TEMPI NUOVI

TEMPI NUOVI

Può darsi che questa emergenza, superati gli aspetti negativi, produca effetti positivi sulla società. Di solito accade, ma tutto dipende dalla qualità degli uomini e delle donne (delle donne e degli uomini) del nostro tempo. Se devo riferirmi a quel che ho visto e sentito negli ultimi tempi, le speranze che una revisione etica positiva si verifichi, sono al minimo termine. Tuttavia, occorre uno sforzo comune di buona volontà, al quale voglio a modo mio partecipare. Stamattina in uno dei commenti familiari intorno ai primi caffè rilevavo che negli ultimi giorni c’è una sorta di “pax mediatica” su Facebook: i commenti beceri si contano sulle dita di una sola mano. Segno è che il Coronavirus limita le acredini e tiene lontano le buzzurrate. Tuttavia, partecipando alla lettura dei quotidiani attraverso i canali televisivi non ho potuto esimermi dal provare un profondo disgusto nel leggere il titolo di prima pagina de “Il Giornale” che, commentando l’intervento a reti televisive unificate del Presidente della Repubblica, lo giudica come una sorta di “commissariamento” nei confronti del Presidente del Consiglio.

Non è solo un modo ignobile di accostarsi ai temi, ma dimostra la profonda ignoranza del dettato costituzionale relativamente al rapporto ed ai ruoli dei diversi principali soggetti istituzionali. Tra l’altro, proprio per la caratteristica dei meccanismi elettivi che conducono alla scelta del Capo dello Stato, non vi è alcun dubbio che spetti soprattutto a lui il compito di richiamare all’unità e ad un certo tipo di “ordine democratico” necessario nel momento delle maggiori difficoltà del Paese. Aggiungerei addirittura che sarebbe stato quasi fuori luogo che quel discorso lo avesse pronunciato il Premier.

Il Giornale 6 marzo

Il titolo “MATTARELLA IN CAMPO – CONTE DIMEZZATO” sta a sottintendere non del tutto velatamente il profondo desiderio, inconscio e non, di portare il Paese verso un baratro davvero profondo, cercando di scaricare responsabilità che, umanamente, potrebbero essere di molti – e diversi – rispetto a quanto da loro, in modo scellerato, auspicato.

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Ieri la leader di “Fratelli d’Italia” ha lanciato dardi malèfici contro il Premier, accusandolo di essere un “criminale”. Si è poi parzialmente corretta, aggiungendo che “ha avuto un atteggiamento criminale” mettendo il Paese in difficoltà, allorquando – alle prime avvisaglie del morbo -ha avanzato una critica nei confronti della sottovalutazione dei primi casi. Indubbiamente quel rilievo è apparso un atto d’accusa verso quelle strutture sanitarie regionali del Nord Italia, i cui governatori – tutti appartenenti al blocco del Centrodestra – avevano voluto mostrare una grande capacità di autonomia non del tutto poi rispondente alla necessità del caso. Ho peraltro già scritto che sarebbe stato doveroso, anche nel rispetto dei cittadini e dei lavoratori di quella zona “lombarda”, ammettere tale debolezza: ciò non avrebbe inficiato sostanzialmente il riconoscimento dell’eccellenza di quella Sanità. Capisco perfettamente che “non sia il momento”, che “non lo fosse nemmeno allora”; ma, quindi, evitiamo di trascendere in polemiche inutili alla stregua dei “polli di Renzo”, che – disgraziati loro – vivevano in quella parte di Italia ed in un abbastanza simile periodo di difficoltà sanitarie.
Fermiamoci dunque alle parole del Capo dello Stato.

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