La caricatura di una “Sinistra” per denigrarne il Progetto – parte 1

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La caricatura di una “Sinistra” per denigrarne il Progetto parte 1

C’è una parte del popolo italiano che ancora crede che il Partito Democratico possa avere la giusta attenzione verso i problemi, i bisogni e le esigenze della gente meno tutelata (disoccupati, cassintegrati, precari, lavoratori a nero, sfruttati, pensionati, bisognosi di cure, poveri) e promuovere una progettualità che attenui progressivamente le differenze sociali sempre più stridenti.
Sin dal primo momento ho dato credito a questa possibilità nel momento fondativo del PD, ed ho avuto molta fiducia nel fatto che la Politica si rinnovasse nei metodi e nei protagonisti con un ringiovanimento non solo anagrafico; e mi sono impegnato a creare un luogo nel quale il confronto dialettico delle differenze fosse in grado di condurre a soluzioni il più possibile condivise. Questo mio impegno, e non solo il mio, è stato visto da coloro che oggi potrebbero cantar vittoria, ma irresponsabilmente, come un pericolo per il loro concetto di “democratico” che ha ben poco a che vedere con la natura stessa della Democrazia. L’assunzione del potere da parte di Renzi ha riportato in auge gran parte di quella leadership che era stata sconfitta perché rappresentativa di un modo di interpretare la Politica con modalità estranee ai movimenti democratici e molto lontane dalla sensibilità della gente comune, tanto è che si sono desertificati i circoli e molti tra i tesserati del periodo iniziale del PD – la fine del primo decennio e gli inizi del secondo di questo secolo – hanno abbandonato il Partito, a volte sostituiti (ma non sempre) da nuovi iscritti. A questo proposito vi riporto la parte finale di un articolo da “Repubblica” di ieri 12 novembre, un reportage di Paolo Ghiseri. Eccolo:

“Orbassano, periferia sud oves di Torino. La storia la racconta Gino Bianco, 66 anni, operaio alla Fiat a 17, 47 anni di iscrizione al partito. “Ce ne siamo accorti una mattina appena aperto il tesseramento. Normalmente noi abbiamo un’ottantina di iscritti. Hanno cominciato ad arrivare persone malate. Qualcuno addirittura con la bombola dell’ossigeno”. La bombola dell’ossigeno? “Certo. Abbiamo ricostruito dopo che erano i malati curati da un medico di base della zona. Lui li curava e diceva: ‘Se volete darmi una mano andate ad iscrivervi al Pd. Così mi candido in politica’. Sono arrivati in 170 e si sono presi la sezione. Il medico
porta i voti a uno della Famiglia”. La Famiglia? “Io non faccio il nome ma tutti sanno chi sono i signori delle tessere da queste parti. Ho segnalato tutto al partito ma non è successo nulla. Perché io dovrei rimanere? Chi me lo fa fare se la politica è diventata questo? Con altri stiamo ragionando se restare o andarcene”. Dove volete andare? “Qualcuno andrà in Mdp. Ma altri più semplicemente smetteranno di fare politica”.

C’è qualcuno che ancora può credere che chi sente di appartenere alla Sinistra possa aderire al PD o accodarsi – “accucciarsi” alla sua corte – oppure ancora come invita a fare qualcuno ”senza provare vergogna alcuna a pronunciare tale parola” a collaborare (è un termine padronale secondo il quale c’è chi comanda e chi collabora)? E pensa ancora qualcuno che possa valere, per riportare a più miti consigli, il “ricatto” della possibile vittoria delle Destre?
Sono questi ad avere perso il capo; non quelli che, preoccupati della deriva “dem” e della possibile vittoria delle Destre, spingono a trovare un accordo unitario della SINISTRA.

Un nuovo Partito, sì ma su basi programmatiche chiare e nette, poco dogmatiche ed ideologiche e molto più aderenti alla realtà di quella parte della popolazione i cui bisogni e necessità vanno ascoltati e meritano risposte che non siano demagogiche e populistiche, come quelle delle Destre ma purtroppo anche dell’attuale Partito Democratico.

…. fine prima parte….
Joshua Madalon

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