Un percorso verso una vera ALTERNATIVA – COSA SERVE ALLA SINISTRA? CORAGGIO E CONSAPEVOLEZZA!

2004-07 (lug)

Un percorso verso una vera ALTERNATIVA –
COSA SERVE ALLA SINISTRA? CORAGGIO E CONSAPEVOLEZZA!

Ho atteso poco meno di ventiquattro ore per avviare una riflessione cercando di evitare castronerie come tante di quelle che sono apparse “immediatamente” ad usum personale su Blog e social vari.
Avrò fatto bene? Non era meglio attendere ancora un po’? è soprattutto la soggettività della scelta (“poco meno di ventiquattro ore”) a preoccuparmi ancora; perché non aspettare un po’ di più?
Ah già, il mio punto di riferimento sono i risultati delle elezioni regionali siciliane, dove – a mio parere – non vi sono state sorprese significative. Anzi, diciamocele tutte “le sorprese sono proprio le non sorprese”! ed invece c’è un surplus di interventi, come prima dicevo, davvero “sorprendente”! a che serve? A “chi” serve? Forse è proprio questo il dilemma che dobbiamo porci.
Allora, analizziamo gli eventi. Il centrodestra ha vinto, il M5S ha rischiato di vincere, il sedicente Centrosinistra con innesti di centrodestra ha perso mantenendo tuttavia il suo “potenziale”, la Sinistra non è riuscita ad affermare la propria “autonomia”.
Uno dei dati significativi, a mio parere, è tuttavia la costanza progressiva dei dati dell’astensionismo.
Una “lezione” ad ogni modo per chi ha il cuore che batte a Sinistra proviene da questa tornata. Guardiamo a quanto è accaduto nei mesi precedenti: la Sinistra fondamentalmente ha tentennato a decidere come e dove collocarsi. Al PD renziano ha contestato non le scelte politiche amministrative ma l’accordo con AP di Alfano: contestazioni non solo legittime e doverose ma che hanno confermato l’idea che senza AP l’accordo lo si potesse stringere. In tutto questo “traccheggiare” che è un segno di debolezza e di malattia si è perso tempo prezioso per la costruzione di un Progetto che fosse individuabile come “vera alternativa”, si è persa l’occasione di far divenire la Sicilia un “laboratorio” per la Sinistra che verrà, una Sinistra che voglia, sappia e poi riesca ad essere competitiva nel panorama territoriale e nazionale.
Sento spesso dire da alcuni “autorevoli” esponenti della Sinistra “locale” che non si possa fare a meno di confrontarsi con il PD, anche nel mentre si progetta un percorso di Alternativa. Ho sempre ribadito che questo è un errore profondo e mi si è sempre contrapposta l’affermazione “il PD non è il mio nemico”! Molto bene: considero ciò con grande rispetto ma non condivido e rilancio. Il PD, se lavoro per un’Alternativa, è – alla pari delle Destre – mio nemico. Non lo sono, invece, tantissimi elettori di quel Partito e non lo sono soprattutto tantissimi tra coloro che si sono rintanati nell’astensionismo, sdegnati da una Politica che non ha riconosciuto le sofferenze ed i bisogni di larga parte della gente, limitandosi ad atteggiamenti pietosi tipici di una Cultura borghese ed aristocratica che è servita a lavare le loro sporche coscienze. Una Politica che ha prodotto anche elementi positivi come la legge sul dopo di noi e quella sulle Unioni civili ma non ha inciso concretamente sui divari economici, sugli abusi di potere, sull’inefficienza della Pubblica Amministrazione e relativi sperperi, sui controlli più cogenti e serrati relativi all’evasione fiscale e sulle attività bancarie, sulla necessità di gratificare i meriti e punire adeguatamente i demeriti. E soprattutto non è stata in grado di applicare le regole, quando esse ci sono e non essere nel contempo capace di costruire regole certe per affrontare quelle che poi diventano “emergenze” e le si tampona alla meglio spesso andando a scontrarsi con le paure e le incertezze diffuse.

Sottolineo dunque che – per poter parlare agli elettori del Partito Democratico delusi – i referenti non possono essere i loro dirigenti.

Spero che quel che è avvenuto nei giorni scorsi non produca altre “attese”: non mi riferisco al quadro nazionale, in quanto non pretendo e non sono in grado di inserirmi in quel contesto, ma a quello locale, dove si rischia di riprodurre il panorama siciliano e sarebbe molto più grave, visto il livello qualitativo attuale della nostra realtà “politica”.

Joshua Madalon

GUFO