PER UNA NUOVA SINISTRA ALTERNATIVA E DI GOVERNO

cèvitasinistra

PER UNA NUOVA SINISTRA ALTERNATIVA E DI GOVERNO

Fino a quando gli interessi dei singoli o dei piccoli gruppi (quelli, per intenderci dello 0, = zerovirgola) prevarranno su quelli più legittimi della massa (e, beninteso!, parlo di “interessi” primari) non potremo avanzare una proposta credibile nei confronti di un’opinione pubblica ormai assolutamente disillusa e sempre più sfiduciata verso la Politica.
Abbiamo bisogno di riprendere a dialogare con quanti hanno guardato con nuova attenzione all’impegno durante e subito dopo la campagna referendaria dello scorso anno. Viviamo tutti nell’amnesia: è una delle peggiori malattie di cui è afflitto il genere umano, in modo particolare noi italiani. Il “fare spallucce”, il “tira a campa’” non è una prerogativa di questa o quella regione ma si va diffondendo con ampiezza in ogni dove.
C’era aria di festa nel coinvolgimento di quelle persone che avevano affollato il teatro Brancaccio e poi le cento e più piazze che hanno arricchito di contenuti, di condivisioni, di nuovi entusiasmi la prospettiva politica per una nuova SINISTRA alternativa al PD, ma non fatta di testimonianza: una SINISTRA per il GOVERNO di questo Paese.
Qui riporto il post pubblicato su Huffington Post di tre giorni fa (in un copia/incolla). Per piacere facciamone buon uso!

Joshua Madalon

ARCI 1984

(post scritto con Anna Falcone)

L’appello firmato da Luciana Castellina e da tante altre personalità pubbliche della Sinistra italiana, e i numerosi altri appelli giunti da tutta Italia in questi giorni tormentati, meritano una risposta seria e responsabile.
Il percorso del Brancaccio è stato il tentativo di costruire una lista che accogliesse, unisse e portasse in Parlamento la Sinistra più diffusa, concreta e carica di futuro. Quella dei cittadini, e delle tante lotte e vertenze disseminate nel Paese, per la difesa di un posto di lavoro, di un territorio, di un bene comune, di uno spazio, un diritto, un servizio o un principio. Quella della Costituzione, e della vittoria del 4 dicembre.
Abbiamo proposto di farlo non contro, ma con, i partiti: in un’alleanza per la democrazia e l’uguaglianza. Perché, come ci ha ricordato anche ieri Maurizio Landini, “il problema non è mettere insieme cose che già ci sono, ma innescare un nuovo processo”.
Ci siamo fermati quando abbiamo avvertito con nettezza, nei soggetti organizzati, la paura di mettersi in gioco fino in fondo, preferendo ad una partita in campo aperto il tratto autoconsolatorio dell’identità, e quello politicista dell’autoconservazione: si stava, e si sta andando, verso la somma di tre partiti già esistenti.
Se l’assemblea del 18 novembre rischiava di liquidare ogni anelito unitario, quella del 3 dicembre si sta costruendo – sono parole dell’appello cui rispondiamo – come mera “ratifica di una scelta interna al tavolo dei partiti”.
Una scelta legittima, certo: ma assai diversa dal “nuovo processo” che avremmo voluto, e che ci siamo promessi al Brancaccio.
Ora, e prima che sia troppo tardi, con sforzo d’immaginazione e ottimismo della volontà, ci par di vedere un solo modo per rimettere in carreggiata quel processo: costruire un processo autenticamente democratico di cui nessuno abbia il controllo.
Un’assemblea che possa decidere, liberamente e realmente, su programma, leadership, criteri delle candidature, comitati etici e di garanzia.
Crediamo che ci siamo ancora due modi per arrivare a questo risultato.
Il primo è costruire un percorso completamente diverso da quello deciso al tavolo dei partiti: ci vuole un percorso di elezione di delegati che non preveda membri di diritto, né liste bloccate proposte dalle presidenze delle assemblee (e composte per quote di partito stabilite a tavolino), ma una libera competizione elettorale tra liste diverse, che rappresentino modi diversi di intendere la Sinistra, mescolando le appartenenze e mettendo al centro i progetti.
Ma perché un simile percorso sia davvero credibile e partecipato occorre più tempo per presentarlo e per stimolare la massima affluenza possibile: è dunque necessario rinviare l’assemblea finale già convocata per il 3 dicembre.
Il secondo modo è mantenere, invece, quella assemblea del 3 dicembre: ma non costruendola per delegati, bensì aprendola a tutto il popolo della Sinistra, in un grande evento democratico le cui decisioni finali nessuno possa predeterminare in anticipo.
Una assemblea in cui migliaia di persone presenti fisicamente, e altre migliaia sulla rete, possano votare a suffragio universale su programma, leadership, criteri delle candidature, comitati etici e di garanzia.
Rimettiamo ai partiti la scelta tra queste due strade: a noi sta a cuore il risultato finale. Che è uno solo: riannodare i fili con chi ha perso la speranza, e non vota più, e far contare davvero la volontà di chiunque aspira a partecipare alla costruzione dal basso della Sinistra che ancora non c’è.
Aspettiamo una risposta pubblica a queste nostre proposte. Se sarà chiara, definitiva e coerente con i suddetti obiettivi, ci impegniamo a sottoporla al voto online di tutti gli aderenti al percorso del Brancaccio perché decidano, se la condividono, di impegnarsi nel percorso delineato. Non è, infatti, in questione la partecipazione di due persone a un tavolo di mediazione, ma l’apporto – di idee, di passione, di energie – delle migliaia di persone che hanno dato vita alle nostre assemblee negli ultimi mesi.
La strada è stretta, ma non ci stanchiamo di cogliere ogni opportunità per realizzare ciò che chiedeva il nostro appello di giugno: una lista a sinistra del Pd (e ad esso radicalmente alternativa, senza se e senza ma) che sia unica, credibile, innovativa e partecipata.
Nuova, insomma: e capace di invertire la rotta, di rovesciare il tavolo delle ingiustizie e delle diseguaglianze.
È davvero l’ultima possibilità di costruire qualcosa di nuovo: non perdiamola.
Grazie