SULLA SANITA’ PUBBLICA TOSCANA – una riflessione intorno alla “buona” notizia del Polo Oncologico a Prato

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SULLA SANITA’ PUBBLICA TOSCANA – una riflessione intorno alla “buona” notizia del Polo Oncologico a Prato

Una buona notizia, quella del Polo Oncologico della Regione Toscana da insediare a Prato nella nuova palazzina, quella “aggiunta” alla struttura preesistente del nuovo Ospedale “Santo Stefano” a Galciana. Ottima anche perchè riconosce il valore del prof Angelo Di Leo e conferma l’intenzione della Regione Toscana di mantenere sul territorio pratese la struttura che nei mesi scorsi sembrava dover essere destinata a Sesto Fiorentino.
Ciononostante rimane l’enigma di tutto ciò che si trova a monte e che ha creato spesso negli ultimi tre anni dei corti circuiti dannosi per la Salute dei cittadini del territorio pratese: mi riferisco ai passi indietro relativi alla prevenzione e alla diagnostica che sono invece elementi importanti e significativi che non possono essere tagliati ed aggiungerei neanche razionalizzati se quest’ultimo termine (“razionalizzazione”) non fosse un semplice paravento che nasconde i tagli legati alla incapacità, alla non volontà di operarli negli sprechi colossali di emolumenti destinati a persone ben al di là dei loro meriti e delle loro professionalità. Infatti negli ultimi due anni la Sanità pubblica toscana è stata interessata da interventi di “razionalizzazione” con accorpamenti collegati anche a riduzione di personale e di laboratori diagnostici, il tutto, come spesso denunciato, con l’allungamento dei tempi per le visite, il contenimento della spesa sanitaria al limite massimo e il tacito invito a rivolgersi a laboratori privati convenzionati ma tutto sommato riservati a coloro che possono in ogni caso spendere cifre significative senza dover rinunciare alla dignità della vita (la società invecchia e si impoverisce rapidamente).
Su questi temi forse si è pure discusso tanto ma si è fatto ben poco. Bisogna insistere e recuperare rapidamente il terreno perduto, ma non bastano le promesse. Occorre lavorare.
La recente riflessione-proposta di Sinistra Italiana (lo ripeto ad uso dei “maitre à penser” che non finiscono di sorprenderci con le loro “solonità”! io non ho alcun legame – al di là della stima personale – con alcuna forza politica) ha avuto il merito di ricordare che non vi è differenza alcuna tra Ambiente e Sanità ed occorre saper difendere entrambi e non essere monocordi: ci si è buttati a pesce sulla costruzione della nuova struttura dell’Ospedale, abbandonando in toto la vecchia, senza chiedere sufficienti e certe garanzie che non solo fosse mantenuto il livello qualitativo e quantitativo che già era insufficiente ma per l’appunto fosse migliorato in qualità e quantità. Una semplice ovvia richiesta da soddisfare: andare avanti e non indietro! Nulla da obiettare sui legittimi obiettivi di chi difende l’Ambiente, da cui non credo proprio di dovermi distinguere, ma nel frattempo, mentre ci si impegnava ad orientare l’opinione pubblica e quella politico-amministrativa verso il Parco al posto degli edifici obsoleti (non tutti lo erano, non tutti lo erano del tutto) del vecchio ospedale MeD, potevano essere mantenute in piedi alcune sezioni, nell’attesa di reperire spazi per nuove strutture intermedie. Forse a quel punto si sarebbero dati da fare con maggiore solerzia per soddisfare quei bisogni.
Certamente molti di noi, impegnati politicamente anche a livello personale di cittadinanza attiva, non sono stati in grado di prevedere l’attuale inadeguatezza del servizio sanitario, anche nel concedere fiducia agli amministratori che hanno speso parole su parole intorno a questo tema ma poi queste ultime sono rimaste “vuote” come spesso accade.

Chiudo con una preoccupazione legata proprio a quest’ultima riflessione: ho aperto con “una buona notizia” ma temo che sia molto simile a quelle (notizie) che ci sono state dispensate a piene mani in precedenza. Temo infatti che quella palazzina sia una proiezione delle preoccupazioni elettoralistiche e nulla, proprio nulla di più!

Joshua Madalon

ARCI 1984