23 aprile – PACE E DIRITTI UMANI parte XXXI – per la parte XXX vedi 11 marzo

PACE E DIRITTI UMANI parte XXXI

Abbiamo anche la convinzione che non sia più eludibile da parte delle istituzioni, comprese quelle più piccole come le nostre, un urgente e stabile impegno a favore della pace e per il rispetto dei diritti umani e la costruzione di nuovi diritti in un mondo che sta progressivamente cambiando. Tutto questo in un momento dalla difficile transizione che richiede la massima sollecitudine e tensione morale estrema da parte di tutti.

Guai ad abbassare la guardia; le nostre generazioni non hanno conosciuto direttamente la tragedia della guerra, ma non è detto che potrà in futuro essere sempre così; le nostre generazioni sul nostro territorio non hanno conosciuto il disprezzo dei diritti umani, anche se a pochi chilometri dai nostri confini questo è accaduto, ma non è detto che in futuro ciò non tocchi anche a noi.

https://www.lastampa.it/cultura/e20/passato-presente/2018/09/06/news/la-guerra-nei-balcani-e-il-massacro-di-srebrenica-1.36625645

La pace ed il rispetto dei diritti umani vanno salvaguardati soprattutto attraverso l’uso della pratica quotidiana della democrazia e della libertà: non pochi segnali di oscurantismo, di imbarbarimento civile, di attentato alla memoria storica del nostro paese, anche negli ultimi giorni, ci richiamano ad un maggiore impegno in difesa della democrazia e della libertà.

La Toscana, anche rispetto ad altre Regioni, può vantare con questa indizione di una ricorrenza così speciale ed importante, di aver seminato – e di voler continuare in questa direzione – radici solide di pace e democrazia e questo, anche se non dovesse essere considerata una garanzia in assoluto, sarebbe comunque un buon punto di partenza. L’indizione di questa ricorrenza è di certo un forte motivo di orgoglio per tutti noi, sia per chi è nato in Toscana sia per chi come me da tempo vi risiede; cogliere questa opportunità, permette poi a tutti noi di attingere ad uno stimolo in più per riprendere la buona abitudine (e parlo soprattutto e prima di tutto pensando in primo luogo a me stesso) di avviare una discussione ed un approfondimento su alcune tematiche come quelle che sono state evidenziate nel titolo dell’iniziativa odierna.

La giornata che abbiamo organizzato sarà caratterizzata da due interventi programmati: in effetti il secondo intervento quello previsto da parte di Italo Moscati, Presidente del Centro per l’Arte Contemporanea “Luigi Pecci” che ci ospita, viene rinviato ad una prossima occasione in quanto chi lo doveva tenere ha avuto un contrattempo, si è scusato ma non potrà essere con noi: al suo posto ci sarà un intervento di saluto comunque della struttura – il “Pecci” – da parte del Vice Presidente, il Professor Attilio Maltinti. Ad ogni modo, senza voler sminuire il valore del collega che sostituirà Italo Moscati, devo dire che l’intervento fondamentale dal punto di vista storico, la “lectio magistralis”, sarà quello del Professor Giuseppe Panella, che tratterà del tema “Cesare Beccaria ed il suo “Dei delitti e delle pene”: l’influenza che questa opera ha avuto sullo Statuto Leopoldino, sul Codice Penale Leopoldino”.

Posso però annunciare che proprio per supplire alla improvvisa défaillance di un tassello del nostro Programma proprio perché lo abbiamo saputo soltanto stamattina, abbiamo pensato di farvi cosa gradita nel presentarvi per intero (in un primo momento avevamo previsto di utilizzarne solo un brano) il film di Krzysztof Kieslowski, “Quinto comandamento: non uccidere” che fa parte del “Decalogo” di quel regista.

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