13 aprile – CINEMA – Storia minima – parte 17 (per la parte 16 vedi 12 marzo)

CINEMA – Storia minima – parte 17

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Rimanendo sempre sul vecchio Continente, possiamo menzionare due film britannici che riscossero un successo internazionale.

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Il primo è “Le quattro piume” (The Four Feathers) diretto da Zoltàn Korda. Il film, tratto dal romanzo di  romanzo di Alfred Edward Woodley Mason del 1902, è la terza trasposizione da quell’opera (la prima era stata girata in piena epoca del muto nel 1921 e la seconda nel 1929). Questa, che rimane la più famosa anche rispetto all’altra ben più recente del 2002, è realizzata in cooperazione dai fratelli Korda (oltre a Zoltan, a collaborare alla buona riuscita del film, c’erano Alexander produttore e Vincent scenografo) è la prima edizione con il sonoro ed anche a colori. La storia narrata dal film è ambientata nel 1895, dieci anni dopo la battaglia di Karthoum, finita disastrosamente ed ha protagonista un giovane ufficiale che nel momento in cui dovrebbe partecipare ad un’azione di guerra si rifuta di partire. Prossimo al matrimonio, riceve da tre amici e dalla sua giovane fidanzata quattro piume bianche, che simboleggiano viltà e disonore. Punto nell’onore, parte e si rende protagonista di varie azioni coraggiose.

L’altro film britannico che vogliamo menzionare è “Addio, Mr. Chips!” (Goodbye, Mr. Chips). Tratto dal romanzo omonimo di James Hilton, non uno qualunque in quanto si tratta di un autore capace di sceneggiare film (basterebbe solo menzionare il famosissimo bellissimo “Orizzonte perduto” di Frank Capra già menzionato) ed infatti è sua la sceneggiatura anche di questo film. E’ il classico film americano per famiglie, incentrato sulle “memorie”, i ricordi della carriera di un docente (Charles Shiping detto amorosamente Chips) di un college, il Brookfield. Gli aspetti umani, le vicende storiche con la guerra, gli incontri importanti della sua vita (colleghi, la moglie, i suoi studenti, nelle varie e diverse generazioni) vengono snocciolati gli uni dopo gli altri contornati da episodi significativi. Il film fu interpretato magistralmente da Robert Donat, tanto è che riuscì ad aggiudicarsi il Premio Oscar del 1940: in quell’occasione, lo ricordiamo, battè un importante concorrente, Clark Gable, che aveva interpretato il protagonista di “Via col vento”, Rhett Butler. Quel che, a questo proposito, può apparire curioso è che il regista di “Addio, Mr. Chips!” fu Sam Wood che in parte, pur non accreditato, diresse alcune scene del più famoso “Via col vento”.

 Rimanendo in Europa e scendendo dalle nostre parti ci piace menzionare un film di Alessandro Blasetti, ormai, dopo un avvio brillante come giornalista e critico cinematografico viene ad affermarsi quale autore collaterale ai bisogni più che alle idee del regime fascista (come molti altri non seguirà le sorti del fascismo con la nascita della Repubblica di Salò). I primi film sono contrassegnati da questo collateralismo (“Sole” del 1929 e “Vecchia guardia” del 1935); ma l’opera di cui trattiamo è un tipico esempio di film d’avventura, pur riferendosi ad un personaggio noto nella storia culturale del nostro Paese, “Un’avventura di Salvator Rosa” (1939), ambientata nel Regno di Napoli, periodo all’incirca nella parte centrale del 1600, quella caratterizzata dalla rivolta capeggiata da Masaniello. Ma l’eroe in questione è Salvator Rosa, artista poliedrico e poeta, che si trasforma in questo caso in eroe mascherato, il “Formica”, una sorta di Zorro nostrano che lotta contro le angherie e le sopraffazioni dei nobili. Il film, interpretato da una delle icone divistiche italiane, Gino Cervi e vede il debutto di Rina Morelli e la presenza per la prima volta della coppia Luisa Ferida e Osvaldo Valenti. Fu un grande successo di pubblico, a dimostrazione sia della maturità stilistica di Blasetti sia del bisogno che aveva il pubblico di sognare.