SE IL 4 DICEMBRE AVESSE VINTO IL SI’?

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SE IL 4 DICEMBRE AVESSE VINTO IL SI’?

E già! Se il 4 dicembre avesse vinto il SI’, anche se solo con pochi voti di differenza oggi saremmo davvero nei guai: la Sinistra, accomunata ai peggiori ceffi di Destra, starebbe lì in un angolo a leccarsi le ferite, resa inoffensiva dal punto di vista democratico. Immaginatevi solo su quale trono oggi sederebbe il Monarca Renzi e la zarina Boschi, tronfi ed orgogliosi del successo.
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Immaginatevelo, perché che siate stati sconfitti dall’esito referendario o soddisfatti da esso, non potete fare altro che liberare la vostra fantasia e galoppare sfrenatamente.

Già sento le “voci” di quanti, ritenendosi depositari della Storia, mi avvertono che “non si può fare la Storia con i se”. Sono perfettamente d’accordo; dopo di che ritengo sia molto utile sforzare la propria intelligenza e, senza tanto crederci troppo, riflettere su quanto sarebbe accaduto, laddove….
E poi me lo dico e ridico: “Servirebbe soprattutto a coloro che hanno vinto sostenendo il NO convintamente e non ideologicamente, motivando le loro scelte, per comprendere quel che è necessario fare nelle prossime ore, giorni, settimane, non mesi che è troppo!”. So anche che quel raggruppamento che poi ha toccato poco meno del 60% non ha forme compatte dal punto di vista della collocazione ma un 10 e più % probabilmente lo si riuscirebbe a ricavare, quel 10 e più % che nei mesi, nelle settimane, nei giorni e nelle ore prima del 4 dicembre cooperavano discutendo sui fatti concreti e non sui dogmi. Si è lavorato alacremente a difesa della Carta costituzionale, donne ed uomini di Sinistra, tutte persone avvedute dei rischi che le ambizioni di un minuscolo gruppo dirigente pericolosamente stava facendo correre al Paese. Quando parlo del “dovere della memoria” mi riferisco anche a questo: troppo velocemente dimentichiamo il nostro passato, a volte come in questo caso anche quello a noi vicino: è un difetto tremendo del popolo italiano, che purtroppo non lo abbandona. Anche Collodi lo aveva compreso, costruendo quel personaggio alternamente simpatico ed antipatico come il Grillo Parlante. Oggi io mi sento come lui: speriamo di evitare perlomeno le martellate.

J.M.

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PRIMA DELL’ALZHEIMER

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PRIMA DELL’ALZHEIMER

Voglio combattere l’ipotesi non tanto lontana di poter incontrare nella mia vita futura la “perdita della memoria”, quella personale fatta però di rapporti, incontri, scontri, amori, odi, passioni, sentimenti ancora diversi da quelli. Quella “memoria” che da “personale” aspiri a diventare “collettiva” nel senso di contribuire a capire in minima quota parte la realtà complessiva nella quale abbiamo vissuto e che, nel bene o nel male ha costruito la realtà che stiamo vivendo. Ecco perché di tanto in tanto corro a recuperare piccoli interventi degli anni passati, ripescandoli tra le pendrive disseminate tra le quattro mura domestiche.
A volte a recuperare la memoria oltre i documenti di cui accennavo prima contribuisce un’occasione, uno stimolo da parte di amici, compagni “senza virgolette”, momenti epifanici inattesi ed io scrivo e scavo, prima che l’alzheimer mi colpisca, nei meandri della memoria, sperando che possa anche servire a qualcosa di positivo. Per farlo bene, o comunque meglio possibile, bisogna utilizzare un tono pacato, semplice e diretto. Non possiamo pretendere che ci comprendano coloro che si rifiutano di rimettere in discussione le loro verità, anche e soprattutto perché la nostra è una verità forse in parte diversa ma che ha bisogno di essere collaudata costantemente nel confronto per potersi mescolare.
Se ne vogliamo parlare, facciamolo pure, evitando polemiche personali. E a me dispiace che a volte non si colgano gli aspetti pedagogici dei miei interventi. D’altronde però c’è chi li comprende e me ne dà atto; ed io vado avanti, prima della “perdita della memoria”.

Joshua Madalon