30 aprile – “una storia apparentemente lontana” I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 22 (per la parte 21 vedi 13 marzo)

I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 22

prosegue il mio “promemoria” – in corsivo trovate l’introduzione pubblicata in apertura di un post del 6 ottobre 2020 I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 15 (per la parte 14 vedi…..) – i danni inferti alla Scuola pratese furono ingenti

In preparazione della seduta “comune” prevista per il 15 dicembre 1998 preparai una “Memoria” la più articolata ed appassionata possibile: riconfermo che ero in difetto, essendo parte principale in causa – o, meglio, interessato in modo diretto a ciò che difendevo – ma era inevitabile, anche perché ero pur sempre rappresentativo degli interessi di una parte e non potevo far finta di nulla. Spesso la Politica è anche un gioco delle ipocrisie; se un difetto mi può essere assegnato questo non era il disincanto, la terzeità: non avrei potuto ed ho preferito essere additato come “partigiano” piuttosto che come un’ameba. Nell’occasione della seduta mi limitai tuttavia a diffondere questa mia memoria, nella quale mettevo in dubbio dal punto di vista reale il termine “Dimensionamento”, applicato per l’appunto in modo difforme.

Se esistono margini di discussione che ci permettono di abbassare il livello di conflittualità in questa città, occorre che si sappia, così come occorre che si sappia che non vi è opposizione da parte di nessuno a spostarsi da una parte all’altra della città. L’importante, come ha detto ieri il preside del “Copernico”, prof. Lucherini, è che per nessuno vi sia un abbassamento del livello dell’offerta formativa. Ed io, guardi un po’, Assessore, sono proprio ma proprio d’accordo. Non posso dimenticare inoltre il tono del documento, positivo nel complesso, redatto dai docenti del “Gramsci”. Lo faccio mio, ma ciò che vale per gli altri deve essere valido in tutto e per tutto anche per allievi, genitori, docenti e non docenti delle altre scuole.

Voglio concludere aggiungendo qualcosa sul problema del Liceo Classico “Cicognini”. Anche in questa vicenda la politica amministrativa fa acqua: non si è in grado di promuovere un’iniziativa politica che apra le porte del Convitto di Piazza del Collegio. Vi è una chiusura a riccio da parte dell’attuale Rettrice, che ha fatto tornare indietro di qualche decennio quella struttura, ma non come presenze e prestigio, ma come burocrazia.

Pur tuttavia non capisco perché non si è avuto, non si abbia il sufficiente coraggio politico di chiedere espressamente in maniera pubblica  il rientro del Liceo Classico “Cicognini” nella sua sede naturale di Piazza del Collegio.

Alla fine non capisco, ma non sono il solo e sono davvero in ottima e numerosa compagnia, la razionalità di questo Piano, che a me sembra e così torno ellitticamente all’inizio, inficiato da un errore di partenza; ed è per questo che andrà, che lo voglia o no l’Assessore, rifatto.         

Gli elementi che ho messo a disposizione sono tanti e tali che non possono avere altra risposta che non sia caratterizzata da una vera e propria disponibilità a confrontarsi sul serio per raggiungere l’unico obiettivo che era caro agli Amministratori, ma che fino ad oggi è stato completamente mancato: la condivisione. CHI CONDIVIDERA’ QUESTO PIANO? Forse il “Copernico” che vedrà soddisfatte le proprie istanze? Forse il Provveditore? Forse qualche Preside? L’elenco è di poco più lungo. Gli altri non riusciranno a sentirlo come una loro vittoria.

Da parte mia forte della razionalità (sono altri a non avere i piedi per terra; noi non vogliamo la luna e non facciamo questione di numero civico, ma di razionalità) credo che continueremo nelle prossime settimane a lavorare anche contro questa profonda incomprensibile ingiustizia, che ha messo a nudo insensibilità insospettabili ed andremo fino in fondo con ogni mezzo lecito.

Penso che noi si debba fare un documento su questa situazione, su questo argomento e poi credo sia opportuno una discussione urgente, la più ampia possibile, domani stesso in Consiglio. La città deve sapere, deve essere posta in grado di giudicare, al di là di quanto ha già fatto.

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