APPUNTI PER UNA NUOVA SINISTRA NEL PAESE e sui territori: DALLA “NON VITTORIA” ALLA ” NON SCONFITTA

APPUNTI PER UNA NUOVA SINISTRA NEL PAESE e sui territori: DALLA “NON VITTORIA” ALLA ” NON SCONFITTA

Ve la ricordate la “non vittoria” di Bersani alle politiche del 24 e 25 febbraio del 2013? Furono giorni di intenso freddo climaticamente parlando e lasciarono una striscia velenosa con le difficoltà a gestire quella “vittoria”. Poi vennero Letta, Renzi e compagnia bella e si parlò di “rinascita” con il 40 % per cento e poco più alle Europee, dovuto essenzialmente non alla bravura ed alla proposta del PD e di Renzi ma alla paura ed all’incertezza di fronte ai rampanti pentastellati, autori di una campagna elettorale suicida.
Ve la ricordate l’affluenza alle Regionali Emilia-Romagna del novembre 2014? e si parla di una Regione del Nord dove il senso civico è sempre stato radicato. A quelle elezioni partecipò il 37% dell’elettorato, a fronte del 70% che aveva affollato i seggi nel maggio per le Europee. Un trend rapidamente in declino, che fu considerato con un’alzata di spalle da parte del bullo di Rignano, il quale per l’appunto disse che “non importava quanti fossero andati a votare, ma come avevano votato!” Eppure il PD aveva perso in pochi mesi quasi 700.000 voti.
Ora si sta discutendo paradossalmente di “una non sconfitta”. Si badi bene, qualcosa è accaduto nel PD in questi ultimi tre anni e le sconfitte non sono mancate; e questa può a conti fatti e guardando alla Sicilia e solo alla Sicilia essere interpretata come “una non sconfitta”, perché tutto sommato il Partito Democratico ha tenuto i suoi voti: nel 2012 aveva raggiunto il 13.42% con 257.274 voti e domenica scorsa ha ottenuto il 13% perdendo solo 259 voti.
Il problema dunque non è certamente il PD siciliano, ma quello nazionale che non si è impegnato nel corso di questi cinque anni a costruire una classe dirigente che fosse all’altezza di essere capace di sostituire Crocetta, sul quale non vi è mai stato molto consenso da parte delle leadership, quasi certamente perché in grado di svolgere in autonomia un ruolo poltico nè più mè meno di qunto non lo avesse fatto a Roma Ignazio Marino, giubilato per questioni di poco conto dalle quali accuse è peraltro stato pienamente assolto. A Roma ovviamente il PD a partire da Renzi ed Orfini farebbe meglio a spargersi il capo di cenere senza stare tanto a criticare la giunta Raggi, al netto delle castronerie che commette, e riconoscesse di avere fatto una grande cappellata e, soprattutto, evitasse di rifarne di ben più gravi.
Ma lo si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio e Renzi con i suoi accoliti prosegue a non voler capire (non fa finta: non ci arriva!) che con quel suo carattere ha già distrutto il giocattolo e gli elettori non gli permetteranno (lo hanno dimostrato con il referendum del dicembre scorso) di distruggere anche il Paese, che sia lui o altri come lui il prossimo candidato. Oramai il Partito Democratico si è contaminato irrimediabilmente e molti pur riconoscendolo non se ne staccano perché si illudono di poterlo riportare in auge.
Ecco perché è indispensabile lavorare sodo per costruire una vera e chiara Alternativa di SINISTRA sia nel Paese che sui nostri territori.

Joshua Madalon

2004-07 (lug)