UN DOCUMENTO per la storia del Partito Democratico a Prato 12 dicembre 2006 – parte 3

uLIVO

…la prima e la seconda parte del Documento (lo scrivemmo Tina Santini ed io) sono state pubblicate il 13 ed il 14 dicembre…ad entrambe ho preposto un “promemoria”…. anche il post di questa mattina (La mia storia…) dedicata alla questione “giovanile” assurta in modo impetuoso e surrettizio da qualche giorno in qua…fa da pendant a questo ed a tanti altri documenti….inediti…..

UN DOCUMENTO per la storia del Partito Democratico a Prato 12 dicembre 2006 – parte 3

3.

Abbiamo, anche per questo, deciso subito di avere, pur nella loro provvisorietà, due Coordinatori – una donna ed un uomo – ed i due delegati per Montecatini sono stati scelti con lo stesso criterio così come le due persone che, pur a titolo e con compiti diversi, sono stati inseriti in un organigramma nazionale della Rete dei Cittadini per l’Ulivo.

Abbiamo approvato un Regolamento interno smilzo, essenziale, puntato sugli obiettivi prioritari espressi negli articoli 2, 3 e 4.

Oggi siamo il Comitato di Prato per il Partito Democratico dell’Ulivo aderente alla Rete dei Cittadini per l’Ulivo. Abbiamo dei rappresentanti ufficiali, abbiamo degli obiettivi comuni, abbiamo delle proposte da sottoporre alla città e pensiamo di doverlo fare soprattutto alle forze politiche interessate alla creazione del nuovo Partito Democratico.

Una delle questioni prioritarie parte dalla consapevolezza personale di ciascuno di noi, che occorra dare un senso alla nostra operatività politica. Ciascuno di noi per quello che può, per quello che sa, per quello che sa fare, metterà a disposizione le sue energie, e lo farà con maggiore convinzione e tenacia se l’obiettivo sarà chiaro e condiviso.

E’ necessario far risorgere in noi prima che negli altri, ma poi soprattutto negli altri, la passione per la politica. Bisognerebbe davvero che l’obiettivo del POTERE fosse sostituito da quello del PIACERE e ci viene in mente la sollecitazione verbale di don Milani, “I CARE”.
Sentiamo che si avverte forte il bisogno, anche se a volte prevale lo scoramento, di restituire forza e dignità morale all’agire politico.
Verrebbe da dire che prevale la sensazione che tutto ciò che facciamo alla fine è inutile, poiché sembra che niente cambi, il pensiero che si tratti di una valutazione qualunquistica ci sfiora ma se ci guardiamo intorno, abbiamo paura che ciò sia vero.

Pur tuttavia non sempre le chiacchiere sono del tutto vuote, e la corsa – reale – all’accaparramento dei posti di potere è un elemento che ha ingenerato quasi sempre dei danni, fra cui, uno dei più gravi, è quello della disaffezione di gran parte della gente verso la Politica. Così come non si può continuare a fingere che alcune scelte, alcuni progetti, alcune proposte non siano, anche in questa città, state adeguatamente accompagnate sin dal loro primo avvio procedurale dal confronto e dal dibattito giusto e necessario.

Questo modo di agire crea poi il vuoto intorno agli amministratori ed ai politici; ma il vuoto viene poi colmato da quelle forze radicali ed estremistiche che strumentalizzano lo scontento e la sfiducia ed aizzano i cittadini male informati contro le nostre Amministrazioni.

La nostra città, Prato, anche per questa incapacità evidenziata negli ultimi tempi, è caratterizzata da un assordante silenzio. Non c’è dibattito, non c’è confronto, è una città decadente. Lo diciamo con senso critico, forse addirittura autocritico, e lo diciamo senza acredine, lo diciamo con preoccupazione, con partecipazione, anche se ci aspettiamo rapide amorevoli smentite; Noi diciamo e affermiamo allo stesso tempo che anche la nostra presenza, pur con i nostri limiti, intende essere di stimolo per contribuire a riaprire in questa città un dibattito all’altezza degli obiettivi che si propone di raggiungere, che merita di raggiungere.
Invece sembra quasi che si sia rinunciato a confrontarsi ad aprirsi a discutere; prova ne sia quel Piano Strategico della città di cui non si sa più niente.

…3…..

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La mia storia…. (per comprenderci meglio)

Foto mia 2

La mia storia….(per comprenderci meglio)

La mia storia – recente(dal giugno 2014 a questo dicembre 2019) e quella che vado recuperando man mano per gli anni addietro è rappresentata dai circa 1300 post (articoli veri e propri) da me pubblicati su questo Blog.
C’è in molti tra questi post il riferimento alla mia fase giovanile (dai primi anni di vita ai trenta anni): c’è la mia voglia di giustizia sociale, di un vero e proprio empito nel rinnovamento dei metodi di fare cittadinanza attiva e politica sociale, c’è questa essenza anticonvenzionale inserita all’interno di una ricerca incessante di scoprire territori civili nuovi. Come tutti sono stato giovane, ma con il passare degli anni – come càpita a tanti – ho smarrito la strada dell’utopia e della speranza in un tempo futuro migliore. Nei giovani dopo tanti anni nei quali ho continuato a sperare ho trovato pofonde delusioni, arrivando a convincermi che siano stati progressivamente sempre meno sognatori di quanto io fossi stato quando avevo la loro età. Se in generale ciò dovrebbe essere letto come un elemento positivo, a me non piace. La loro concretezza non li spinge a viaggiare dentro nuovi sentieri per spingersi verso orizzonti meno facili. Non ho apprezzato la loro incapacità a mantenere la rotta ed ho finito per considerare impossibile ed irrealistico che ciò avvenga anche in questi giorni. Tanti giovani nei decenni passati hanno espresso il loro desiderio di cambiamento ma poi di fronte alla scelta se proseguire nel realizzare quel “sogno” (“I have a dream” ripeteva Martin Luther King) oppure adagiarsi nel comodo alveo di una carriera, piccola media o grande essa potesse essere, politica, hanno optato per questa seconda strada, dimenticando del tutto quel che li aveva sospinti nella verde età.
D’altra parte quasi certamente sono io ad essere anomalo rispetto a tanti; forse l’aver sempre fatto prevalere il ruolo educativo etico mi ha messo “in difficoltà” davanti a scelte che avrebbero significato il disconoscimento di una linea di coerenza della quale vado fiero. Probabilmente altri hanno preferito trarre vantaggio dalle compromissioni e si sono imbarcati stabilmente, non consentendo in questo modo dei veri cambiamenti nei metodi e nelle pratiche politiche.
A questo punto svelo anche il motivo per cui oggi scrivo queste parole. Non voglio dilungarmi nel fare un rapido sommario dei “giovani” che avevano annunciato attraverso critiche concrete di voler chiedere per ottenere un rinnovamento. Ce ne sono a livello nazionale ed ai livelli locali.
A questo punto, se il mondo politico al quale faccio riferimento (quello della Sinistra, compreso quella parte moderata, che si dice Centrosinistra) volesse davvero sconfiggere le Destre non avrebbe bisogno in modo prioritario dei giovani. Riconoscano di aver portato al disastro questo nostro Paese ed avviino un profondo rinnovamento.
Solo per portare un esempio, quando alcuni di noi sognatori ormai cinquantenni e forse ancor più che cinquantenni abbiamo avviato a richiedere il cambiamento a metà del primo decennio del 2000 sono stati proprio alcuni giovani a contrastarci. All’interno poi di quel “nuovo” Partito si è fatta strada avvalendosi di “empiti giovanili” proprio la meteora “maligna” del renzismo che ha prodotto danni irreparabili che sono ormai così evidenti da produrre falsi anticorpi che non hanno neanche la forza di modificare di una virgola il processo verso la catastrofe.

Proseguo in nuovo post questo mio intervento

Joshua Madalon
FOTO mia 3