Archivi categoria: Antropologia

PASSEGGIATE FLEGREE di metà settembre 2018 – parte 2

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PASSEGGIATE FLEGREE di metà settembre 2018 – parte 2

 

Abbiamo deciso di scendere verso via Napoli attraverso le rampe Cappuccini sul far della sera per godere dell’ultimo sole d’estate rinfrescato però dalla brezza marina attenuata, quel caldo ma non tanto, piacevole frescolino serale. Lavi è scesa indossando un paio di infradita che hanno deciso di interrompere la loro collaborazione ed una dopo l’altra in diverse parti l’una dall’altra si sono rotte. Scegliere di utilizzare la pianta nuda dei piedi in un ambiente come quello di Pozzuoli non è proprio l’optimum e  allora dopo un tentativo di Mary, fallito, di riaggiustarle alla meglio, mia moglie stessa decide di andar in uno dei negozietti cinesi della città, che di certo è aperto nonostante sia domenica e per giunta di sera, a cercare un paio di ciabatte per sostituirle. Lavi ed io siamo rimasti seduti alla prima panchina libera che abbiamo trovato sul lungomare.

Si sorride del caso, rilevando che ogni volta che si decide di venir fuori qualche caso strano ci accade. Ricordiamo l’episodio dell’ape sulla spiaggia di Acquamorta che ci ha costretti a cambiare programma e temiamo possa accadere qualcosaltro di nuovo. “Questa è mia figlia Lavinia!” dico ai due amici gentili che si sono avvicinati. Gentili anche per un cortese passaggio serale di qualche giorno prima, quando eravamo scesi giù Mary ed io e li avevamo incontrati sullo stesso percorso. Spiegato l’accaduto, la gentilezza si ripete: “Se avete bisogno, questo è il mio numero di cellulare! Chiamateci e vi riportiamo volentieri su, più tardi”. “Grazie, ad ogni modo vi aggiornerò brevemente”.

Di lì a poco, un messaggio whatsapp di Mary ci annuncia che ha trovato un paio di ciabatte e che arriva, noi di risposta diamo indicazione del luogo dove ci troviamo.  Sono buffe le ciabatte, tipicamente cinesi, che ci porta Mary, ma dopotutto Lavi le utilizzerà. Annunciata da una telefonata, appare anche Teresa, la zia e la cognata, che ci ha raggiunto per fare una passeggiata. Finalmente. Ci fermiamo sul Lido che è stato strutturato quest’anno  sulla scogliera ed argomentiamo intorno alla difficoltà di poter nuotare lì davanti con le onde che battono sulle impalcature: pensiamo anche ai bambini che non sanno ancora nuotare e ci chiediamo anche come si possa investire in strutture turistiche marine in assenza di balneabilità, accertata e palesata con cartelli diffusi su tutta la linea della riva. So che potrebbero rispondere che lo spazio, piuttosto elegante, opera come “solarium” e la discesa a mare attraverso delle ampie e sicure scale in legno serve esclusivamente per bagnarsi senza immersione.

In questo scorcio di fine estate la sera, prefestiva e festiva, gli spazi vengono utilizzati come bar esclusivo, il cui accesso è sorvegliato da un giovanotto che facendo passare chi lo desidera comunica agli addetti al servizio del locale quanti posti sono necessari preparare. Un segno, questo, di professionalità che fa piacere scoprire e che, tutto sommato, rende meno severa la critica. Non è il mio mondo, questo; non lo è mai stato. Ma ne conosco l’esistenza e non mi ergo a giudice sulle scelte libere soprattutto dei giovani.

Ci si muove per procedere. La serata è calda piacevole, come si era annunciata.

Joshua Madalon

 

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PASSEGGIATE FLEGREE DI META’ SETTEMBRE 2018 – ‘o Valione

 

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PASSEGGIATE FLEGREE DI META’ SETTEMBRE 2018 – ‘o Valione

L’impatto è devastante; il Valione è uno dei luoghi dove Mary ed io andiamo frequentemente. Ci sono molti motivi che ci spingono a farlo. Nei prossimi post ne parleremo. Tornando in questi luoghi nel settembre 2018 dopo una mia breve assenza da Pozzuoli abbiamo visto che non è accessibile più “per lavori”. E ci siamo chiesti: Qual è il Piano alternativo per la fruizione anche parziale dello spazio detto “O Valione” da parte dell’Amministrazione comunale di Pozzuoli ora che stanno per partire i lavori di risistemazione di quella parte? Come sarà possibile accedere alla Chiesetta della Madonna Assunta ed al Laboratorio Vallozzi? E come si pensa di rendere meno complicata la vita dei pescatori che avevano accesso per trasportare tutto ciò che era necessario per il loro lavoro?

Non penso di potermi ergere a loro interesse e difesa, non ne ho il diritto né le competenze. Ma ho la sensazione che tutto sia stato ordinato senza concordare preventivamente le soluzioni. Da un giorno all’altro sono state sistemate delle  alte recinzioni che hanno delimitato il perimetro della darsena e  ne hanno limitato l’accesso.

 

 

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Abbiamo incontrato qualche giorno fa Antimo Vallozzi, l’ultimo rappresentante di una famiglia di Maestri d’ascia, davanti al suo Laboratorio; aria stanca che tuttavia sparisce quando lo si coinvolge nel racconto di quello che è stato il suo lavoro. Ha davanti a sé un modellino di nave: è del nipote e lo sta restaurando.      Ci parla anche delle caratteristiche della barca “puzzulana” (di Pozzuoli)  della cui costruzione è specializzato tecnico e descrive la differenza tra questa e quella “sorrentina”. . Ci racconta del progetto “ultima barca” preparato da alcuni anni e mai avviato a causa di vari eventi e condizioni sfavorevoli. Ne volevano fare un documentario che seguisse le varie fasi; poi sono morti un fratello ed uno degli organizzatori locali ed il documentario è stato realizzato solo in parte attraverso interviste e documentazioni  (“Una città in barca” è il lavoro di Dario Antonioli del 2014 contornato ancora da un lieve ottimismo relativo al futuro)  ma l’ultima barca non è stata costruita.      Antimo Vallozzi rammaricato ci dice che tutta la legna che doveva servire per quel progetto è accatastata là dentro il casotto e non ha più né la forza né la voglia di metterci  mano:  avverte la stanchezza e la solitudine. Tra l’altro l’Associazione che avrebbe dovuto sovraintendere a quel lavoro “si è sfasciata” come una vecchia barca. Inoltre denuncia gli atti di vandalismo subiti e lo scarso rispetto che i giovani hanno per quel luogo, utilizzato spesso come bivacco notturno dove ubriacarsi e far trascorrere “allegramente” la serata. Antimo Vallozzi è forse anche disilluso dalla trascuratezza vissuta anche umiliazione da parte delle istituzioni che non sono state in grado di valorizzare le sue competenze aiutando a trasmetterle a nuove generazioni. Vita difficile e grama, con scarsi risultati economici ma vita sana certamente e aiutata da interventi pubblici e privati di sostegno culturale a questa attività. Ma purtroppo non c’è la giusta sensibilità verso il passato tale da poter traghettare al futuro la conoscenza tecnica di quel mestiere.

Ci siamo andati insieme a nostra figlia Lavinia, curiosa osservatrice degli aspetti sociologici ed antropologici della terra di origine dei suoi genitori. Ci siamo arrivati dopo un sopralluogo alla ricerca dei ricordi, così come qualche giorno prima ci eravamo andati, Mary ed io.

“Ah, mastu Peppe era proprio nu scassacazzo! T’’o ricuorde?” e chi era Mastu Peppe? La prossima volta ne parleremo.

 

 

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PROMEMORIA PER UNA SINISTRA CHE VUOLE RIPARTIRE

 

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PROMEMORIA PER UNA SINISTRA CHE VUOLE RIPARTIRE

Cosa spinge tanti fra gli elettori italiani oggi a sostenere la Lega, il M5S e tutto il Governo? La possibilità che costoro incidano sulle situazioni economiche sociali di una parte sempre più consistente della popolazione preoccupata non solo delle proprie condizioni di vita ma anche di quelle dei propri figli e nipoti.

A fronte di tali perduranti presupposti  il sostegno a chi prospettava e rappresentava un “cambiamento” continua ad essere molto forte, o addirittura in crescita. Tanti elettori avevano avanzato  richiesta di presa in carico ed avvio a soluzione dei problemi ma questa  è risultata sostanzialmente inevasa ed inappagata anche a causa di una ben precisa volontà di privilegiare le rendite finanziarie, quelle imprenditoriali e quelle, spesso connesse ad entrambe le precedenti, immobiliari,  prescelta dai precedenti Governi a guida sia del Centrodestra che del Centrosinistra. Non era strana  in verità l’impressione che gli opposti schieramenti avessero condiviso alcune scelte di fondo.

Anche in questa direzione occorre interpretare i sondaggi che in larga misura premiano il sovranismo ed il populismo delle due forze politiche. Ed il premio è basato su dati ancora percettivi, vista l’assenza di scelte significative. La luna di miele è stata peraltro contraddittoriamente dilatata a causa del tragico evento di Ferragosto, che ha impegnato l’Esecutivo in attività purtroppo straordinarie, anche se i mesi estivi di solito non possono essere conteggiati a pieno nel processo legislativo.

I conti, che non sono i due viceministri del Premier Conte, verranno al pettine a fine anno quando dovranno essere state comprese nella loro pienezza le linee governative.

C’è allo stesso tempo un’ansia di prestazione che è ben comprensibile nel proporre rispetto delle promesse. Una di queste riguarda lo spoil system che prevede il cambio ai vertici di molti Istituti ed Aziende controllate dallo Stato: i vertici precedenti sono sotto pressione e finiranno per essere sostituiti  a prescindere dal loro valore.  Il vero problema sta infatti nelle competenze che una massa di funzionari dello Stato, onesti, possedevano a monte ed hanno conseguito; e non solo: il loro allontanamento costerà molti quattrini e ridurrà drasticamente il risparmio previsto da una sorta di spending  review.   C’è accanto alla volontà di cambiamento una rabbia che emerge e fa diventare rozzo e volgare gran parte di questo Governo.  C’è poi una imperizia culturale e politica che ai più appare ruspante e baldanzosa, ma che genera a livello internazionale forte preoccupazione (e non si tratta di una apprensione immotivata, visto che non c’è futuro senza l’Europa: piuttosto mettiamoci d’accordo su come vogliamo che essa sia) che spinge ancor più all’angolo la nostra economia.

Alcune affermazioni sono state improvvide, anche se applaudite dagli ultras. Minacciare di non versare i contributi all’Europa significa in primo luogo non sapere nemmeno di che cosa si stia parlando. Tra persone ignoranti si può condividere e plaudere;  ma un’Economia che viene messa ai margini comporta un livello di disperazione e miseria che già è stata sperimentata a poche miglia dalle nostre coste ioniche.

Alzare la voce contro l’immigrazione può essere doveroso, se si denunciano le irregolarità, che poi devono essere provate; ma non a casaccio  e semmai andando ad affrontare le problematiche legate ai processi  di integrazione che sono stati spesso lasciati alla libera scelta di organizzazioni senza  che venissero  accompagnate da regole precise.

Per non parlare, oggi, di quella bella proposta avanzata dal M5S: il cosiddetto reddito di cittadinanza. Ne parleremo; ne riparleremo.

Joshua Madalon

 

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DA GIOVANE: LA SENSIBILITÀ AMBIENTALISTA, STORICA E CULTURALE – SETTIMA PARTE – 3

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DA GIOVANE: LA SENSIBILITÀ AMBIENTALISTA, STORICA E CULTURALE – SETTIMA PARTE – 3

Mi ero ripromesso di pubblicare su questo mio Blog il testo di un mio libretto preparato in occasione dei 2500 anni dalla fondazione di Dicearchia, nome greco della mia città di provenienza, cioè Puteoli – nome romano – Pozzuoli. Avevo da tempo questa intenzione. Ora, in coda alla mia presenza estiva su questi luoghi della mia infanzia adolescenza e giovinezza, mi appresto a pubblicarlo. Può apparire datato; tuttavia, le problematiche antropologiche e sociali sono peggiorate o perlomeno poco è cambiato, a volte tuttavia in peggio. La mia non è una critica senza dolore; nell’intenzione del giovane che ero esisteva la volontà di un cambiamento in meglio. Tuttavia ritorno alla mia terra e non rilevo miglioramenti nella sua cura. Anche i tanti interventi prodotti potenzialmente  positivi subiscono il degrado antropologico ormai strutturale.

So bene che gli amministratori sono dotati di una volontà propositiva  eccellente; pur tuttavia non riescono per motivi che mi sfuggono a superare le numerose difficoltà che incontrano ed anche alcuni interventi  che avrebbero dovuto e potuto produrre effetti positivi  sono stati poi negletti e disattesi come ad esempio lo spazio antistante l’uscita dal tunnel del tram chiamato Piazza Rione Terra, nel quale peraltro si celebrava la Storia della città, la mia, di Pozzuoli.

Sul mio Blog dall’inizio ho parlato del mio ritorno in questi luoghi che mi hanno visto crescere. Non ho mai accettato di ricevere rimproveri per essermene allontanato che tendevano a ribaltare su coloro che da qui sono partiti la responsabilità del degrado che se non è peggiorato – come io credo –  è di certo rimasto ai livelli precedenti. Non sarei stato in grado di cambiare e forse sarei rimasto invischiato in quei meccanismi antropologici che io critico o mi sarei isolato come è accaduto a qualcuno dei miei amici antichi. Quindi non ho  volontà specifiche  sanzionatorie nei confronti di chi ha amministrato ed amministra e di quella “intellighentia” alla quale avrei potuto essere affiliato.

Dal libretto possiamo comprendere l’entusiasmo di un neofita: nel 1971 avevo 24 anni e la volontà di produrre un cambiamento. Sono andato via da questa città poco dopo per lavoro e quando ne avevo la possibilità non sono ritornato. Non avrei potuto cambiare nulla; ma il mio sguardo mitteleuropeo l’ho potuto costruire rimanendo tra l’Alto Veneto e l’Alta Toscana. Non sono pentito di averlo fatto.

 

PASSEGGIATA NEI CAMPI FLEGREI novembre 1971

Prendendo il treno della Metropolitana e andando verso Napoli c’è, prima di entrare nel tunnel, un rapido scorcio panoramico di rara bellezza. Ma non viene notato. Immaginiamo allora di essere dei viaggiatori cui questa terra è sconosciuta e sentiremo, a vederla, un certo brivido. E’ proprio vero, bisogna per un attimo trasformarsi  per godere a pieno di un simile spettacolo.

Per il turista che invece arriva da Napoli per la Domitiana (leggi “Domiziana”), i Campi Flegrei si presentano dapprima con la conca cratere di Agnano una volta sede di un lago e di una vegetazione ed ora di industrie e cemento. Il verde si assottiglia.

Poco più avanti l’Accademia Aeronautica, da un belvedere, si può godere lo stupendo panorama del Golfo di Pozzuoli e delle isole dell’Arcipelago napoletano: Capri (a sinistra), Procida a destra e, dietro di questa, Ischia.

….fine parte 3…..   continua

Joshua Madalon

 

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PASSEGGIATE FLEGREE – settembre 2018

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PASSEGGIATE FLEGREE – settembre 2018

“Mi scusi, saprebbe indicarci una Farmacia? La ragazza è stata punta da un’ape” ci eravamo rivolti al vigile urbano che presidiava la struttura comunale che avevamo incrociato lungo la strada principale che da Acquamorta portava verso la piazza di Monte di Procida. Quella mattina avevamo deciso di fare due passi lungo un breve tratto di mare ed avevamo scelto di utilizzare quello che si distende a destra del molo. Avevamo parcheggiato sullo sterrato antistante il parco marino di Torrefumo e poi a piedi, attraversando il porto dei pescatori, tutti intenti a ripulire le reti, per la goduria di alcuni gabbiani espressa con stridolini irripetibili, siamo ritornati indietro verso il molo. E così mentre mia moglie e Lavi passeggiavano lungo la battigia scattavo foto sullo splendido autunno. La spiaggia di Acquamorta non è baciata dal sole per larga parte della mattinata e rende il paesaggio di fronte nel contrasto molto più luminoso: l’isolotto di San Martino luogo di scorribande giovanili dei tempi andati mi ricorda la tragedia di Genova con il suo pontile interrotto e mai più ricostruito. Dall’altra parte l’isola di Ischia si eleva sovrastando la piccola Procida che appare ad un tiro di schioppo: in mattinata c’è sempre un vaporetto che collega Acuamorta con Procida ad un prezzo più che vantaggioso rispetto a quanto costa partire da Pozzuoli e molti, facendo un po’ di conti lo utilizzano d’estate, mentre nel resto dell’anno è utile agli studenti del Nautico.

Fotografo anche quel che resta delle caverne ricavate nel costone tufaceo per riparare le barche dei pescatori negli anni in cui non c’era il bel porto costruito da qualche decennio, ma molto recente rispetto al tempo dei miei ricordi.

Senza molte storie “Lavi è stata punta da un’ape sotto il piede” mi dice Mary. Le vedo far ritorno e pregusto una passeggiata anche a Torrefumo, ma il benvenuto di questa terra è un po’ più amaro anche se risolvibile con un goccio di ammoniaca.  “Chiediamo a quei signori che sono là sotto quelle panchine” gli anziani pescatori presidiano il territorio. “Mia figlia è stata punta da un’ape. Avete dell’ammoniaca?” ci guardano molto perplessi e poi “Ma siete proprio sicure? Non è che si tratta di una tracina?” “Guardate che abbiamo visto anche l’ape divincolarsi morente dopo aver punto il piede!” ma intanto si è compreso che non c’è nulla che possa servire al caso: il punto colpito comincia a gonfiarsi e allora si procede salutando cortesemente. Andiamo verso la scogliera a lavare bene il piede pieno di sabbia. “Aspettate qua” dico e vado a riprendere l’auto.

“Ci fermeremo in Farmacia” e così procediamo sui tornanti verso la piazza. “C’è un vigile” dice Mary “chiediamo a lui dove sia la Farmacia”.

Ci accostiamo. All’apertura del finestrino il vigile fa il suo saluto militare ponendosi a disposizione. Ascolta “Ma sì, intanto perché non prendete quattro o cinque erbe diverse, tra quelle naturali che crescono nei cespugli e le passate sulla parte punta?”  “ Grazie, sì. Ora che passiamo da Monte Grillo ci si ferma”. “Ma aspettate” ci dice e poi attraversa la strada che intanto, essendo abbastanza stretta, si è affollata di auto in transito e di un autobus che fatica a muoversi in quella contingente difficoltà creata dalla nostra sosta non del tutto corretta. Sparisce, il vigile, dietro alcune recinzioni e riappare dopo alcuni minuti con un pugno di erbe. Ringraziamo e, mentre nostra figlia si stropiccia sotto il piede quell’impacco naturale, riparto verso casa. Anche se sorridiamo, in fondo quei rimedi naturali sono davvero portentosi. A casa poi l’ammoniaca farà il resto. Per oggi la nostra vacanza è accompagnata dal piacevole incontro del vigile cortese.

Joshua Madalon

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NON SONO AMICO, COMPLICE ED ELETTORE di Matteo Salvini – sono Giuseppe Maddaluno (Joshua Madalon) e sono cittadino italiano

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NON SONO AMICO, COMPLICE ED ELETTORE di Matteo Salvini

 

Stamattina ho svolto il mio dovere di cittadino ed ho inviato il messaggio a Prima Pagina di Radio 3 comunicando che non mi sento né amico, né complice, né tantomeno elettore di Salvini.

L’ho fatto su sollecitazione telematica  ma, a dire il vero, meditavo di dichiararlo quanto prima attraverso questo Blog e sul mio account Facebook.

E’ da un po’ di tempo che la “comunicazione” del leader della Lega esprime la volontà da parte del suo leader di accreditarsi ruoli e funzioni che non possono essere affidate a singoli o a parti minoritarie del Paese, ancor più se indagati sia singolarmente che collettivamente come è il caso attuale di Salvini e della Lega. Ed ancor più non è tollerabile civilmente e costituzionalmente che si chiamino a raccolta in modo indistinto le cittadine ed i cittadini italiani a difesa di interessi parziali  a tutta evidenza illegali ed incostituzionali.

Non si può allargare, seguendo ed approvando l’azione indagatoria della Magistratura, all’intera nazione la responsabilità di avere sequestrato centinaia di persone sulla nave “Diciotti” né allo stesso tempo chiamare l’intero Paese alla correità sull’uso improprio e personale dei fondi elettorali destinati ai Partiti che i dirigenti della Lega hanno compiuto tempo addietro (2008-2010), allorquando in ogni caso Salvini era già della partita (dal 2004 al 2006 è stato al Parlamento europeo; nel 2006 è capogruppo della Lega Nord a Milano ed è vicesegretario nazionale della Lega lombarda; nel 2008, viene eletto alla Camera; nel 2009 ritorna al Parlamento europeo e si dimette da quello nazionale. Nel 2012 assume l’incarico di segretario della Lega lombarda…e via dicendo fino alla elezione come segretario federale il 7 dicembre del 2013) e non poteva ignorare quel che stava accadendo.

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Posso pensare tutto il male possibile di quest’uomo ma non che non sia avveduto e scaltro; il dubbio che ne abbia approfittato contando sull’impunità, tipica del giocatore di calcio che dopo aver commesso il fallo si scosta sdegnato, è molto concreto.

Lo considero un ipocrita, considerando peraltro che l’ipocrisia è stata la cifra corrente dell’azione politica più o meno da sempre, compreso quel Movimento 5 stelle che si è presentato in un modo e poi si sta comportando in tutt’altro (sarà la cattiva compagnia?). Ad ogni modo i nodi e i conti si sciolgono al loro tempo. Ma l’avvio è stato “rivelatore” senza più speranze.

L’onestà, di cui ci si adorna, non è pane per i loro denti.

In definitiva, è molto importante distinguersi da questa volontà di inserire tutti nel buglione generico ed indistinto: siamo tutti colpevoli. Ma di cosa parliamo? Potrei accusare di correità chi ti ha votato, esimio signor Salvini: sei un cittadino come tutti noi e lo sono tutti quelli che sono iscritti al tuo Partito o Movimento. Non generalizzare, signor Salvini. Sei tra i massimi responsabili del degrado civile, culturale, sociale e politico di questo Paese. E, da laico, ti diffido ad utilizzare il Santo Vangelo come arma di persuasione della tua onestà, non ne hai il diritto esclusivo, anche perché a conti fatti non ti sarebbe riservato il Paradiso, forse il Purgatorio ma ancor più l’Inferno.

Bisognerebbe ad ogni modo avviare una buona volta l’analisi dei bisogni che la gente ha espresso e che non sono stati ascoltati dalla Politica. Non ho alcuna fede nell’attuale Governo, composto da improvvisatori, arroganti e mentitori. Ma la Sinistra, quella vera, cosa fa?

 

Joshua Madalon

 

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RITORNO A POZZUOLI estate 2018 parte 4

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RITORNO A POZZUOLI estate 2018 parte 4

“Vado via qualche giorno…” saluto gli amici del condominio, che intanto erano passati a farci dei cadeaux deliziosi, alici marinate e cozze.  Me ne lamento perché non ne potrò godere, ma sono certo che Mary, che rimarrà qui, saprà apprezzarle e…mi dirà. “Mannaggia…” tra me e me. Devo tornare a Prato per delle commissioni familiari, ma ne approfitterò per curare le mie imprese politiche, anche se non è mica detto che senza di me non riescano meglio. Prima di prendere la via della partenza agli amici chiedo un’informazione: “Ma voi riuscite a leggere il contatore del gas?” Sergio rivela che lui non lo ha mai fatto e che se ne occupa la moglie. Chiamata in causa, Vittoria dice che lei lo legge senza problemi: “Basta mettere uno specchio!” e sì, perché questi contatori sono stati tutti esposti in modo esterno girati a godersi  il paesaggio, beati loro! “Certo!” dico io “quello che c’era prima lo leggevo; ma quest’ultimo che ci hanno montato l’anno scorso, no!”    “L’anno scorso? Ma noi abbiamo ancora quello vecchio! E perché mai a voi l’hanno cambiato? Lo avete richiesto?”. A dire il vero, i gestori del gas ci avevano inviato un comunicato a Prato  nel quale ci avvertivano che sarebbero passati a sostituirci il dispositivo a fine maggio. In quell’anno si lavorava ancora e sinceramente era abbastanza improbabile che uno di noi si fosse presenti  in quel periodo. Mi affrettai a comunicare la richiesta di rinvio attraverso pec senza però ricevere alcun segnale, per cui a metà luglio quando decidemmo di scendere mettemmo in conto che avremmo affrontato il problema. In primo luogo decisi di riutilizzare la pec; di solito si dovrebbe avere una risposta nel giro di ventiquattro quarantotto ore. Nulla di nulla. Cercai su Internet un recapito telefonico; provai quest’altra  strada, ma non rispose nessuno.  Poiché era tutto rimasto lettera morta pensai di cercare ancora sul web un indirizzo valido per comunicare de visu il nostro disagio. Ci precipitammo a quell’indirizzo, consapevoli che “forse” avremmo risolto. Era una struttura protetta da portoni blindati e varchi quasi militari. A mio rischio e pericolo, sceso dall’auto, mentre Mary mi attendeva al sole,  entrai e palesai il motivo per cui ero arrivato fino a lì. Furono cortesi e dopo una spiegazione la più precisa e dettagliata dei vari passaggi, mi comunicarono che sarebbero passati il giorno dopo, in mattinata dalle 9 alle 12. Tronfio dell’essere finalmente giunto ad un obiettivo concreto dopo lunghe inutili peregrinazioni telematiche, ci apprestammo all’attesa.  Aspettammo fino alle 12.30; poi, visto che non si era palesato persona alcuna, neanche il postino, telefonai all’ufficio nel quale ero andato il giorno avanti. Per fortuna, risposero. Dopo una breve indagine, mentre la solita musichetta sinfonica allietava l’attesa, ci informarono che si scusavano ma da lì a una settimana ci avrebbero risolto il problema, giurarono sui loro principali che ciò sarebbe accaduto con la massima precisione: alle 9 del mattino del giovedì successivo qualcuno avrebbe provveduto. Se ricordo bene, dissi che non avrei atteso oltre le 9.30 e loro mi rassicurarono nuovamente. Avevano ragione, infatti. L’operaio arrivò munito di tesserino di riconoscibilità e con un pacchetto integro. Ci spiegò che era finita la scorta già da più di una settimana e che avevano dovuto anche loro fermarsi per attendere il nuovo stock.

Già, perché ho raccontato tutto questo? Erano tutti sorpresi per quell’oggetto nuovo in nostro possesso. Mannaggia a loro! Non funziona, caspita! Non riesco a leggere i consumi e quando all’improvviso per qualche strano “miracolo” tecnico la cifra appare è scritta in un formato piccolissimo ed io che sono oltre che sordo anche cecagnolo non ce la faccio a leggerla. Diciamola così: loro, i condòmini, invidiano noi e noi loro. Così va spesso il mondo…voglio dire, così (va) nel secolo ventunesimo…..(non me ne vogliano i manzoniani e don Alessandro!).

 

J.M.

 

…..e intanto io parto…… ma ritorno, eh!

 

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RITORNO A POZZUOLI estate 2018 parte 3

 

 

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RITORNO A POZZUOLI estate 2018  parte 3

3.

Un’ellissi falsh-forward ci porta a qualche giorno di distanza. La vacanza inaspettatamente si è prolungata. Altrettanto sorprendentemente abbiamo potuto dormire in modo sereno e tranquillo. Di sopra i rumori sono felpati; anche di notte li avvertiamo ma c’è un passo leggero e soprattutto la buona educazione della convivenza in ore notturne. C’è stato un solo unico episodio nel quale la ragazza del piano di sopra, tornata alle prime ore della giornata, intendo dire le “3”, si è prodigata in una lunga agitata conversazione telefonica. A senso unico, ho detto. La mia sordità “lieve” non mi consente di capire ma avverto rumori, e quelli erano fastidiosi, prolungati e provenivano da un solo interlocutore: lei, la nostra condòmina, la “figlia”. L’altro interlocutore non aveva diritto di replica: lei da sola  era un fiume in piena, a tutta evidenza. Che stesse fingendo a se stessa; e perché coinvolgere l’intero condominio? Altri meno sordi di me avrebbero capito; ma quasi certamente dormivano sereni, o forse fingevano di farlo. E’ toccata a me il compito di lanciare un urlo di disapprovazione. Vuoi vedere che hanno sentito me? Può darsi.

Quel caso è rimasto unico; ma la vacanza della padrona di casa è volta al termine e quindi la nostra curiosità era diventata molto forte. Sarà, al suo ritorno, più attenta ai bisogni notturni degli altri condòmini? Il “ritorno” era stato annunciato da un attivismo intenso; la giovane si era un po’ di più impegnata nei mestieri casalinghi. L’ipotesi che negli ultimi due giorni vi sia stato un lavorio domestico ci è stata peraltro confermata involontariamente da una telefonata ascoltata semplicemente fatta en plein air sul terrazzo e con voce abbastanza distinta per essere avvertita con chiarezza da uno come me (vedi sopra). La signora al suo rientro tesseva ad un interlocutore a noi giustamente sconosciuto le lodi della ragazza per la cura che aveva avuto in tutti quei giorni nel tenere in ordine l’appartamento.

Noi in verità speravamo che il comportamento della giovane derivasse da un mutamento sostanziale del comportamento di tutta la famiglia. Dicevamo tra noi: “Forse qualche altro condòmino ha fatto notare come nelle ore notturne non si dovesse sbattere la porta dell’ascensore facendo tremare i vetri delle finestre sui ballatoi; o come non si dovessero srotolare a valanga le tapparelle; o come non ci si dovesse impegnare in attività domestiche come se fosse giorno,  andando avanti ed indietro forsennatamente (“più veloce si fa prima finisco” forse lei pensa?) ahimè e ahinoi con scarpe con tacco. Noi dopo tutto sappiamo anche quante volte si siede sul water, perché utilizza con veemenza la tavoletta sbatacchiandola, facendola precedere da sonore “piss” e seguire da impetuosi sciacquoni.

Quanto ai rumori tecnologici di cui accenno in coda alla parte 2, si trattava di un sifone idraulico che emetteva un sibilo penetrante ad ogni apertura di rubinetto. Di giorno si sentiva ma non era particolarmente noioso, anche perché si è svegli, ci si muove anche noi ed a volte non si sta neanche in casa troppo a lungo; ma di notte, all’una alle due alle tre era un tormento. Si sopportava un pochino, si diceva “ma va, ora va anche lei a dormire”. Macchè! Si mandavano segnali soft, con un bastone sotto il nostro solaio. Macchè! E così in quell’occasione decisi di scrivere un messaggio e lasciarlo nella buca della posta, accennando a fastidiosi rumori tecnologici.  La signora non era a tutta evidenza di norma attenta a controllare l’arrivo della “posta”, perché  il foglietto con il messaggio rimase là dentro per alcuni giorni, poi qualcuno lo ritirò ed alcuni giorni dopo trovammo a nostra volta un messaggio nella  buca della posta, con il quale la signora si scusava, promettendo di far aggiustare quanto prima il sifone. Il “quanto prima” tuttavia non lo potemmo quantificare perché la nostra vacanza finì, senza che il fastidio cessasse.

 

…continua….

 

J.M.

2487,0,1,0,360,256,443,5,2,165,56,1,0,100,0,1975,1968,2177,66718
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L’inutile dannosa pervicacia

 

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L’inutile dannosa pervicacia

Insistono, non vogliono capirlo. Eppure non siamo stati zitti. Dico “siamo” non per utilizzare il “plurale majestatis” che non mi appartiene, ma perchè insieme a me hanno percorso lo stesso tragitto politico moltissime persone. Ne sono prova iniziative e documenti collettivi che negli ultimi dieci anni dall’avvio del percorso costitutivo del Partito Democratico fino a “oggi” sono stati prodotti.

Abbiamo affermato il nostro pensiero partendo da quelli individuali, affinati al magistero del confronto dialettico. Da analisi siamo pervenuti a sintesi e le abbiamo proposte, raccogliendo  adesioni sia convinte sia ipocrite, queste ultime soprattutto da parte di dirigenti che tendevano a calmierare le passioni procrastinandone gli effetti più avanti possibile. Come scrivevo l’altro ieri, la corda poi si rompe.

Le abbiamo espresse le nostre critiche, non sotto forma di slogan: abbiamo avanzato proposte, che tenevano conto di quel che interessava alla gente. Se ne sono infischiati; è successo a Prato ma non soltanto qua: in tante altre parti del nostro Paese c’era chi argomentava in dissenso. E veniva ignorato, umiliato, mortificato. I luoghi delle discussioni non erano più adatti al metodo che la leadership locale e nazionale avevano privilegiato. Il mondo era cambiato e non ce ne eravamo accorti. Così dicevano in modo tronfio i vincitori e c’era chi, alla fin fine, non ne faceva un dramma, mentre molti di noi avevano ben compreso che i “luoghi” delle scelte sarebbero stati sempre più luoghi chiusi.

Il 4 marzo è accaduto che i nodi molto rappresi dalle concrezioni siano stati sciolti ed è apparso a tanti di noi, che ormai non avevano più nulla in comune con quel Partito, che fosse giunto il momento di aprire una riflessione sui colpi mortali che erano stati inferti ai valori ed ai principi di Sinistra.

A circa sei mesi dalle elezioni non c’è segnale di critica a tutto campo sulle politiche attuate; c’è una difesa strenua di ciò che è stato fatto, che non fa giustizia avverso le baggianate del Movimento 5 stelle e le giggionate della Lega. Sono tutti impegnati in un gioco di ruolo che non tiene conto di quel che è sempre più necessario fare, non certamente i pannicelli caldi “as-si-sten-zia-li” del “reddito di cittadinanza”, rincorrendo il quale rischiamo di andare in default. Non basta parlare di rassicurazioni; quando i conti salteranno oltre il dovuto sarà troppo tardi.

Intanto tutto tace, al di là di schermaglie per candidarsi, senza pestare i calli di qualcuno che si vorrebbe alleato. E tutto va avanti, fino al baratro.

 

J.M.

 

beni-comuni

IL TEMPO NON TORNA PIU’ La corda, usurata, si rompe! Sappiatelo

 

 

 

IL TEMPO NON TORNA PIU’

 

La corda, usurata,  si rompe! Sappiatelo

Se corro con la mente indietro nel tempo, trovo sempre più il senso della sofferenza che alcuni di noi hanno patito nella partecipazione ricca di ideali e passione alla vita politica.

La saggezza degli anziani mi aveva accompagnato nel corso degli anni giovanili, consigliandomi di non occuparmi di Politica, ma “giovane” e ribelle come si addice all’età dei quindici-venti anni non potevo sottrarmi all’impegno per combattere le ingiustizie e soprattutto le differenze di classe.

Ho raccontato tante parti di me, non – come suppone un mio attuale detrattore – per vanità, per segnare il passaggio dei nostri giorni ad una fase rigenerativa, superate le secche delle delusioni.

Basta seguire questo Blog e leggerne alcuni post dal 2014 ad oggi, anche se costerà fatica a chi volesse aderire a questo invito, per capire le fasi delle delusioni e quelle delle battaglie culturali e politiche.

Non sono stato uomo di rotture decise, ho sempre privilegiato passaggi soft, anche se come nel caso della mia esperienza consiliare in Comune “sbattendo la porta” (così dissero alcuni giornalisti) ma transitando temporaneamente in Gruppo misto indipendente.

Ci fu poi il mio periodo con l’Asinello attratto da Prodi e da Landini Goffredo. I Democratici prodiani poi si accostarono al Partito Popolare, ex DC che aveva formato poi la Margherita. Per me la scelta non poteva prendere quella strada: altri lo fecero. Ma le differenze erano notevoli tra il mio ed il loro pensiero e, così, all’insegna di un nuovo passaggio soft, entrai nei Democratici di Sinistra, visto che nel frattempo il PDS era stato già superato.

Intanto veniva avanti una nuova idea, tutto sommato accattivante, pensando alla possibilità di smantellare metodi e pratiche politiche. Illusione ovviamente di un giovane cinquantenne. Il nuovo soggetto mi vide in una prima fila, a seguire dapprima le giravolte di un gruppo che si era costituito intorno all’avvocato Rocca per poi decidere, di fronte alle ambiguità ed alle indecisioni di questa prima esperienza, di costituire ufficialmente il Comitato per il PD insieme alla carissima amica Tina Santini.

Quel periodo ha evidenziato in modo palese le ragioni per cui l’attuale PD sta fortunatamente correndo verso la sua autodistruzione.

Insieme ad altre persone stiamo lavorando per mettere in piedi un nuovo soggetto plurale che rappresenti le idee della Sinistra a sostegno delle fasce più deboli della popolazione. Sarà un’impresa; ma vale la pena provare.             Mi aiuta padre Dante Inferno canto XXVI vv.114-116   “…a questa tanto picciola vigilia / de’ nostri sensi ch’è del rimanente / non vogliate negar l’esperienza….”

 

Non possiamo sottrarci: non mi rimane molto da vivere, anche se mi auguro che avvenga più tardi possibile, ma non è umano pensare di avere “tutto” il tempo a propria disposizione. Bisogna dunque mettere tutta la nostra forza in gioco.

 

J.M.