RACCONTO D’AUTUNNO-INVERNO (con annunci di primavera) – 3 ed ultima BUON NATALE 2019

RACCONTO D’AUTUNNO-INVERNO (con annunci di primavera) – 3 ed ultima BUON NATALE 2019

3.
C’è aria di festa. Le tre ragazze cinesi si attardano, attendono che anche il “grande uomo” si congedi. Con aria di complicità inattesa mi porgono una borsina colorata “Questo è per lei!” mi dice la più vivace tra loro. Smetto di preparare il mio zaino e “Grazie! Cos’è?” “Un piccolo pensiero” fermandosi sulla “erre” come sempre (…rrro, rrro!). Lo prendo e guardo dentro: c’è una confezione trasparente ed infiocchettata di rosso. La sollevo e la osservo: è una bolla di vetro che contiene un piccolo grazioso presepe, simbolo della natività. Sorrido, non posso che ringraziare del dono speciale che mi hanno consegnato. Come segno di apprezzamento concreto sistemo il dono su un tavolino e scatto una foto con il mio smartphone, la invio subito a mia moglie con la sottolineatura dell’importanza del dono, segno del riconoscimento delle nostre tradizioni, che vanno al di là della specificità laica che mi contraddistingue.

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D’altra parte anche io, laico ed ateo, non posso non dirmi “cristiano”, intimamente e costitutivamente, così come aveva scritto nel suo breve saggio del 1942 Benedetto Croce. Anche la mia presenza in un contesto cattolico e religioso, anche interreligioso, assume una significazione speciale.
Saluto e mentre le ragazze escono mi soffermo a registrare gli ultimi argomenti trattati. Un attimo e i nuovi allievi entrano; salutano con rispetto e deferenza, ma non sono i miei. Esco dopo un paio di minuti e mi soffermo a parlare con le altre colleghe. Nel pomeriggio ci sarà una festa, un classico rendez-vous a chiusura dell’anno solare. Ci sarà il Vescovo. Si riprenderà il 9 gennaio. Avverto che difficilmente potrò partecipare e annuncio che sarò via per tutta la metà del mese prossimo: vado a Napoli. C’è una notazione pregiudizievole da parte di una delle segretarie organizzative; con una smorfia che è tutto un programma e qualche battutina contornata da beffardo sorriso dileggia la città partenopea. Le faccio notare che la mia città natale è a pieno titolo una delle capitali della Cultura mondiale, forse non superiore a Firenze ma di certo non inferiore ad essa. Un luogo nel quale la passione e l’inventività non hanno paragoni e sono elementi sostanziali di creatività e genialità; l’arte e la Storia sono diffuse in ogni angolo, molto più di quanto avvenga in realtà baciate maggiormente dalla ricchezza materiale. Ad ogni modo raccolgo il sostegno delle mie colleghe, che dimostrano di conoscere bene la realtà di cui accenno in rapida necessaria sintesi.
Saluto. Devo andare in banca…devo pagare l’IMU sulle seconde case.
Non c’è una gran fila. E poi gli sportelli sono tutti aperti ed operativi. Mentre attendo do uno sguardo ad alcuni libri che sono a disposizione dei clienti dietro una minima offerta di un solo euro: c’è Telethon nei prossimi giorni. Due signore in attesa parlottano tra loro e non posso fare a meno di ascoltarle.
“Vuoi sapere” dice una signora sobriamente vestita sulla via dei sessanta all’altra molto più giovane, quarantenne molto più appariscente “vuoi sapere cosa ha combinato mio nipote?”
“Chi? Andrea? Quanti anni ha fatto?”
“Quattro. A settembre”
“Cosa avrebbe combinato?”
“Nulla di grave, ma è sorprendete ad ogni modo!” aggiunge la “nonna” compiaciuta visibilmente.
“E allora?”
“Ha chiamato il padre mentre era in ufficio e gli ha annunciato che aveva deciso di sposarsi….”
“Mah, guarda un po’ quel soldo di cacio!” commentò la più giovane. “E cosa gli ha risposto Vittorio?”
“Vittorio mi ha detto che era rimasto incuriosito, anche se lì per lì stava per chiedergli di ragionarne in un altro momento: in ufficio si lavora; ma invece gli ha chiesto subito con chi volesse sposarsi….”
“E con chi?…”
“Con me…” la nonna era, come si dice a Napoli, “priata” cioè “lusingata”.
“Con te?… e Vittorio?”
“Vittorio…eh Vittorio gli ha risposto che non poteva sposare la nonna perchè era sua madre”
“E Andrea?”
“Andrea…” la nonna era visibilmente commossa “il piccolino non si è perso d’animo e gli ha risposto”
Momento di attesa.
“Gli ha semplicemente detto: e perchè mai non posso sposare la tua mamma; tu, non hai sposato la “mia”?”
Indubbiamente nulla da obiettare!

Care amiche e cari amici, Buon Natale! State sereni, ma seriamente, non per metafora negativa come ormai è diventata consuetudine nell’agone politico.

Joshua Madalon

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