8 luglio un reloaded di un mio post del 7 marzo u.s. TEMPI NUOVI ….ci risiamo

8 luglio un reloaded di un mio post del 7 marzo u.s.
TEMPI NUOVI ….ci risiamo

Tempi nuovi. Lo dicevo ieri; lo ripeto oggi. Sicuramente questo grande evento cosmico (la “pandemia” non è stata ancora annunciata, ma di ciò si tratta) sconvolgerà le nostre esistenze. Inatteso come è giusto che sia, anche se le avvisaglie c’erano tutte ma fa parte dell’essere umani non riconoscerle o quantomeno, fingendo di non curarsene, esorcizzarne gli esiti.
Bisognerà in ogni caso resettare molta parte delle nostre giornate e guardare al futuro con una grande disponibilità a rivedere continuamente e progressivamente le nostre attività.
Ho di certo, per l’età, bisogni diversi da quelli dei miei figli e degli amici più giovani; ma sento il dovere di contribuire a far sì che anche per loro questa revisione possa essere meglio sopportabile, costruendo alternative utili, con la speranza che, poi, proseguano a praticarle.
Nel 2020 ci troviamo davanti alla chiusura delle scuole per un periodo – per ora – previsto di 11 giorni, ma che si annuncia essere molto più lungo (a cosa servirebbero 11 giorni? Forse è il “tempo” utile per avviare un resettaggio delle modalità didattiche): d’altronde è il 2020 ed in tantissime altre occasioni la letteratura distopica ha tentato di porci di fronte alle responsabilità che nel futuro sarebbero state necessarie di fronte ad eventi simili – ben peggiori – a questi.
In “tempi” diversi, alcuni anni addietro, in situazioni di “non emergenza”, ho anche io utilizzato le nuove tecnologie ( sono ancora presenti dei “gruppi” su Facebook che afferivano a classi di ragazze e ragazzi con cui si interloquiva annunciando temi, proponendo argomenti corredati da link: avevano dei “limiti” collegati essenzialmente al fatto che non tutti accedevano, per motivi diversi, a quelle piattaforme ) e ritengo che – nel pieno rispetto dei ruoli e dell’età – funzionassero come stimoli, pur nei limiti sopra esposti.
Da allora è trascorso poco meno di un decennio (le prime erano del 2010-2011, una terza, una quarta ed una quinta A ed una terza B) e le tecnologie sono migliorate. Guardate cosa fanno alcuni docenti (nella foto collegata all’articolo de “Il Tirreno” riconosco Marcello Contento) nella scuola dove ho insegnato per trenta anni.

https://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2020/03/07/news/il-dagomari-non-si-ferma-lezioni-a-distanza-grazie-a-un-applicazione-1.38559565

Dagomari
Quel che è importante è che ciascuno dei membri (sia docenti che allievi) possa partecipare in modo attivo e propositivo.
Tra le altre questioni che mi preme mettere all’attenzione è la consapevolezza “positiva” dei limiti umani di fronte ad eventi così drammatici (utilizzo il termine nella sua accezione catartica senza negatività). Gli stessi cinesi utilizzano lo stesso ideogramma per i concetti di “crisi” ed “opportunità”. Dunque, perchè non approfittarne in questo comune travaglio per coglierne insieme il senso?
E’ per questo motivo che la lettura dell’articolo del Corriere – sull’inserto culturale “7” – del 25 gennaio scorso sembra tagliato proprio intorno alle riflessioni che da qualche tempo ci perseguitano, al di là del Coronavirus. Quell’articolo merita un supplemento di indagine, partendo dalla mia realtà contingente, casualmente collegata all’epidemia in corso. Da un po’ di tempo trascorro ore ed ore, senza tuttavia trovare il bandolo della matassa, per mettere ordine nelle mie cose. Anche io ho accumulato fogli e fogli, libri e libri, immagini ed immagini.
Ne riparleremo, poprio a conferma dell’impossibilità di tale impresa.

https://www.corriere.it/sette/opinioni/polito/20_gennaio_25/pulizie-morte-diventare-grandi-quando-scompaiono-genitori-6255f93e-3fb7-11ea-9d81-62d1a4802e12.shtml?fbclid=IwAR3sqY59xB7grK0ts7TukWI5EMkDNdSLS1La_-Ocx2qRDTWJ3pVHQ1iJb90

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