ANNIVERSARI a Montemurlo con “Un secolo fa: Appunti, parole ed immagini a cento anni dalla Rivoluzione”. – solo un preambolo, un’anticipazione dell’appuntamento del 13 novembre ore 21.00 presso il CENTRO GIOVANI – piazza Don Milani – MONTEMURLO

ANNIVERSARI a Montemurlo con “Un secolo fa: Appunti, parole ed immagini a cento anni dalla Rivoluzione”. – solo un preambolo, un’anticipazione dell’appuntamento del 13 novembre ore 21.00 presso il CENTRO GIOVANI – piazza Don Milani – MONTEMURLO

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DECRETO SULLA PACE

In questi giorni 100 anni fa si andava compiendo quell’atto complesso che viene ricordato come “la Rivoluzione d’Ottobre”. In Russia era il 26 ottobre secondo il calendario allora in uso. Da noi, come potete immaginare era l’ 8 novembre, era un giovedì.

ANNIVERSARI a Montemurlo con “Un secolo fa: Appunti, parole ed immagini a cento anni dalla Rivoluzione. – solo un preambolo, un’anticipazione dell’appuntamento del 6 novembre ore 21.00 presso il CENTRO GIOVANI – piazza Don Milani – MONTEMURLO

Relazione sulla pace

26 ottobre (8 novembre)
Pubblicato su Izvestia del CEC, n 208, 27 ottobre 1917
e Pravda, n. 171, 10 novembre (28 ottobre) 1917.

La questione della pace è la questione urgente, la questione nevralgica dei nostri giorni. Se ne è molto parlato, scritto, e voi tutti, certamente, l’avete non poco discussa. Permettetemi perciò di passare alla lettura della dichiarazione che dovrà pubblicare il governo da voi eletto.

Decreto sulla pace

Il governo operaio e contadino, creato dalla rivoluzione il 24-25 ottobre e forte dell’appoggio dei soviet dei deputati degli operai, dei soldati e dei contadini, propone a tutti i popoli belligeranti e ai loro governi l’immediato inizio di trattative per una pace giusta e democratica.

Il governo considera come pace giusta e democratica, alla quale aspira la schiacciante maggioranza degli operai e delle classi lavoratrici di tutti i paesi belligeranti, sfinite, estenuate e martoriate dalla guerra, la pace che gli operai e i contadini russi esigevano nel modo più deciso e tenace dopo l’abbattimento della monarchia zarista, una pace immediata senza annessioni (cioè senza la conquista di terre straniere, senza l’annessione forzata di altri popoli) e senza indennità. Questa è la pace che il governo della Russia propone a tutti i popoli belligeranti di concludere immediatamente, dichiarandosi pronto a compiere senza il minimo indugio, subito, tutti i passi decisivi fino a quando tutte le proposte di pace verranno definitivamente ratificate dalle conferenze, investite di pieni poteri, dei rappresentanti del popolo di tutti i paesi e di tutte le nazioni.

Per annessione o conquista di terre straniere, il governo intende – conformemente alla concezione giuridica della democrazia in generale e delle classi lavoratrici in particolare – qualsiasi annessione di un popolo piccolo o debole ad uno Stato grande o potente senza che quel popolo ne abbia espresso chiaramente, nettamente e volontariamente il consenso e il desiderio, indipendentemente dal momento in cui quest’annessione forzata è stata compiuta, indipendentemente anche dal grado di progresso o di arretratezza della nazione annessa forzatamente o forzatamente tenuta entro i confini di quello Stato e, infine, indipendentemente dal fatto che questa nazione risieda in Europa o nei lontani paesi transoceanici.

Se una nazione qualunque è mantenuta con la violenza entro i confini di un dato Stato, se, nonostante il suo espresso desiderio, – poco importa se espresso nella stampa, nelle assemblee popolari, nelle decisioni dei partiti o attraverso sommosse e insurrezioni contro il giogo straniero – non le viene conferito il diritto di votare liberamente, dopo la completa evacuazione delle truppe della nazione dominante o, in generale, di ogni altra nazione più potente, e di scegliere, senza la minima costrizione, il suo tipo di ordinamento statale, la sua incorporazione è un’annessione, cioè una conquista e una violenza.

Il governo ritiene che continuare questa guerra per decidere come le nazioni potenti e ricche devono spartirsi le nazioni deboli da esse conquistate sia il più grande delitto contro l’umanità e proclama solennemente la sua decisione di firmare subito le condizioni di una pace che metta fine a questa guerra in conformità delle condizioni sopraindicate, parimenti giuste per tutti i popoli senza eccezione.

Nello stesso tempo il governo dichiara di non dare affatto il carattere di un ultimatum alle condizioni di pace sopra indicate, di consentire cioè ad esaminare tutte le altre condizioni di pace, insistendo soltanto perché esse siano presentate il più rapidamente possibile da un qualsiasi paese belligerante, con la più completa chiarezza e con l’assoluta esclusione di ogni ambiguità e di ogni segretezza…….

CONTINUA…..