4 giugno PUO’ DARSI, MA….. La questione della vaccinazione per i giovani e la riapertura delle scuole – prima parte

PUO’ DARSI, MA…..

La questione della vaccinazione per i giovani e la riapertura delle scuole

L’apparente deviazione con cui mi sono occupato della questione “agricoltura biodinamica”, la cui dizione così “moderna” e avveniristica (movimentistica) è solo uno specchietto per le allodole, che – com ben si sa – ignorano la realtà dei fatti, che sarebbe invece molto più vicina alla parte più buia del Medioevo ed alle pratiche di stregoneria e di magia che pur in seguito nei periodi di regressione civile che l’umanità ha conosciuto sono state sperimentate. Mai, però, confondere, la ricerca scientifica che pur utilizza sistemi empirici con questi atti apotropaici, di squisita “fattura” scaramantica.

Riprendo a trattare temi di natura politica, che finiscono per essere riconoscibili anche per la loro forma socioantropologica. In questi lunghi mesi di pandemìa uno dei dibattiti più frequenti (utilizzati – si potrebbe supporre –  per esorcizzare gli annunci dei drammatici eventi) è stato coperto dalle tematiche collegate alla Scuola (chiudere o aprire, oppure chiudere in parte o aprire in parte). Alcune testate massmediali ed una parte considerevole, maggioritaria, del mondo politico in forma “bipartisan” insisteva per l’apertura, mettendo in evidenza quali sarebbero stati i danni per i giovani in riferimento all’apprendimento ed alla socialità. Giuravano in modo perentorio che la “Scuola” come struttura ed ambiente fosse luogo sicuro indenne dal contagio. Lo facevano in modo strumentale? Il dubbio, forte, c’era: era una sorta di “braccio di ferro” per dimostrare che tutti gli errori commessi in materia di programmazione relativa agli edifici scolastici dalle forze politiche governatrici (quasi tutte indistintamente) non avrebbero influito sulla diffusione della pandemìa. Con tutta probabilità venivano prodotti dati che asserivano tale ipotesi, dati falsificati, anche alla base e collegati ad una sorta di passaparola che spingesse l’opinione pubblica a credere in questa ipotesi. In realtà la Scuola proprio come luogo di comunità non poteva essere esentata, soprattutto – ma non solo – se frequentata massivamente, dal dominio del Coronavirus originale e nelle sue possibili varianti.

In quel periodo ho scritto molti post su questo tema, mettendo in evidenza i rischi che si andavano correndo in un periodo peraltro in cui il vaccino era ancora una speranza, pur se non molto remota. Potete trovarli su questo Blog.  Vi riporto una parte del mio post del 20 aprile 2020. Ve ne sono altri non dissimili e più vicini. Vi rimando ad un breve messaggio in conclusione di questo post, che avrà un seguito.

A coloro che chiedono in queste ultime ore a gran voce che si riaprano le scuole, adducendo giustificazioni, che in periodi di normalità potrebbero anche essere condivisibili, chiedo che si fermino a riflettere prima di far partire la loro parte di natura irrazionale. Non abbiamo un nemico visibile contro cui indirizzare le tipologie di scelta. Non è un terremoto, nè un’alluvione il rischio che dobbiamo fronteggiare. Le scuole, così come le conoscevamo “prima” (e già non erano del tutto a norma: molte di esse non lo erano –non ce lo dimentichiamo!), non potrebbero garantire la “sicurezza” – a questo punto – sanitaria. E si rischierebbe di far ripartire i contagi: le scuole, oltre agli allievi – di tutte le età dai 3 ai 19 anni – sono necessariamente frequentate dal personale scolastico e dai genitori o congiunti autorizzati. Gli allievi, entrando in contatto con tutta questa “umanità” potrebbero diventare se non altro portatori sani con tutte le possibili conseguenze che ciascuno può immaginare. Il rischio d’altra parte è maggiore proprio nelle scuole dell’infanzia e del primo ciclo, dove il distanziamento ottimale non sarebbe garantito, proprio in virtù di quanto alcuni genitori, non so se “surrettiziamente”, porterebbero a ragione giustificativa per le loro richieste di apertura anticipata rispetto a quanto ventilato finora dal Ministero: la mancanza, in questo periodo, di socializzazione. Tra l’altro nel seguire alcuni servizi ho potuto notare che tra i richiedenti non apparivano persone modeste ma (ovviamente “in apparenza” – lo ripeto) tutt’altro. Ora, è possibile che vi sia una forma che non corrisponda alla “sostanza” e che dietro quell’aspetto di benessere si celino drammi di carattere economico (in questo periodo è del tutto credibile); ma, ad un primo giudizio (che può essere fallace) mi verrebbe da dire che, laddove abbiano la possibilità in questa fase, anche per preservare se stessi e le loro famiglie dal contagio, sarebbe molto utile assumere una “tata” o un “tato” per seguire i loro rampolli (una o uno sarebbero una sicurezza in questa fase di rischio sanitario diffuso). Avendo uno spazio condominiale (o di rìvicinato) attrezzabile o attrezzato potrebbero supplire con ambienti molto limitati e spostamenti annullati al bisogno di socialità.
D’altra parte c’è anche l’intervento dello Stato ad hoc: il bonus baby sitter previsto per i minori di 14 anni. Vorrei capire chi ne ha ususfruito, anche confrontando i dati con quanti oggi chiedono a gran voce la riapertura delle scuole.
Trovo davvero molto ma molto curioso il richiamo “indiretto” a Don Milani con l’intestazione apposta alla petizione che recita: “Ministra, questa è una lettera a una Professoressa”.
Bisognerebbe che chi utilizza quel richiamo si ricordi perfettamente come era la “Scuola di Barbiana”. Forse qualcuno dei proponenti lo sa bene. Ma il tempo porta con sè i suoi “segni”: quella “scuola” era un esperimento “naturale”, vivo, diretto, non recuperabile all’interno delle “mura” di una struttura scolastica come quelle dei nostri tempi. Era “innovativo”, assolutamente fuori dagli schemi, un po’ come oggi è “la scuola al tempo del Coronavirus”. I nostri ragazzi ricorderanno questo periodo nella loro lunga vita come uno dei più belli ed innovativi: questa voglia di rinchiuderli in quelle scatolette striminzite che sono le strutture scolastiche, a fronte del “mondo” che si è spalancato davanti a loro 24 ore su 24, è una delle tante forme di sadismo che gli adulti vogliono infliggere ai giovani. Non dico che sia l’ “optimum” continuare in questa direzione, ma proviamo a trovare qualcosa di buono in questa esperienza, come ad esempio la “scoperta” della “famiglia” che non era proprio garantita a tutti, prima di questi eventi.
Poi, avremo tempo per rivedere ogni aspetto della nostra vita futura. Non abbiate fretta!

Forse, varrebbe la pena fermarsi e riflettere, hic et nunc, su alcune affermazioni recenti di autorevoli scienziati, affermazioni in netta opposizione a quanto asserivano qualche mese fa.

…parte prima….