PRIMA DELL’ALZHEIMER

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PRIMA DELL’ALZHEIMER

Voglio combattere l’ipotesi non tanto lontana di poter incontrare nella mia vita futura la “perdita della memoria”, quella personale fatta però di rapporti, incontri, scontri, amori, odi, passioni, sentimenti ancora diversi da quelli. Quella “memoria” che da “personale” aspiri a diventare “collettiva” nel senso di contribuire a capire in minima quota parte la realtà complessiva nella quale abbiamo vissuto e che, nel bene o nel male ha costruito la realtà che stiamo vivendo. Ecco perché di tanto in tanto corro a recuperare piccoli interventi degli anni passati, ripescandoli tra le pendrive disseminate tra le quattro mura domestiche.
A volte a recuperare la memoria oltre i documenti di cui accennavo prima contribuisce un’occasione, uno stimolo da parte di amici, compagni “senza virgolette”, momenti epifanici inattesi ed io scrivo e scavo, prima che l’alzheimer mi colpisca, nei meandri della memoria, sperando che possa anche servire a qualcosa di positivo. Per farlo bene, o comunque meglio possibile, bisogna utilizzare un tono pacato, semplice e diretto. Non possiamo pretendere che ci comprendano coloro che si rifiutano di rimettere in discussione le loro verità, anche e soprattutto perché la nostra è una verità forse in parte diversa ma che ha bisogno di essere collaudata costantemente nel confronto per potersi mescolare.
Se ne vogliamo parlare, facciamolo pure, evitando polemiche personali. E a me dispiace che a volte non si colgano gli aspetti pedagogici dei miei interventi. D’altronde però c’è chi li comprende e me ne dà atto; ed io vado avanti, prima della “perdita della memoria”.

Joshua Madalon

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