MAGICI LUOGHI

MAGICI LUOGHI

In ogni territorio ci sono luoghi magici, sorprendenti. Ciascuno di noi, sin dall’infanzia ne ha conosciuti. Per me l’isola di Procida è stato un luogo di formazione, di sofferenze e di gioie. Lo sono stati anche altri luoghi come la Necropoli di via Celle ed alcune cave di tufo abbandonate in quella che chiamavamo “’a sèvera” dove andavamo a giocare. Nella Necropoli ci infiltravamo attraverso stretti cunicoli e ragionavamo di Storia e di Poesia, un po’ anticipando gli studenti del collegio Welton che in una grotta calcarica di notte andavano ricostituendo la Setta dei Poeti Estinti, con la complicità del professor Keating (ricordate? L’attimo fuggente): avevamo poco più di dieci anni, ma il nostro mondo in quel lembo di terra ci appariva troppo piccolo e ristretto. Là dentro sognavamo; nelle “cupe”, strette stradine ricavate da sentieri antichi, i nostri passi veloci per non perdere tempo, ci lasciavano immaginare avventure con pirati e tesori.

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Nel corso della vita ho conosciuto altri luoghi magici; di qualcuno, come il Cantiere di Prato, ho già parlato. Non pensavo però di poter incrociare altri luoghi così, fino a qualche giorno fa.
La mia famiglia, laica, ha un rapporto molto stretto e frequente con un’organizzazione che si occupa del riciclo partendo da un progetto religioso di vita comunitaria. Il dono è sacro contributo alla condivisione del quotidiano. E’ la Comunità Emmaus di Prato: abbiamo imparato a non disfarci del superfluo gettandolo in modo indistinto nei cassonetti, anche quelli che riportano destinazioni rassicuranti, e portiamo lì vestiti ed oggetti ancora in buono stato e funzionanti. Il nostro punto di riferimento è il Gruppo di Narnali in via Pistoiese 519.
In realtà abbiamo poi avviato a frequentare anche altre sedi. A Prato ce ne sono almeno cinque. In una di queste, “I libri dimenticati”, in fondo a via Santa Trinita 117, in un ambiente riservato e claustrofobico (il termine è tuttavia dotato di ambiguità: a me piacciono i luoghi stretti pieni di stimoli e di sorprese) si trovano molte occasioni. Qui vengono raccolti libri, riviste, dischi, stampe, quadri, cd, dvd e altro materiale cartaceo.
Ma l’altro giorno insieme a Mary ed a Lalla (Lalla, o meglio Lavinia, è nostra figlia ed è ricercatrice di Storia Moderna, dopo aver conseguito il dottorato a Cambridge) siamo andati in una delle altre sedi di Emmaus, “Le rose di Emmaus” in viale Montegrappa 310. C’eravamo stati più volte ed avevamo portato oggetti come videonastri VHS anche originali ed avevamo acquistato materiali vari. Anche il vestiario e biancheria di altissima qualità aveva attratto l’attenzione; oltre agli oggetti di uso comune, come piccoli elettrodomestici o mobili (a tale proposito c’è una falegnameria molto accurata che rimette in sesto anche qualche malandato mobile).
Ma quel che ci ha sorpreso è l’allestimento della “nuova” libreria (c’erano già da tempo degli scaffali e delle teche piene di volumi ben sistemati in ordine sia di materia trattata che di collezione in una delle prime stanze un po’ anguste). E’ stato molto difficile staccare gli occhi e le mani dai tantissimi e vari volumi, anche questi ben collocati per materia: alcuni di questi sono ormai testi introvabili anche in attrezzatissime biblioteche, come quella comunale “Lazzerini” che pure ha un grandissimo valore. E’ un luogo per me magico come gli altri e forse oggi, che la mia esistenza corre verso il declino, forse più degli altri: camminando lungo gli scaffali ritrovo amici di un tempo che consideravo perduti. Vale la pena ritornarci e rimanere là fin quando non sia l’ora di chiusura.

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