’art. 49 della Costituzione italiana.

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