22 Giugno CINEMA – Storia minima 40-41 parte 20 (per la 19 vedi 7 giugno)

    CINEMA – Storia minima 1940-41 parte 20   

  E fu così che nel 1941 nè Charlie Chaplin nè Henry Fonda nè Laurence Olivier ottennero il riconoscimento diretto come miglior attore protagonista con i loro film più accreditati: il primo con il suo “Il grande dittatore” era stato candidato a ben cinque statuette e lo avrebbe strameritato come interprete assoluto; nondimeno erano state eccellenti le interpretazioni di Fonda con “Furore” di Henry Ford e Olivier per “Rebecca” di Alfred Hitchcock. Lo ottenne James Stewart e fu il primo e unico premio Oscar per lui con un film che tutto sommato non era alla pari degli altri tre menzionati, anche se diretto da un grande cineasta come George Cukor e sostenuto da un cast “stellare” nel quale troviamo anche Katharine Hepburn e Cary Grant. Il film è “Scandalo a Filadelfia”, una “commedia” senza grandi pretese ma di buona fattura commerciale, di grande successo popolare negli anni Trenta e Quaranta tanto che attualmente si è collocata tra le prime cinquanta su cento opere cinematografiche statunitensi. L’Oscar a James Stewart, inatteso dallo stesso, fu accompagnato dal medesimo riconoscimento per la sceneggiatura. 

Una vera e propria pietra miliare del Cinema dopo il buon successo del 1937 con “Biancaneve e i sette nani” lo conseguì Walt Disney sempre nel 1940 con un film che si basa su un’idea geniale e profondamente colta, ricca di stimoli culturali musicali di altissima levatura. “Fantasia” il cui titolo contiene con grande sintesi il suo contenuto è un film scritto a più mani da diversi registi (Walt Disney lo produsse) e con una varietà di contributi eccezionali che vanno da  “Lo schiaccianoci” di Čajkovskij a “L’apprendista stregone” Poema sinfonico di Paul Dukas, da Toccata e fuga in Re minore di Johann Sebastian Bach a “La Sagra della Primavera” di Igor  Stravinsky, da La Sinfonia Pastorale diLudwig van Beethoven a “La danza delle ore” di Amilcare Ponchielli, per finire con due brani antitetici come Una Notte sul Monte Calvo di Maxim Musorgskij e l’Ave Maria di Franz Peter Schubert che chiude  in modo suggestivo il film. Non fu un successo nell’immediato. Fu una scommessa a lungo termine e a Disney è stato poi dato grande merito nell’aver voluto realizzare quest’opera non proprio popolare. Non era del tutto un prototipo, se teniamo conto dei “corti” che l’avevano preceduta, quelle straordinarie “Silly Symphonies” prodotte tra il 1929 ed il 1938 che sincronizzavano immagini e musica in modo eccellente.

L’insuccesso di “Fantasia” portò quasi al fallimento della casa di produzione, che tuttavia si riprese con l’opera successiva nel 1941, caratterizzata da un’idea molto più semplice e alla portata del “popolo”.Si tratta di  “Dumbo” . Il soggetto è quello di una storia scritta da Helen Aberson e illustrata da Harold Pearl con protagonista  un cucciolo di elefante, da tutti deriso acausa delle sue grandi orecchie, finché non imparerà a volare utilizzando le orecchie come ali. Una anticipazione di tutto ciò che ciascuno di noi può fare, a che cosa può aspirare con la forza della volontà, un messaggio tipicamente americano che può ricordare quel “Yes, we can” del più recente presidente americano, Barack Obama.

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