UN DOCUMENTO per la storia del Partito Democratico a Prato – 1

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UN DOCUMENTO per la storia del Partito Democratico a Prato – 1

Tredici anni fa, alla fine del 2006, alcuni attivisti provenienti soprattutto dai “Democratici di Sinistra” (D.S.), si impegnarono intorno alla costruzione di quel nuovo soggetto che venne chiamato “Partito Democratico” (P.D.). Si verificò una vivace e fertile discussione, coordinata prima dall’avvocato Alberto Rocca e poi, data l’indisponibilità di quest’ultimo a proseguire in modo meno accademico il progetto, da Tina Santini ed il sottoscritto, che costituirono concretamente, insieme a tante altre compagne ed altri compagni, il COMITATO DI PRATO PER IL PARTITO DEMOCRATICO. Il riferimento all’Ulivo, quell’ alleanza elettorale del centro-sinistra italiano che aveva costituito dal 1995 al 2005 lo schieramento dei diversi partiti politici nel centro-sinistra.

QUESTO DOCUMENTO DIVISO IN 6 BLOCCHI SI RIFERISCE AD UN INCONTRO, ORGANIZZATO PRESSO IL DOPOLAVORO FERROVIARIO, NEL QUALE SI APRI’ IL CONFRONTO CON LE FORZE POLITICHE DI CENTROSINISTRA

DALLA LETTURA DI QUESTO (e di altri) DOCUMENTO EMERGONO, OGGI, CON ESTREMA CHIAREZZA LA DIFFICOLTA’ A COSTRUIRE UN NUOVO SOGGETTO POLITICO CHE SUPERASSE LE CRITICITA’, METTESSE IN CAMPO UN VERO RINNOVAMENTO NEI METODI E NEI SISTEMI DI RECLUTAMENTO DEL PERSONALE DIRIGENTE E POLITICO – DA QUESTI DOCUMENTI SI EVINCE CHE TUTTO QUEL CHE E’ AVVENUTO NEI TREDICI ANNI FINO AD OGGI CHE HA CONDOTTO IL PARTITO VERSO UN DECLINO PERNICIOSO PER LE SORTI DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA E’ STATO ORIGINATO DALLA VELLEITA’ DI ALCUNE/I DIRIGENTI DI DS E MARGHERITA, ALCUNE/I DELLE/I QUALI ANCORA OGGI IN PRIMA FILA ED IN ATTESA DI AVERE RUOLI SEMPRE PIU’ IMPORTANTI

COMITATO DI PRATO PER IL PARTITO DEMOCRATICO DELL’ULIVO

Prato 12 dicembre 2006 – Dopolavoro Ferroviario
Incontro con i Partiti

Negli ultimi mesi si discute sempre più intensamente di questo nuovo soggetto politico che si chiama Partito Democratico.

Bisogna dire che non è sempre stato così, che vi sono stati periodi alterni durante i quali questo percorso veniva dato per interrotto più o meno in modo irrevocabile, si avanzavano dubbi irrisolvibili, si fermava il cammino, poi si riprendeva, poi ci si fermava nuovamente.

Tutto questo “balletto” di posizioni è stato interpretato dagli italiani come un rifiuto di gran parte degli uomini politici verso la formazione di un Partito che, prevedendo una destrutturazione, se pur accortamente e prudentemente guidata, degli organismi dirigenti delle attuali forze politiche, dovrà essere costruito su forme nuove, su regole nuove e puntare soprattutto su risorse umane in parte fresche raccolte fra quelle donne e quegli uomini che finora non hanno voluto o saputo appassionarsi alla Politica. Questo è accaduto anche a Prato ma poi ci ritorneremo su.

Il Partito Democratico di cui parliamo ha per ora un suo leader, e questo è chiaramente Romano Prodi. E nella nostra città l’attuale Presidente del Consiglio ha avuto estimatori già da prima che egli decidesse di impegnarsi in politica. E qui, a Prato, come in tante altre città, sono sorti i Comitati per Prodi, e successivamente un altro passaggio successivo con i Democratici per Prodi rispondendo ancora una volta a quella idealità profonda che ancora oggi ci ispira, dal momento che anche in questo nuovo progetto nel quale ci siamo lanciati vorremmo sottolineare la forte idealità ed un sano pragmatismo.

Nell’ultimo anno i passi incerti verso il futuro Partito Democratico hanno quasi vanificato quella forza prorompente espressa il 16 ottobre 2005 con le Primarie; al resto ha provveduto in modo negativo una legge elettorale oggettivamente pessima ed un avvio di legislatura caratterizzato da un assalto al potere fra poltrone di prima fila e comodi strapuntini di lusso. A tutto questo si aggiunga la difficoltosa capacità di comunicare gli intendimenti reali sottesi in una Finanziaria in perenne trasformazione che ha creato una grande confusione ed una perdita reale di credibilità fra gli elettori del Centrosinistra.

In questo ultimo periodo, proprio quando le difficoltà del Governo emergevano, è apparsa ancora più importante e non più rinviabile la costruzione del nuovo Partito Democratico: è necessario avviarsi verso una semplificazione del quadro politico, con aggregazioni su contenuti e idealità condivise anche se provenienti da radici culturali diverse; è ancora più necessario rinnovare la nostra democrazia con una iniezione di democraticità e trasparenza anche all’interno dei partiti per recuperare alla fiducia nell’azione politica il mondo giovanile che protesta sull’onda dell’antipolitica, del qualunquismo della non partecipazione (sono tutti uguali). Abbiamo oggi, di fronte, un grandissimo pericolo segnalato da Amato, quello di scivolare lentamente nel populismo, nello sfruttamento cinico di ogni protesta egoista e spesso non consapevole, non riflettuta, preda di aspettative che sembrano immediatamente non rispettate, il salario non è raddoppiato, i fondi per la scuola non sono quadruplicati, la precarietà sul lavoro non è stata annullata, non c’è ancora il matrimonio per i gay, si vuol distruggere la famiglia …. E così via in un crescendo di proteste su tutto e il contrario di tutto.

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Joshua Madalon

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